Situazione complicata

Salve
Ho 36 anni, vivo in casa con mio padre e mia sorella 39enne, mia madre è morta circa 10 anni fa. Mia sorella non esce più di casa dal giorno della morte di mia madre, nemmeno fuori al pianerottolo di casa. Passa le sue giornate chiusa in camera davanti al computer o alla televisione, negli ultimi mesi non accende nemmeno la luce in camera, rimane al buio. Non risponde nemmeno al citofono e al telefono, mangia da sola in camera ed è ingrassata in modo considerevole. Non ha mai voluto consultare un medico, né provare qualsiasi cosa per uscire da questa situazione, sono 10 anni che vive chiusa in 4 mura senza vedere nessuno!. Non ha mai assunto atteggiamenti pericolosi né verso se stessa, né verso me o mio padre. Mio padre non vuole fare nulla per porre rimedio a questa situazione, io invece sono davvero preoccupato ed esausto di questa situazione assurda. Cosa posso fare legalmente per farla curare considerando che sono il fratello convivente (e considerando che mio padre non è d''accordo su un''eventuale azione del genere)? Vi prego datemi delle risposte, non ce la faccio più a vederla così!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In assenza di elementi di pericolosità si può far poco, nessuno può obbligare una persona a uscire di casa. Certo è che evidentemente per tutte le necessità (spesa, acquisti etc) qualcuno si presta a servirla, e in questo modo la situazione diventa sostenibile.
Non è chiaro quale sia il movente per questo isolamento, però intanto sarebbe proponibile una visita domiciliare come mediazione tra il suo rifiuto di uscire e la necessità almeno di capire che tipo di stato psichico abbia.

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Utente
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Salve
Grazie della risposta. Si, mio padre si presta per fare la spesa (come ho già scritto in precedenza lui non vuole fare nulla per cambiare questa situazione). Riguardo alla visita domiciliare la rifiuta a priori. Ma io legalmente come fratello potrei proporre qualche forma di trattamento obbligatorio o ci vuole anche il consenso di mio padre per poter avviare una pratica simile?
Grazie mille.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Le persone possono segnalare la situazione alla ASL di zona, dopo di che le autorità sanitarie possono disporre un ASO che è un accertamento sanitario obbligatorio. Non è automatico che da questo derivi un trattamento obbligatorio, che nel caso si effettua in ospedale: se la persona non è riconosciuta affetta da disturbi con rischi urgenti, o se accetta di fare le cure prescritte a domicilio non si rende necessario alcun obbligo.
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dopo
Utente
Utente
Salve
Grazie per la risposta. Cosa devo fare per chiedere un accertamento "Aso" allora? Quali sono le procedure burocratiche? Posso farlo io da fratello senza il consenso di mio padre?
Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
L'ASO lo chiedono i medici, sulla base di segnalazioni, quindi la segnalazione da parte di una persona che voglia riferire su una situazione "forse" di interesse sanitario non comporta alcun automatismo, la ASL decide se e come interessarsene, ovviamente prima cercando di capire se è possibile accertare la situazione in maniera non coatta.