Spiegazione su due episodi dell'infanzia

Salve Dottori. Ho 25 anni e vorrei richiamare la vostra attenzione su alcune esperienze capitatemi in età adoloscenziale (11-12) sulle quali ultimamente (secondo me per via della pressione eccessiva alla quale mi sto sottoponendo) mi sono fatto alcune domande, dandomi però delle risposte, credo razionali. Prima di spiegare premetto che da circa due settimane sono particolarmente stressato per via dello studio (e non solo, mettiamoci pure famiglia, città in cui vivo e relazioni) e ho avuto una serie di problemi (difficoltà a dormire, confusione mentale, paranoia, mancanza di stimoli a raggiugere risultati). Dunque, ricordo che quando mi trovavo in età da ragazzino alle volte giocavo con alcuni bambini tra i 2 e i 4 anni che venivano a casa mia, per distrarli e far passare il tempo. Scherzando con uno di questi che si lanciava sempre addosso ebbi un'erezione improvvisa e imbarazzante, e capitò di nuovo quando me lo avvicinai nuovamente, sempre per giocare. Per me si trattava di una novità e mi piacque quella sensazione, anche se sinceramente non riuscii a spiegarmi a suo tempo il perchè. L'altro episodio riguarda sempre una bambina che cercavo di far distrarre (non contestualmente al racconto di prima), e ricordo di averle dato dei bacetti sulle labbra e che nello stesso tempo, siccome c'èra la madre lì vicino, non volevo farmi scoprire, come se stessi facendo una cosa sbagliata. Era già capitato di pensare in passato a questi episodi, ma con grande serenità e senza farmi domande, ultimamente invece mi sono posto dei quesiti come se volessi trovarci un significato. Sono arrivato a queste conclusioni. Riguardo il primo, può essere che in quell'età di transizione tra infanzia e adolescenza non si riescono a controllare ancora bene i propri impulsi per via dei cambiamenti ormonali e anche un stimolo minimo senza pensare a nulla ha potuto provocarmi quell'erezione? Quanto al secondo, sempre per via dell'età, si può ancora non ben capire qual'è il modo giusto per manifestare sentimenti diversi tra loro, magari mostrando affetto e tenerezza in modo diverso da come si dovrebbe? Ricordo ancora che da piccolo giocavo con mia sorella (molto più grande di me) e certe volte ci davamo dei bacetti veloci. Forse per questo mi è sembrato naturale farlo a suo tempo? Mia madre tra l'altro mi ha detto che è normale quando i bambini sono così piccoli sentire il desiderio di dare un bacetto, ma che non si fa per un discorso igienico, nè a me è mai passato per la testa di farlo con mia nipote di due anni, tanto per fare un esempio.
Scusatetemi se mi sono dilungato, ma vorrei una spiegazione da persone competenti per capire se quelle esperienze erano normali. Si è trattato comunque di episodi isolati, mai più ripetuti, nè mi è mai capitato di provare attrazione per qualcuno al di fuori delle donne. Vorrei solo capire perchè quei momenti mi sono tornati in mente e se è corretto quanto ho detto.
Grazie.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
quelle esperienze erano normali.

Il "problema" è un'altro: il fatto stesso che Le sono tornate nella mente, e che, apparentemente, leggendo la Sua descrizione, hanno poco a che vedere con le circostanze e con le fonti della presione e dello stress che vive in questo periodo.

Comunque, ogni esperienza e ogni reminiscenza, analizzandole, possono essere potenzialmente utili per la crescita personale e per la maturazione della resistenza allo stesso stress. Un'analisi del genere non è però possibile via internet, ma sì, lavorando con uno psicoterapeuta.

In questo periodo metterei comunque un maggiore accento sul problema dello stress in sé, che potrebbe essere favorito anche dalla stagione calda. Se la problematica è dell'importanza e dell'intensità paragonabile o maggiore a quella dell'estate scorso, sarebbe già un motivo abbastanza importante per consultare uno specialista psichiatra dal vivo.


Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Salve Dottore. Anzitutto grazie per la sua risposta. Quello che io non riesco a capire però è:

1) perchè questa cosa mi è successa all'improvviso (fino a 2 settimane fa, a parte la stanchezza e qualche difficoltà a dormire, stavo bene);

2) perchè proprio questi episodi (sui quali, a mio avviso, non avrei alcun motivo di riflettere);

3) perchè ci penso continuamente? Come se mi sentissi in colpa e cercassi una giustificazione.

Mi creda, mai mi sono sentito così in vita mia. Ho avuto si momenti di sbandamento, di crisi, ma li ho sempre superati, e poi chi non ce li ha?
Comunque (non so quanto possa essere di rilievo), nelle due notti precedenti all'insorgere di questo malessere ho assunto, per riuscire a dormire, delle compresse di stilnox, che prendo all'occorrenza, cioè solo quando ne ho davvero bisogno. Assumere farmaci all'acqua di rose non è da me, fatto sta che è stato il mio medico a prescrivermeli.
Un'ultima cosa "Se la problematica è dell'importanza e dell'intensità paragonabile o maggiore a quella dell'estate scorso". A cosa si riferisce?
Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
come ho cercato di spiegarLe, alle Sue "perché" non si può rispondere via internet. Alle risposte che Lei cerca si arriva solo tramite un lavoro dal vivo con uno specialista psicoterapeuta.

Con lo stilnox (principio attivo: zolpidem) sono stati segnalati alcuni casi di effetto eccitante, e, in genere con tutti gli ipnotici e gli ansiolitici sono possibili gli effetti disinibitori (perché l'inibizione riguarda non solo la veglia o l''ansia, ma anche i meccanismi di controllo cosciente). Bisogna attenersi alle dosi prescritte.

"Se la problematica è dell'importanza e dell'intensità paragonabile o maggiore a quella dell'estate scorso": mi riferivo alla Sua richiesta di consulto dell'estate scorso:
https://www.medicitalia.it/consulti/medicina-generale/226242-l-insonnia.html
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Capisco....Un'ultima domanda. Quanto da me esposto potrebbe essere compatibile con ciò che mi è stato risposto al post da lei indicato, ossia "sintomi compatibili con una fisiologica sindrome da stress" o potrebbe trattarsi di qualcos'altro?
Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
a differenza del consulto dell'estate scorso, nella situazione esposta da Lei nell'attuale consulto, forse è più un "fisiologico bisogno di rassicurazione".



[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
"Fisiologico"....quindi normale sta dicendo? Praticamente vorrei sentirmi rassicurato su qualcosa di assolutamente naturale? Dunque, quanto ho detto sopra non dovrebbe essere motivo di preoccupazione per me?
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Sì, proprio così.

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
S', proprio così. Per quanto riguarda l'oggetto delle Sue preoccupazioni a livello delle idee.

Però per quanto riguarda lo sfondo della situazione

("particolarmente stressato per via dello studio (e non solo, mettiamoci pure famiglia, città in cui vivo e relazioni) e ho avuto una serie di problemi (difficoltà a dormire, confusione mentale, paranoia, mancanza di stimoli a raggiugere risultati"),

non lo si può ricondurre alla "fisiologica reazione allo stress", e se la problematica è dell'importanza e dell'intensità paragonabile o maggiore a quella dell'estate scorso, consulta uno specialista Psichiatra (ma dal vivo, non via internet !). E non si limita alle soluzioni solo sintomatiche o del momento (ipnoinducenti, rassicurazioni).



[#9]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Dr. Gukov ancora grazie per le sue risposte. Vorrei però ancora chiarire alcuni punti.
Per quanto riguarda quello che lei definisce "sfondo della situazione", mi creda, non sono così tanto preoccupato, non certo perchè si tratta di qualcosa che ho accettato ma perchè sono aspetti sui quali sto maturando e lavorando da tempo (la città, la famiglia, le relazioni), e noto in me miglioramenti e diversità, giorno dopo giorno. Sostanzialmente si tratta di aspetti caratteriali, di limiti e situazioni con le quali piano piano sto imparando a confrontarmi, e a risolvere ovviamente. La cosa che al momento più mi preoccupa e sulle quale probabilmente, come dice lei, ho bisogno di essere rassicurato è quella che lei sopra ha chiamato "Sue preoccupazioni a livello delle idee". Quello che vorrei cercare di capire è questo. Gli episodi che ho raccontato sopra, a suo tempo, erano normali secondo quanto ha detto nel senso che non c'è niente da capire? Non c'è nessun significato da trovare? Ad esempio, riporto uno stralcio di quanto ho scritto sopra
"L'altro episodio riguarda sempre una bambina che cercavo di far distrarre (non contestualmente al racconto di prima), e ricordo di averle dato dei bacetti sulle labbra e che nello stesso tempo, siccome c'èra la madre lì vicino, non volevo farmi scoprire, come se stessi facendo una cosa sbagliata". Lei come lo spiegherebbe, da professionista, quel comportamento? Voglio dire il fatto di aver manifestato affetto in quel modo e del non voler farmi vedere? E' spiegabile?
Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
da professionista Le posso dire che è sbagliato cercare una interpretazione di questo ricordo che sia valida universalmente (e dunque anche per Lei), è sbagliato occuparsi delle interpretazioni non conoscendo abbastanza la persona e la sua vita e non seguendo la persona dal vivo. E' dunque sbagliato farlo via internet.

Che i ricordi come quelli che riporta Lei possano essere normali è un'osservazione in linea generale. Ma se a Lei questi ricordi creano la preoccupazione, vuol dire che, se se ne preoccupa, ne ha dei motivi Suoi, individuali. Dunque le interpretazioni "in linea generale" e le "rassicurazioni" non hanno alcun senso, se non quello di sfuggire dal problema. O non ci si pensa, o ci si occupa come si deve:

perché non decide di andare da uno psicoterapeuta ?
[#11]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Dr. Gukov non ho mai detto di non volerci andare. Il punto è che situazioni di questo genere per me sono inusuali. Se ci convivessi da anni, allora d'accordo, sarei il primo a dire di aver bisogno di un aiuto. In realtà, mi sono trovato in questa condizione solo una volta in vita mia prima di ora, circa 2 anni fa, per un breve periodo. Avevo dei pensieri intrusivi, malsani e immotivati, che mi ossessionavano non poco; decisi di parlarne con il padre di un amico, la cui qualifica però non ricordo esattamente (del tipo esperto grafologo e consulente familiare), il quale mi trasmise tranquillità con 2 brevi ore di dialogo, presentandomi la situazione che gli avevo descritto e le cose a cui pensavo come assolutamente normali, naturali: dei momenti che capitano un pò a chiunque, soprattutto quando si è sfiniti, e concluse dicendomi di essere meno rigido con me stesso. Nel giro di qualche giorno ero come nuovo, e non ho proseguito con quegli incontri (anche se eravamo rimasti che ci saremmo rivisti) perchè ormai avevo supeato quella crisi. In generale, sono sempre stata una persona equilibrata; forse sarò un pò troppo coscienzioso e responsabile, ma sto crescendo, sto imparando ad essere più elastico con me stesso e con gli altri e a prendermi meno sul serio.