Abbandono della figlia e paura di uscire

Nel 2003 mia figlia e scappata nottetempo di casa, lasciando un figlio di 14 anni, peraltro gia orfano di padre che parimenti lo aveva abbandonato quando ancora doveva nascere. Dopo alcuni mesi e ritornata a casa, dicendo di essersi pentita e invece e nuovamente scappata dalla finestra, proprio durante il periodo di natale. 

Dopo una grande sofferenza, ho interrotto totalmente i contatti con lei, perche il figlio non vuole avene, e ho voluto con grande sacrificio rispettare la sua volonta, e sono triste perché non so cosa fa e con chi vive. Da quel momento mi blocco mio malgrado quando devo uscire di casa.  Io vorrei uscire, anzi quelle poche volte che esco sono io che ho l'iniziativa, e ripeto spesso che vorrei uscire ma la maggior parte delle volte mi blocco e preferisco rimanere in casa. Anche perché ho 82 anni, e non esco da un anno e mezzo, pur facendo una vita attiva in casa.  

Non riesco a capire perché mi succede questo, so che dovrei ovviamente andare in cura da qualcuno e iniziare una terapia e lo faro certamente, ma vorrei avere un primo parere, una prima discussione Qui, potete darmi un aiuto? 


Grazie mille in anticipo
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
dal Suo tracconto emerge probabilmente il vissuto traumatico dell'abbandono che ha sia il Suo nipote, sia Lei. Questo trauma sembra di essere chiaro nella luce del comportamento della Sua figlia nei confronti di voi entrambi.

La storia inizia dalla fuga della figlia e spiega apparentemente tutto il decorso successivo. Tuttavia, la storia non poteva avere l'inizio da lì. Ognuno (come la Sua figlia) ha la propria infanzia, i propri genitori. E questi genitori (compreso Lei) hanno a loro volta la propria infanzia.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Cerco di spiegarmi anche in altre parole e magari meglio.

La storia che Lei ha riferito è importante, senz'altro spiega già molto.

Che poi lo specialista ci troverà un disturbo del tipo "fobia specifica", come la "fobia di uscire di casa" oppure un velato "stato depressivo" (sono delle ipotesi) e li curerà con i farmaci, con le parole (o semplicemente con il fatto che Lei dovrà andare da lui) è un discorso conseguente, che potrà maturare se c'è una motivazione. Questa motivazione può essere difficile da cavare se noi poniamo il problema nei termini del comportamento di un'altra persona: così rischiamo che rimanga il problema di un'altra persona e noi non risolviamo il nostro problema. Credo che abbiamo più possibilità di "uscirne" se poniamo il problema maggiormente nei termini della nostra propria vita, che è molto più lunga e complessa..
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lei introduce l'argomento in merito a sua figlia e poi riferisce un suo problema relativo all'uscire di casa.

Alla sua età non è infrequente che non si esca più di casa per le problematiche correlate all'età, anche se si ha una vita attiva all'interno della propria abitazione.

Non è detto che la sua situazione sia suscettibile di una cura specifica, probabilmente possono essere fatte delle variazioni comportamentali anche attraverso l'aiuto di altre figure che possano esserle di supporto nell'uscire di casa oppure sarebbe il caso di trovare uno "scopo" per uscire di casa, come può essere il motivo di ricercare persone della propria età per passare un pò di tempo insieme.