Introversione e ottundimento

Gentili e rispettabili Dottori, mi chiamo Francesco e porgo nuovamente i miei cordiali saluti.
Diversi giorni fa ho richiesto un consulto nella sezione 'Gastroenterologia e endoscopia digestiva' ma mi è stato consigliato di rivolgermi ad un altro tipo di specilisti ed eccomi qua.
Ciò che vorrei chiederVi è sostanzialmente contenuto nella mia "Storia clinica" (mi riferisco al servizio fornito da questo sito), quindi Vi prego di dare un'occhiata lì -evitandomi di riscrivere la stessa storia- prima di proseguire oltre.

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Bene, dopo aver letto l'anamnesi nel precedente consulto aggiungo le ultime informazioni che penso potrebbero rivelarsi utili per Voi psichiatri, e le ultime domande.
Da quando ho iniziato l'università (ora sono al secondo anno) ho dovuto cessare tutte le attività sportive, per questioni di tempo, fino a prima conseguite e anche il tempo per gli svaghi è stato notevolmente diminuito. Dopo i primi insuccessi didattici ho deciso di prendere la cosa più violentemente troncando di netto tutto ciò che non era relativo agli studi.
Ho proseguito in questo modo per mesi mentre le delusioni (esami non passati, i genitori premurosi e insistenti) continuavano a procedere ugualmente o, a volte, anche peggio.
Lo sport mi mancava spesso ma volevo stare concentrato solo sullo studio pensando magari che con la forza avrei ottenuto risultati eccellenti; sono stato il peggior nemico di me stesso, mettendomi sempre in discussione da solo, trattandomi in modo severo, ecc.
Tra lo sport che mancava, le delusioni e altro, iniziavo ad indebolirmi e si sa che la debolezza crea insicurezza quindi paura quindi odio; E penso proprio a quest'odio che continua a divorarmi come la causa dei miei mali.

DOMANDE:

Potrebbe la rimuginazione e l'introversione essere la causa di questi problemi di stomaco ma soprattutto questo senso di ottundimento molto simile allo stato di ebbrezza?!
Pensate che trovare un modo di scaricare la tensione potrebbe aiutarmi?

Ora invece una domanda inerente al consulto precedente, perchè per settimane dopo quella sera in cui ho avuto l'attacco di panico sono stato ipersensibile a tutte le emozioni? ero tipo in stato di shock?



Sarei molto lieto di venire a capo di questa sgradevole situazione anche grazie al Vostro aiuto.

Cordiali saluti, Francesco
[#1]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo inoltre altri sintomi che potrebbero essere significativi:

-Mal di testa continui, più o meno intensi, generalizzati oppure puntuali sulla parte destra.
-Tachicardia, continua o quasi.
-Perdita di capelli, spesso quando li lavo perdo più capelli del normale da un paio d'anni (ho molti capelli e non credo sia alopecia).

Spero possano significare qualcosa.

Cordiali saluti.
[#2]
Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
dai sintomi che lei descrive e dagli esami clinici a cui si è sottoposto per escludere eventuali patologie di carattere organico, sembrerebbe che la gestione dell'ansia sia il problema principale da cui scaturirebbero tutta una serie di sensazioni spiacevoli che lei descrive come ottundimento.
Riguardo alla sua prima domanda, posso semplicemente dirle che la ricerca delle cause che determinano un problema spesso ci fa perdere un sacco di tempo, senza riuscire risolvere il problema. le cause possono essere una, nessuna o centomila. Ciò a cui dovremmo orientarci è come risolvere il problema che nel suo caso specifico è quello di accedere ad una psicoterapia. per la seconda richiesta io credo che insieme al suo terapeuta troverete il modo migliore con cui gestire l'ansia e la tensione. Infine, dopo l'attacco di panico si vive generalmente con l'ansia quelle sensazioni spiacevoli possono ripresentarsi in qualsiasi momento. L'ansia, inoltre, subisce un effetto moltiplicatore dovuto alla paura di non conoscere ne che cosa sia effettivamente accaduto che il tipo di sintomatologia che si è presentata.

Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto La ringrazio della risposta repentina.
Vorrei precisare che non sento più presente questa pesante ansia, cioè sono sempre stato un tipo sensibile ed empatico ma non è più come all'inizio di questa storia, ora è rimasto solo questo arrossamento di stomaco che mi da problemi e la sensazione di ottundimento; o almeno questo è quello che provo consciamente.
Non ci sono altri consigli che potrebbe darmi oltre la psicoterapia? Magari qualche attività di sportiva o/e di gruppo, ecc.


Ci tengo a precisare -dato che durante la valutazione psichiatrica mi è stata fatta questa domanda- che ho relazioni con altre persone, vedo spesso vecchi amici e famiglia (cugini, nonni, ecc), cioè nonostante io reprima rabbia e quant'altro non mi privo delle piacevoli relazioni che amo tanto.

Cordiali saluti.




ERRATA CORRIGE: nella risposta #2 ho parlato di mal di testa, precisamente avvengono soprattutto la mattina quando mi sveglio e la sera quando sono stanco prima di andare a dormire. Inoltre, ma non so quanto possa essere importante, ho notato che "a testa in giù" (ad esempio allacciandomi le scarpe) il mal di testa peggiora.
[#4]
Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
la psicoterapia implica il mettere in gioco le proprie emozioni ed anche la disponibilità al cambiamento. Non è raro trovare in utenti della sua età le sensazioni che lei ha descritto. Non è neanche raro che i sintomi fisici si accompagnino ad una progressiva chiusura verso tutte le attività esterne come quelle sportive e, in taluni casi, anche quelle sociali. Tutto ciò non avviene perchè siamo deboli dal punto di vista psicologico o da quello fisico, ma semmai perchè le circostanze, l'ambiente di vita non ci permette di svolgere tutte le attività che sono necessarie al prepararci all'uscita di casa. tecnicamente questa fase si chiama svincolo ed è come se nascessimo un'altra volta. Da piccoli veniamo fuori dall'utero della mamma, da grandi usciamo dalla casa dei nostri genitori per farci una nostra casa. In mezzo ci sta il travaglio del parto con tutte le conseguenze che esso comporta. Il carico di sofferenza e di crisi è uguale: dal tranquillo sacco amniotico che ci protegge rispetto all'esterno passiamo ad un mondo rumoroso; dalla tranquillità della nostra casa dove i nostri genitori sono pronti a risolverci qualsiasi problema passiamo al mondo esterno irto di pericoli da affrontare. lei crede che un'attività sportiva possa farci affrontare e risolvere problematiche così complesse?
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie per l'aiuto -quasi paterno- e della spiegazione chiara del Suo punto di vista. Io pensavo allo sport, o qualcosa di questo tipo, solo come valvola di sfogo, niente di più.

Pensa che il tempo possa lenire questo tipo di "ferite"?
Per ora il tempo ha migliorato qualcosa ma forse ci sono dei gradini che non può superare da solo...
[#6]
Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
i nostri sono semplicemente consigli. Non facciamo psicoterapia on line e tanto meno i papà. Siamo spesso talmente impegnati con i nostri figli che non ci sogniamo neanche per un momento di poter svolgere questo ruolo anche in questo sito, tranne che lei voleva che noi lo "autorizzassimo", al contrario dei suoi genitori, a svolgere attività sportiva.
Ciò che le posso dire è che in questo momento lei non si sente o non può essere pronto al cambiamento. A volte le circostanze di vita, il contesto in cui viviamo subiscono dei cambiamenti e, quindi, noi siamo costretti a cambiare. Tante altre volte, invece il cambiamento se non opportunamente guidato non può avvenire.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Spett.le Dr. Indelicato, non avevo intenzione di cercare psicoterapia e tanto meno "padri" in questo sito ma soltanto consigli da parte di specialisti.
L'argomento 'cambiamento' l'abbiamo trattato anche nella seduta di valutazione con lo psicologo ma non ne è venuto fuori niente di che, sostanzialmente sono passato da studente di scuole superiori ad universitario ma senza eccessivi cambiamenti. Comunque, grazie per avermi instradato nella direzione da percorrere.

Cordiali saluti, Francesco
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