La rottura, ma che pensa sia la cosa giusta

Gentile dottore\dottoressa,
scrivo per avere un aiuto per quanto riguarda la situazione tra me e il mio (ormai ex) ragazzo, mio coetaneo.
La nostra è stata una storia durata tre anni e sognavamo un futuro felice insieme. Siamo ancora giovani, quindi ero consapevole ci fosse ancora da lavorare su determinate cose tra di noi. Stavamo bene insieme, me lo diceva sempre anche lui e, conoscendolo da tanto, lo vedevo dai suoi occhi. Quest' estate per qualche settimana sono andata a vivere dai miei nonni per incompatibilità con i miei genitori e questo ha dato il via a una sorta di suoi pensieri (è un ragazzo che pensa, pensa troppo) che lo hanno portato a dirmi che non stava bene con se stesso e quindi nemmeno con me. Ci abbiamo ragionato insieme con calma e ne è emerso che questo suo malessere fosse dovuto a sua continue domande su chi sia lui veramente, quali siano le sue priorità etc; è sempre stato un ragazzo molto credente, sempre occupato con tantissime attività per Chiesa e oratorio, ma negli ultimi due anni aveva smesso soprattutto a causa del trasferimento in una città vicina per l'università. Questo "periodo di congedo" da queste attività per lui estremamente importanti lo ha mandato talmente in crisi tanto da generare in lui dubbi sulla sua vita, sullo scoprire chi è... O forse il congedo non c'entra, è solo una mia interpretazione. Capendo che il problema non era tra noi due siamo andati avanti tranquillamente (lui con me era dolce, premuroso come al solito ma continuava a porsi quelle domande) fino a due settimane fa quando una semplice discussione/piccolo litigio lo ha fatto andare in crisi (se una persona non sta bene con se stessa a ogni minima cosa storta si rende conto di non star bene nemmeno con gli altri penso io). Dopo un giorno di silenzio mi ha detto che ha bisogno di stare solo per riuscire a capirsi, fare quelle attività che aveva abbandonato, che ha ricominciato all'inizio del mese, per comprendere chi è perchè solo in questo modo sarebbe riuscito a trovare la serenità; e non esclude un futuro insieme quando avrà capito quello che vuole scoprire. Io ho cercato di convincerlo che non era la cosa giusta, ma lui era deciso. Ora i suoi amici mi riferiscono che lui afferma che gli manco e che sta male per la rottura, ma che pensa sia la cosa giusta per la sua ricerca spirituale.
Mi sembra tutto assurdo, forse perchè abbiamo caratteri diversi; mi sembra assurdo che una storia possa finire per questi motivi. Quanto potrebbe durare questa ricerca? Perchè mi ha allontanata? Cosa potrei fare per fare in modo che capisca che non gli sarò d'intralcio ma che lo voglio solo aiutare? A quanto pare le mie parole non sono servite.
Grazie per la gentilezza!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La domanda che si pone è altrettanto "assurda". Se una persona ha deciso di allontanarsi e di porre fine ad una relazione con determinate implicazioni per intraprendere un'altra strada, che senso ha cercare di fargli capire che lo vuole aiutare ? Non è che sia stata accusata di non aiutarlo o di essergli di intralcio, è lui che si è allontanato. Le sue parole possono non essere servite, ma non erano richieste.

Per quanto riguarda le ragioni dell'interruzione della vostra storia, non è detto che la cosa sia ascrivibile ad un qualche disturbo. Lui, sia con Lei che con gli amici, ha riferito di esser convinto di aver preso la decisione migliore per sè.
Potrebbe essere benissimo una "crisi spirituale" con significato psichiatrico, ma non ci sono elementi per stabilire questo.

In questo quale problema medico intravede ? E' una persona che ha avuto già problemi psichici e già altre volte si è allontanato ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Sì, una volta come Le ho detto quest'estate e una lo scorso anno. Non si è allontanato, ma manifestava questo suo malessere; ogni volta, ragionando insieme, stabilivamo che il suo problema non c'entrasse con la coppia e infatti già dal giorno dopo tutto ritornava come prima. Questa volta probabilmente ha capito che, anche se il malessere non riguarda la coppia ma i problemi prima citati, continuava in ogni caso a stare male. E in effetti se uno sta male o non si sente a posto con se stessa non può portare avanti serenamente una relazione, ma posso assicurare che ci ha provato. Il problema che intravedo è che non mi sembra normale che una persona cada in crisi con se stessa per queste domande. A lui manco e soffre per la separazione quindi ancora una volta si capisce che io non c'entro con i suoi problemi. Volevo solo sapere se c'era un modo per aiutarlo o per farlo vivere serenamente la relazione con me vista la diversa natura dei suoi crucci.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non le sta chiedendo aiuto però, e non è detto che possa vivere serenamente una relazione, al momento pare orientato in tutt'altra direzione. Oltretutto è una questione che si ripropone ciclicamente. La ricorrenza di comportamenti in una persona depone per una "tendenza" con cui comunque dovrebbe fare i conti anche in caso di riavvicinamento, probabilmente.
Poniamo il caso che si tratti di una vocazione ad un altro tipo di vita, che non ammette relazioni sentimentali e/o sessuali, oppure ad un interesse prevalente che non consentirebbe di dedicarsi ad un'altra persona, o che non glielo fa proprio desiderare, per quale motivo questo orientamento dovrebbe essere ostacolato ?
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Gentile dottore,
non voglio ostacolarlo in questo sua ricerca e non credo che il percorso sia quello da Lei suggerito in quanto dice di amarmi, gli manco e soffre per la nostra lontananza. Penso sia più che altro una ricerca, una perdita di se stesso dovuta a un abbandono di attività che si è reso conto essere importantissime. Sa che standogli vicino in questo percorso io soffrirei perché sa che fino a quando non capirà determinate cose questo malessere si ripresenterà anche con me e inoltre vuole farlo da solo, senza influenze spera di poter risolvere più velocemente. Dice che il nostro sentimento non può essere vissuto con serenità data la situazione attuale ma spera in un futuro tra noi. Ma non capisco come mai talvolta sia impossibile per due persone innamorato stare insieme.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Può benissimo darsi che questa fase sia una fase "particolare" in termini psichiatrici, di solito questi cambiamenti ricorrenti, bruschi e sofferti senza un motivo realmente definito lo sono. E' anche vero che chi è lasciato a volte cerca spiegazioni a comportamenti molto più semplici. Un discorso tipo "il nostro sentimento non può essere vissuto con serenità data la situazione attuale ma spera in un futuro tra noi" non significa praticamente niente di chiaro, per cui o è un modo per chiudere amichevolmente, oppure è indice di una situazione di perplessità anche da parte di chi lo esprime.
Se la persona ritiene di aver bisogno di parlare con uno specialista lo può sempre consigliare accompagnare, perché quando si sta male forse è il caso di capire quale meccanismo è in moto, però potrebbe semplicemente rifiutarsi sostenendo che sono sue decisioni di vita.
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Gentile dottore, penso sia un problema vero e proprio perché anche a distanza di un mese continua a dire ai suoi amici di non star bene con se stesso e di v oler ricercare chi è davvero, cosa vuole dalla vita etc.. E pensa ci vorrà molto tempo. io non c'entro più nulla con queste cose, quindi è un problema suo, che va oltre la relazione. Gli avevo consigliato già questa estate una visita da uno specialista, ma vuole fare tutto da solo. Secondo Lei potrà mai trovare una risposta alle domande che si pone da solo? Ho sentito alcune opinioni e mi sono resa conto che questo smarrimento di se stessi non è un caso isolato. Quanto ci può volere a ritrovare un equilibrio con se stessi?
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.7k 52
Gentile utente,
certo non si tratta di un caso isolato,è infatti esperienza comune per un professionista quella di imbattersi in situazioni simili.Generalmente è difficile fare chiarezza dentro di sè senza un aiuto esterno,e comunque i tempi sono generalmente lunghi.Indubbiamente bisognerebbe partire da una precisa diagnosi delle necessità del suo ragazzo,Penso pertanto che la scelta migliore potrebbe essere quella di interpellare uno specialista del campo psicologico o psichiatico per un primo colloquio di orientamento.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani

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La ringrazio dottore, cercherò di parlargli per convincerlo che il Suo consiglio è la strada migliore. Mi scusi se la disturbo ancora; è vero che può capitare di voler trovare la propria strada nella vita, scoprire le proprie priorità e chi si è davvero, penso.succeda a tutti prima o poi. Ma secondo Lei è davvero possibile che possa sopraggiungere una crisi in una persona che si pone queste domande tanto da non farla star bene con se stessa, tanto da non farla star bene nelle relazioni con gli altri (me nella fattispecie) e tanto da lasciarmi perché per questo suo malessere non è in grado di affrontare i piccoli problemi tra noi vedendoli come insormontabili? Le faccio queste domande perché abbiamo caratteri molto diversi, io forte e lui molto fragile, quindi certe volte non riesco proprio ad immedesimarmi.
La ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Lo smarrimento di se stessi non è niente di preciso, può essere un sintomo di un malessere psichiatricamente prevedibile e curabile, così come una scusa per prender tempo e ritirarsi da situazioni che non si vogliono gestire o per cui non si ha più interesse. L'unico indicatore è il fatto che la cosa si ripete ciclicamente sembra, più che essere un momento di svolta e di ripensamento storicamente collocati. Non saprei se e come Lei debba interessarsi oltre di questa vicenda, visto che ne è tenuta fuori dal diretto interessato.