Interruzione della terapia farmacologica

Gentili Dottori,
ho 33 anni e sono una persona affetta da sindrome bipolare, non so di quale tipo, con tendenze maniacali, paranoie… in ogni caso ho già esposto il mio caso in precedenti post.
Mi sono ammalato quando avevo circa 26/27 anni e mi sono curato con prepotenti dosi di haldol (e qualcos’altro) prescrittomi da un primario neurologo della mia città. Verso i 30/31 anni ho smesso di stare male (giuro!), devo ammettere grazie all’haldol che mi ha fatto uscire da un inferno. Non ho comunque mai smesso di prendere medicine anche se la dose di Aloperidolo si è ridotta drasticamente. Il medico diceva che una volta che mi fossi sistemato (lavoro, possibilmente una compagna) avrebbe preso in considerazione anche l’ipotesi di sospensione della terapia.
C’è il fatto che, per motivi economici, ho dovuto smettere di recarmi privatamente dal neurologo (ci potevo andare solo poche volte l’anno) e un anno fa mi sono rivolto a una psichiatra della asl con cui tutt’ora mi vedo ogni 2/3 settimane. La psichiatra, valutando il mio caso e visto anche che riscontravo problemi sessuali, ha deciso di cambiarmi terapia farmacologia con INVEGA 6Mg una volta al giorno e SEROQUEL 50 Mg la sera(2punti) problemi di erezione superati, ma c’era l’assoluta incapacità di eiaculazione, per quanto ci provassi con l’autoerotismo; inoltre continuava la pressoché assoluta mancanza di libido… continuavo a non provare quasi alcun tipo di desiderio per le donne (e non sono omosessuale). Comunque, tutto sommato con l’Invega mi trovavo bene; ovattato ma bene.
C’è da dire che la mia più grande paura è quella di tornare ad ammalarmi e la mia più grande speranza è quella di riuscire a vivere una vita “normale” senza farmaci; mi farebbe sentire bene, ne guadagnerebbe l’autostima, non mi sentirei più “malato” per il fatto di prendere psicofarmaci mattina e sera eccetera; cambierebbe in meglio la mia vita… se non ricadessi nella malattia (chiaramente).
E poi ho iniziato a lavorare; un lavoro che mi piace e mi gratifica. E poi la mia psichiatra qualche mese fa è andata in ferie per un po’. E poi talvolta mi scordavo, senza farlo apposta, di prendere l’invega per un giorno… e non succedeva niente. Qualche volta mi sono scordato di prendere l’invega per due giorni consecutivi… e non succedeva niente. Mi sentivo bene. E….
C’ho provato… come un bimbo birichino col mal di pancia che mangia la marmellata di nascosto e la trova buona come mai prima. E io ho sospeso l’invega continuando cmq a prendere il seroquel.
La prima settimana tutto come al solito. Poi ho sofferto di attacchi d’ansia per 3/4 giorni, prima molto forti, poi via via sempre più lievi, fino a scomparire. E poi sono stato bene… come mai prima. O meglio(2punti) erano tanti anni che non stavo così bene. Fiducia in me stesso; le sensazioni che provavo anche solo nel sentire una canzone per radio o nel parlare con qualcuno. La mente non più ovattata ma sveglia, le sinapsi perfettamente funzionanti, tanta energia e voglia di vivere.

Camminavo per strada e vedevo ragazze che mi piacevano molto (erano anni e anni…) eccetera eccetera eccetera… Senza mai avere una paranoia o una “manifestazione del magico” (come le definiva il neurologo), mai un pensiero brutto.
Tutto questo per un mese e mezzo, finchè non sono ritornato dalla psichiatra, 15 giorni fa.
La mia idea non era quella di tenerle nascosto il fatto ma quella di dirle quello che avevo fatto, di raccontare che non era successo niente ( o meglio che stavo molto bene) e se potevamo cogliere l’occasione per fare un tentativo per provare a sospendere le medicine con lei che mi monitorava.
Ma niente di tutto questo. La psichiatra dice che ho rischiato tantissimo eccetera.
Sentendo il mio racconto ha ammesso che i farmaci che prendevo influivano sulla libido e allora mi ha tolto l’Invega per darmi l’Abilify 15Mg al giorno e aumentandomi il seroquel da 50 a 100 Mg la sera per dormire (cmq non ho mai avuto problemi di insonnia). E ora la libido è migliorata rispetto a quando prendevo l’Invega anche se sono lontane .le sensazioni di quando non prendevo niente (quasi niente perché il seroquel 50Mg lo prendevo), e mi sento di nuovo ovattato, talvolta “fumato” e in più sono molto più agitato e ansioso. C’è da dire che non sono mai stato depresso… semmai l’eccesso contrario.
Tutto questo per chiedervi(2punti)
* Che ne pensate di questa nuova terapia?
* Credete che abbia senso che io provi ad insistere con la mia psichiatra nella richiesta di sospensione controllata e monitorata della terapia farmacologica? Potrò mai provare a sospendere?
Dico che dopo aver provato come si sta senza farmaci dopo anni e anni di medicine, ho desiderio ancora più grande di sospendere.

Nel ringraziaziarvi per le eventuali risposte, porgo i miei più cordiali saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

la valutazione sulla sospensione della terapia farmacologica e' esclusiva della visita diretta.

Se la sua diagnosi e' esatta il disturbo deve ricevere un trattamento continuo.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
se la sua psichiatra ritiene che sia utile per lei prosrguire nelle terapie non vedo perchè non seguire i suoi consigli. L'illusione di poter sospendere delle terapie a volte genera disastri. Comunque la scelta spetta al suo curante.

Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"riuscire a vivere una vita “normale” senza farmaci; mi farebbe sentire bene, ne guadagnerebbe l’autostima, non mi sentirei più “malato” per il fatto di prendere psicofarmaci mattina e sera eccetera; cambierebbe in meglio la mia vita… se non ricadessi nella malattia (chiaramente)."

Ammettiamo che la diagnosi precisa sia di disturbo bipolare I, psicotico, come farebbe supporre la scelta delle cure. Ma anche se fosse non psicotico.

La vita normale è consentita dalla terapia, senza essendo il disturbo per sua natura intermittente, lo "star bene" non significa niente di particolare. Sarebbe come se lei dicesse di soffrire di cuore e dopo un infarto curato dicesse "ora sto bene" e vorrei vivere una vita normale, fare sport etc ma senza prendere farmaci per il cuore. Non farebbe un ragionamento così se si trattasse di cuore. Invece si tratta di cervello e lo fa.
Ne guadagnerebbe l'autostima di una persona che non soffre di alcunché, una che soffre di psicosi bipolare sarebbe esposta alle ricadute del suo disturbo, che se non prevenute diventano più frequenti e alla fine spesso non lasciano periodi lunghi liberi da sintomi.

Le suggerisco di chiarire con il medico il tipo di disturbo e la prognosi, di farsi spiegare in cosa consiste il disturbo e perché lo cura. Per il disturbo bipolare, oltre che le terapie con antipsicotici, esistono quelle con antimaniacali (litio, acido valproico ed altri) che si possono abbinare agli antipsicotici o usare da sole (anche se più nelle forme non psicotiche).
Le consiglio inoltre di fare l'opposto, cioè capire come vivere bene accettando la natura medica del disturbo e concentrandosi giustamente sul controllo degli effetti collaterali più che sulla prospettiva di sospendere le cure "per provare" o partendo dal presupposto paradossale che non le servano.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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