I nostri occhi, mi ha scatenato l'ipocondria

Buongiorno,
sono una donna di 34 anni, ansiosa da almeno 10. Scrissi tempo fa chiedendo consigli su come affrontare la malattia di mio padre, che purtoppo ho perso a novembre del 2009 a causa di un cancro al retto. In questi mesi ho attraversato la fase inevitabile del dolore senza particolari problemi di ansia, che comunque sotto consiglio del mio medico curante ho tenuto sotto controllo con lo xanax e un leggero anti depressivo che però ho smesso dopo pochi mesi. Da qualche mese purtroppo ho ripreso a stare male: ho avuto un attacco di panico piuttosto forte e da allora mi sono sentita ripiombare in quel pozzo senza fondo che ormai conosco bene. La cosa peggiore è che il trauma dell'improvvisa malattia di mio padre (è stato benissimo per 70 anni!) e la morte, avvenuta in casa sotto i nostri occhi, mi ha scatenato l'ipocondria. La mia vita mi sta sfuggendo di mano ancora una volta: non c'è giorno che io non controlli le mie funzioni corporee ossessivamente, dando importanza ad ogni più piccolo malessere, navigo in internet in cerca di risposte e non riesco a non pensare che SICURAMENTE anche a me accadrà qualcosa di brutto e terribile, esattamente come è successo a mio padre (inoltre il fattore ereditario nel caso del tumore mi ossessione non poco). Evito il dottore come la peste perchè per me il camice bianco significa solo una cosa: diagnosi funesta. E' come se nel mio cervello si fosse creato un nuovo, terribile schema mentale: sintomo lieve=grave malattia. Sono una traumatizzata? E' necessaria a questo punto una psicoterapia? Il mio medico curante minimizza la mia ansia, però vivere così è impossibile e non lo trovo giusto verso me stessa. Vi sarei grata se potrete darmi qualche suggerimento utile.
Cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Gentile utente,

il suo e' un sintomo di tipo depressivo che richiede un trattamento adeguato e non e' sufficiente un trattamento di pochi mesi.

E' opportuno che faccia fare il punto della situazione da uno psichiatra che puo' valutare anche l'entita' dei suoi disturbi fisici in modo da comprendere meglio tutta la situazione.

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie per la sua tempestiva risposta. Volevo solo precisare che in questi anni ho fatto naturalmente visite mediche per scongiurare problemi di tipo fisico, sono stata anche al pronto soccorso un paio di volte, di cui l'ultima a novembre, dove mi hanno effettuato una visita completa di elettrocardiogramma (avevo extrasistole, ma dovute ad uno stato ansioso). Prima della morte di mio padre stavo già attraversando un periodo piuttosto duro, dovuto a grossi problemi lavorativi e personali, e quindi ero già notevolmente provata quando mi è arrivata quest'altra tegola sulla testa. Insomma, sono stati anni davvero difficili. Per questo il mio medico curante, che mi conosce da anni, "minimizza" dicendo che è naturale che io sia così sotto pressione e che questo processo si arresterà da solo, che non riscontra in me segni di depressione ma solo di ansia. In effetti io non mi sento depressa, e conosco bene questa malattia in quanto mia madre ne ha sofferto anni fa. Non le nascondo che mi spaventa l'idea di andare in cura da uno psichiatra, perchè sono stanca di prendere farmaci. Circa otto anni fa inoltre intrapresi un ciclo di psicoterapia: in tutto ho fatto una decina di sedute e la dottoressa alla fine mi disse che la mia ansia non si sarebbe evoluta in depressione, e che, passata la fase acuta, un pochino avrei dovuto imparare a conviverci. Sono estremamente confusa.
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