Il peggioramento della depressione

Gentili Medici Psichiatri,
da 10 anni soffro di depressione per lo più legata al cambiamento di stagione che sento molto. Il tutto è nato come depressione reattiva a problema di lavoro che è poi stato superato.Da allora però, non sono più stata bene, ossia, lo sono stata affidandomi all'Efexor indicatomi dal medico curante come farmaco di ultima generazione ben tollerato, dato che il Prozac mi dava nausee. Ho iniziato con il 37,5, poi 75 e dal novembre del 2009 sono dovuta passare al 225 per il peggioramento della depressione. Con quest'ultima posologia sono stata bene ed ho superato per la prima volta il cambio stagionale inverno/primavera 2010 senza crisi, nonostante fossi stata molto presa dal seguire mia madre affetta da mieloma multiplo e mio padre, anziani. Ho superato bene tutto, poi da metà luglio la situazione è precipitata ed ho avuto altro periodo di crisi che ancora non mi ha abbandonato. Sto assumendo ancora la stessa dose di Efexor, anche se il mio psichiatra mi aveva prospettato di passare al 300 (lavoro e non posso permettermi di stare male oltre 15 gg di malattia che ho dovuto prendermi poichè non ce la facevo ad affrontare l'ufficio). Debilitazione, ipersonnia, e tutto ciò che la depressione porta con sè si è scatenato su di me. Da tre giorni ho ripreso il lavoro. Ora va un pò meglio ma non è passata del tutto. Lo psichiatra mi ha detto di risentirci tra 15 gg per vedere come và. Mi ha accennato al litio, al riprovare col Prozac per scongiurare l'ipersonnia ma io non me la sento di passare al litio perchè considero tale strada troppo pesante. Credo di essere in pre menopausa poichè da due mesi non ho mestruazioni, ho gran sudorazione, caldo. Non tollero più questa situazione che mi rende invalidante (premetto che non ho mai avuto ansie, attacchi di panico, tremori, ecc). Ho sempre avuto un carattere solare, sono sempre stata iperattiva, sono riuscita a conciliare lavoro e famiglia (ho tre figli bravissimi) e chi mi conosce si è sempre complimentato con me per tutto questo.
Ora, Vi chiedo cortesemente cosa ne pensate del quadro che Vi ho descritto e se potete darmi un consiglio. So che mi rimetterete allo psichiatra che mi sta seguendo, ma vorrei un Vostro parere, un consulto, un aiuto su quale strada intraprendere poichè mi sento avvilita da questa mia situazione che non riesco ad accettare. Vi ringrazio fin d'ora per l'attenzione prestatami e per il riscontro che vorrete dare a questo mio intervento al quale terrei molto.
Cordiali saluti e grazie ancora anticipatamente.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

l'uso di uno stabilizzatore potrebbe essere indicato nel suo caso.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Quando prima della malattia il carattere corrispondeva ad un tono d'umore non depressivo, ma opposto, l'uso del solo antidepressivo, pur efficace sul primo episodio, può non avere efficacia preventiva, o questa può decadere nel tempo, perché la malattia ad espressione depressiva può invece corrispondere ad un prototipo bipolare, in cui l'instabilità dell'umore tende a prevalere nel tempo anche in presenza di antidepressivo.
In tal caso, come diceva il collega, gli stabilizzatori dell'umore, da soli o associati agli antidepressivi, possono essere una soluzione preferibile.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Gentili medici,
Vi ringrazio intanto per le Vostre risposte.
Vi devo un aggiornamento sulla situazione.
Da due giorni assumo Efexor 300. Ho poi consultato uno psichiatra che esercita la professione in una Clinica psichiatrica che mi è stato indicato da un amico suo paziente.
Dopo lungo colloquio, ha confermato l'Efexor 300 non da assumere alla sera in unica soluzione ma 150 dopo colazione e 150 dopo pranzo. Mi ha inserito il Wellbutrin 150 a colazione. Mi ha detto che questa associazione ha dato buoni risultati in diversi casi ed è praticamente sicuro che la situazione avrà un valido miglioramento.
Una postilla da non sottovalutare e che mi ha ribadito più volte rivolta al mio caso. I farmaci fanno la loro parte ma io stessa devo modificare il mio pormi (ho un carattere molto oblativo, tendo sempre a cercare la perfezione in me stessa e in ciò che faccio, pretendo molto da me stessa e do tutta me stessa a chi si trova in difficoltà, trascurando in questo senso la parte che mi devo, per essere poi in grado di andare incontro agli altri.
Insomma devo darmi maggior attenzione e valutarmi di più per ciò che sono e per ciò che sono riuscita a fare fin'ora con grande impegno, a partire dalla mia famiglia in primis.
Questo psichiatra mi è piaciuto perchè insieme al suo parere sulla cura da seguire ha sottolineato anche il fattore umano e come devo pormi per raggiungere migliormente una situazione positiva.
Lo risentirò tra una settimana per dirgli come sta andando.
Cordiali saluti e, se vi fa piacere come lo farebbe a me, datemi cortesemente il Vostro parere sulla terapia che mi è stata prescritta.
Grazie ancora.
[#4]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
i dosaggi prescritti fanno parte di strategie farmacologiche individualizzate e usate per situazioni particolari. Senza conoscerla non è possibile esprimere un giudizio di merito sulla terapia prescritta da un collega che ha avuto modo di visitarla personalmente. Per quanto riguarda il suo modo di porsi di fronte alla realtà e alla sua malattia, potrebbe essere utile associare la terapia farmacologica con un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"I farmaci fanno la loro parte ma io stessa devo modificare il mio pormi"

No. Le terapie hanno un loro funzionamento, in conseguenza del quale cambia ovviamente anche il modo di porsi. Chi ha un disturbo, anche lieve, si pone in una certa maniera perché è spinto in quella direzione. Nessuno sceglierebbe di porsi in una maniera che sa sbagliata se non vi fosse in qualche modo costretto dal suo stato cerebrale.

Detto questo, le cure funzionano senza certezza. Si provano in base alle risultanze, non è importante né crederci né infondere sicurezze a priori. Si giudicano nei loro tempi.

Valgono sempre le osservazioni fatte prima sulle possibili ragioni di inefficacia degli antidepressivi.
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