Depressione di un parente

Buongiorno signori medici,
sono il nipote di una signora di circa 70 anni che soffre di depressione. La paziente è in cura da uno psichiatra che, probabilmente per il fatto che le ha cambiato la cura riducendola, l'ha riportata ai livelli alti di depressione come circa 4 anni fa. Così, poco tempo fa, resosene conto, ha aggiunto alla cura alcune gocce di lexotan (mi pare che inoltre prenda il depakin e il sierupin).Sono certo del fatto che le medicine possono aiutare ma il primo passo per uscire da questo tunnel deve essere intrapreso dalla paziente stessa AIUTATA dai parenti. Il problema è proprio questo. Mia nonna al mattino sembra essere molto, ma molto agitata con le persone con le quali può permetterselo di farlo. Infatti, in casa con mio nonno, non si sfoga piangendosi addosso come fa con gli altri che conosce poco perchè sa che lo stesso mio nonno è abituato a vederla in quella situazione e quindi sa che mai potrebbe condividere il momento di pianto insieme a lei. Allo stesso modo si comporta con noi, parenti più vicini. Ma se solo incontra ad esempio sua sorella inizia ad agitarsi e l'atto dell'agitarsi lo rende pubblico, e il più delle volte riesce a far commuovere per pietà anche le altre persone. Ma il piangere insieme a lei nei momenti per lei difficili, le fa del bene? La domanda è proprio questa perchè non sappiamo come comportarci in quelle situazioni. è bene sgridarla e farle capire che è lei che deve metterci la buona volontà o è bene, cosa che io non faccio, compatirla e piangere insieme a lei?
Inoltre il fatto di rendere pubblica la propria agitazione solo con determinate persone è comune agli altri depressi?
Da ultimo lei, quando agitata, assumendo una "briciola" di tavor e solo mettendola in bocca si sente meglio: questo è un fattore psicologico perchè penso che il tavor non agisca in modo tanto rapido. Persino una volta mia madre provò a farle assumere una caramellina zuccherata normalissima dicendole che gliel'aveva consigliata uno psichiatra famoso di Milano e, assuntala, dopo pochi minuti gli passò tutto dicendo "chissà quanto l'hai pagata..."
Ora, in base a quanto esposto soprattutto nell'ultima parte io penso che le medicine, come detto anche sopra, possano solamente aiutare, ma è lei che deve attivarsi per uscire da questa situazione. E i parenti come devono comportarsi??? Compatirla, sgridarla, piangere con lei, o farle capire che quando dice "mi viene addosso quella roba lì" in realtà "quella roba lì" non è nientaltro che lei?? Grazie.
Fiducioso di una vostra risposta, cordialmente vi saluto.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile utente,

c'è qualche discrepanza tra i suoi dati personali e l'età di sua nonna, a parte questo si può affermare che di massima il depresso grave è "insensibile" alle variazioni del clima familiare come quelle da Lei riferite; quindi verosimilmente potrebbe trattarsi di un disturbo distimico più che di un franco disturbo depressivo maggiore.

Lo psichiatra che la sta curando dovrebbe essere informato di questi comportamenti che comunque possono avere la loro importanza nella gestione globale del caso; non credo che sarà facile modificare queste modalità particolari di rapporto di sua nonna con il proprio entourage familiare considerata l'età.

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2008
Ex utente
Io ho 18 anni e i dati personali si riferiscono a un mio prozio che è malato di tumore al polmone (per questo ho inserito i suoi dati, affinchè i dottori avessero maggiori dati), ma in questo caso parlo di mia nonna. la ringrazio per il suo intervento e, confrontandomi con i miei parenti essi mi hanno consigliato di aggiungere, come dato, che la sua è una depressione bipolare.
ma la mia domanda è un'altra ed è relativa al comportamento che i parenti devono adottare in questa situazione. certo di una sua risposta e di ulteriori interventi da parte di altri medici, la saluto.
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