Ore di sonno e depressione

Gentili Dottori,
mi sto curando da un anno con clomipramina 75 mg + lamotrigina 200 mg per una depressione bipolare di tipo 2 (ho avuto una sola fase ipomaniacale di 6 mesi e successivamente solo depressione cronica). Da un anno le cose stanno andando bene tanto che è già qualche mese che sto tentando di ridurre l'antidepressivo per tentare la monoterapia con il solo stabilizzatore.L'unica cosa che mi lascia un pò perplesso sono delle piccole ricadute non molto gravi che curiosamente mi capitano nei giorni che dormo di più.Mi spiego meglio. Nei giorni che vado a lavorare e mi alzo alle 6 di mattina la giornata scorre tranquilla senza problemi, il mio umore è stabile.Nei giorni che invece non lavoro e quindi resto a letto di più, anche fino alle 10-11 del mattino, durante il giorno ho delle piccole ricadute molto sfumate (non gravi come la malattia non coperta da farmaci)che sono caratterizzate dai seguenti sintomi:sensazione di testa confusa, leggera derealizzazione,nausea,leggera ansia con sudorazione marcata (in particolare sulla fronte), difficolta nell'addormantamento la sera.Nei giorni seguenti, quando riprendo i normali ritmi di lavoro tutto torna come prima. Anche se può sembrare strano i cicli sono esattamente così. Facendo delle letture in ambito psichiatrico ho notato che c'è una teoria che sostiene che una diminuzione delle ore dormite o una totale deprivazione del sonno hanno effetti antidepressivi, mentre un aumento delle ore di sonno ha un effetto depressivo sul sistema nervoso.Ma può essere così automatico? Cioè, avere un peggioramento sin dal primo giorno che si dorme di più?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.2k 1k 63
Gentile utente,

il fenomeno a cui fa riferimento non e' proprio cosi' automatico come descrive.
Potrebbe essere anche possibile, invece, che nei giorni in cui si alza piu' tardi ha piu' tempo per lasciare libera mente in merito ad alcuni pensieri che possono poi scatenare i sintomi.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
se lei è abituato a svegliarsi alle 6 del mattino può essere normale avvertire un leggero senso di confusione difficoltà successive nell'addormento, quando si alza alle 11. Potrebbe provare ad imporsi un orario diverso (tipo le 9) per svegliarsi anche nei giorni in cui non lavora. Come diceva il Dott.Ruggiero, i fenomeni che lei descrive non sono automatici.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Grazie per le risposte.Vorrei però precisare che questi disturbi sono a carattere strettamente endogeno. Cioè non sono secondari a pensieri negativi che potrei avere di più nei giorni che non lavoro.Questi sintomi, come ho già descritto si presentano circa un'ora dopo il risveglio con leggera ansia e una forte sudorazione in tutto il corpo ma in particolare sulla fronte, poi nel corso della giornata subentrano nausea, mal di testa, derealizzazione e abbassamento del tono dell'umore.Questo capita anche se mi alzo un pò prima verso le 9 come ha suggerito il Dottor Martiadis.Per ovviare a questi disturbi il mio curante aveva inserito prima la mirtazapina con ottimi risultati, ma ho dovuto sospenderla per un aumento del peso troppo forte (quasi 20 kg in 6 mesi),e successivamente la levosulpiride per potenziare l'effetto antidepressivo della clomipramina (anche qui buoni risultati ma ho dovuto sospenderla perchè mi aveva causato una iperprolattinemia fortissima). Secondo il vostro parere cosa potrei associare alla mia cura per risolvere i miei disturbi? Potrebbe avere una sua logica aumentare il dosaggio della lamotrigina? Naturalmente dei vostri consiglio ne parlerò poi con il mio curante.
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Dr.ssa Serena Rigamonti Psicologo 14
Carissimo,
mi permetto di intervenire sulla discussione per non parlare di farmaci, nel senso che mi ha incuriosito sapere se ha mai provato ad associare all'uso di farmaci, di cui sono convinta debba fare uso, almeno per adesso, una psicoterapia. Forse, potrebbe aiutarla a comprendere le motivazioni di base del suo malessere, perchè la diagnosi può essere utile, ma a mio avviso è un nome con cui chiamare uno stato fisico e mentale, ma non una soluzione. Se l'erbaccia non viene estirpata dalla radice, poi ricresce....

Dr.ssa Serena Rigamonti

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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Osservazioni cliniche lasciano ipotizzare che la deprivazione di sonno possa aumentare (ovvero anticipare) l'efficacia della terapia a base di antidepressivi grazie ad una accentuazione della stimolazione serotoninergica e dopaminergica. Contestualmente alla sospensione della deprivazione di sonno si osserva una brusca ricaduta del tono dell'umore. D'altro canto la deprivazione di sonno può (nel disturbo bipolare) precipitare una crisi maniacale.
Una cosa però non mi è chiara nella Sua missiva: da una parte Lei dice che il Suo psichiatra si sta orientando ad una riduzione della terapia antidepressiva, dall'altra però i sintomi che Lei riferisce risultano migliorare in caso di aumento della terapia antidepressiva (ovvero associando o Mirtazapina o Levosulpiride).
A questo punto mi viene spontaneo chiedere per quale motivo Le è stato proposto di ridurre l'antidepressivo ?

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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Utente
Utente
Volevamo ridurre l'antidepressivo per avere meno problemi di effetti collaterali sulla sessualità. Ho già usato in passato la clomipramina e si è dimostrata efficace anche a bassi dosaggi di mantenimento (20-25 mg) che naturalmente mi danno meno effetti collaterali. Questo antidepressivo su di me funziona sui sintomi gravi della depressione mentre non riesce a contenere i sintomi residui che prima ho descritto nemmeno aumentando il dosaggio (siamo arrivati fino a 150 mg).Utile invece si è dimostrata l'associazione con i farmaci suddetti ma come già scritto ho dovuto sospenderli per effetti indesiderati.Quindi vi chiedo un consiglio in base alla vostra esperienza che ovviamente non sostituirà quello del mio curante.
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Una strategia da valutare però attentamente potrebbe essere quella di sostituire l'antidepressivo con un altro come la venlafaxina o il buproprione, ovvero anche sostituire la lamotrigina con il Litio. Tenendo però presente che quest'ultimo ha una maneggevolezza inferiore rispetto alla Lamotrigina, in quanto l'intervallo terapeutico del farmaco è molto più stretto e maggiori sono anche i rischi di tossicità in iperdosaggio.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Utente
Utente
Gentile Dottor Tonelli, grazie per le pazienti risposte.Con il mio curante avevo già preso in considerazione il cambio di antidepressivo e avevamo parlato proprio della venlafaxina, perchè la clomipramina sembra aver perso efficacia nel tempo. Per il bupropione non saprei nemmeno se lo usa come antidepressivo il mio psichiatra, ma potrebbe essere indicato per un caso come il mio? La mia depressione ha una forte componente ansiosa, il bupropione potrebbe essere troppo attivante visto che agisce sulla dopamina? So che il litio è ancora il farmaco più efficace per stabilizzare l'umore ma per il momento sono io che preferirei non prenderlo sia per gli esami del sangue di routine che bisogna fare, sia perchè può dare un notevole aumento di peso (lo prendeva una mia amica).Mi sembra che la lamotrigina negli Stati Uniti venga usata frequentemente anche in monoterapia per le sue capacità antidepressive, però a dosaggi più alti di 200 mg,sarebbe percorribile l'aumento del dosaggio? Infine le volevo chiedere se potrebbe funzionare l'associazione tra lamotrigina e uno stabilizzatore con azione ansiolitica, tipo gabapentin o pregabalin, visto che i sintomi "resistenti" della patologia sembrano avere un carattere più ansioso che depressivo.Grazie infinite per le risposte.
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
La Venlafaxina è un ottimo antidepressivo, per me personalmente spesso rappresenta il farmaco di prima scelta. La Lamotrigina prevede un dosaggio massimo di 500 mg/die in monoterapia, per cui teoricamente potrebbe essere aumentata, se il Suo curante lo ritenesse opportuno. Stessa cosa l'associazione con Gabapentin è ugualmente possibile dato che non sono riportate interazioni tra i due farmaci.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
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Utente
Utente
Invece di aprire un nuovo consulto ho deciso di "riesumare" questo perchè ci sono stati degli sviluppi positivi.Il mio curante ha aggiunto alla terapia il Trazodone 150 mg e, oltre ad un notevole miglioramento del sonno, i sintomi che lamentavo nelle domande suddette sono spariti.Il trazodone quindi ha rafforzato l'effetto antidepressivo della terapia come avevano fatto la mirtazapina e la levosulpiride.Per curiosità ho fatto una ricerca in internet per capire quali potessero essere le affinità tra questi farmaci e ho visto che tutti e tre hanno in comune il bloccaggio del recettore della serotonina 5ht2.Vogliate quindi scusare la mia domanda a carattere forse un pò troppo scientifico,ma potrebbe essere questo il recettore colpevole dei sintomi residui che la lamotrigina e la clomipramina da sole non riuscivano a coprire?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.2k 1k 63
Gentile utente,

la risposta ai farmaci e' differente da paziente a paziente.
Non ha nessuna importanza il funzionamento del farmaco in se' quanto il fatto che sia riuscito ad ottenere un buon compenso dal trattamento attuale
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