Disturbo bipolare o depressione

Salve,

scrivo per chiedere un consiglio per mia madre. Da oltre 10 anni soffre di depressione ansiosa (almeno questo le è stato diagnisticato). E' in psicoterapia da tempo (5 anni con una psicologa e da 3 con il suo attuale psicoterapeuta). Segue da tempo (almeno negli ultimi 3 anni senza interruzione) una cura con antidepressivi e benzodiazepine proxac e en. In famiglia abbiamo la senzazione che queste cure non stiano dando nessun beneficio. Mia madre continua ad avere attacchi di panico, depressione, rabbia e isteria. Leggendo il profilo del malato bipolare ho la senzazione che la diagnosi di depressione sia sbagliata anche perchè mi preoccupano i continui attacchi di rabbia verso gli altri (specialmente noi familiare accusati di non aiutarla) e di senso di ossessione (pensa che tutti le vogliano male e che l'abbiano abbandonata). Attacca le persone che le stanno vicine acuusandole di non volerla aiutare e cambiando la realtà degli avvenienti (se consapevolmente o no non riesco a capirlo). Comunque più le persone cercano di aiutarla più lei pretende cose assurde e di non possibile attuazione mettendo letteralmente in croce chi le sta vicino e soffrendo per il mancato aiuto. Oltretutto pensa che volutamente le persone non la vogliano aiutare e non si rende conto che tutti si fanno in quattro per lei. E' coerente con questo profilo un altro tipo di disturbo (per esempio il bipolare) e che i farmaci che sta prendendo possano in tal caso peggiorare la situazione? In famiglia siamo disperati e non sappiamo più cosa fare!! Vi prego dateci un consiglio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In effetti la depressione "polemica" o "rivendicativa" con crisi di aggressività verbale o sentimenti di rabbia nei confronti degli altri è un profilo spesso associato ad una diagnosi di depressione "dello spettro" bipolare.
L'antidepressivo da solo può non risolvere questi sintomi, soprattutto in termini di decorso, cioè di prevenzione delle ricorrenze: nelle depressioni bipolari può accadere che l'antidepressivo funzioni bene inizialmente, anche con eccessiva rapidità, e poi sembri smettere di funzionare, anche se la persona continua ad assumerlo o aumenta le dosi.
Nelle forme di depressione "ricorrenti" o associate a comportamenti "attivi" come l'aggressività il sospetto di bipolarismo è lecito. Non si tratta di una sottoforma di depressione, è un disturbo biologicamente diverso, che risponde in maniera diversa alle terapie, e richiede solitamente i cosiddetti stabilizzatori dell'umore.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

8 anni di psicoterapia avrebbero dovuto fornire una variazione dei comportamenti nel corso degli anni.

Farei fare una nuova valutazione per poter capire se effettivamente si tratta di un disturbo bipolare.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
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Gentile dott. Pacini,

la ringrazio per la celere risposta. Purtroppo da tempo sto lottando con mia madre perchè possa sentire un altro consulto ma lei è terrorizzata dall'idea di cambiare terapia e assumere nuovi farmaci. Oltretutto a Cosenza e in calabria in genere non rieco a trovare strutture o specialisti che mi diano fiducia. Stavo pensando di portarla a Napoli. Lei mi sa indicare uno specialista o una struttura dove posso prenotare una visita almeno per avere una diagnosi chiara?
Avevo dimenticato di scrivere che mia madre ha 50 anni ed è davvero triste vederla buttare la sua vita così. Cosa posso fare?
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dopo
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Grazie anche al Dott. Ruggiero
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

L'atteggiamento di proseguire cure che effettivamente hanno prodotti risultati che poi si giudicano non soddisfacenti è frequente tra chi ha problemi di umore, perché la persona non riesce ad intravedere una soluzione, una meta, e quindi non ragiona su parametri di recupero del benessere ma di stare un po' meno peggio, spesso ha vissuto di inguaribilità, o ritiene che i propri problemi siano colpa o derivino dall'esterno, quindi non li vede come espressione di un disturbo "endogeno".
Ovviamente ogni sede universitaria è teoricamente qualificata sull'intera gamma dei disturbi.
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