Depressione recidiva

Gent.le dottore, nello scorso mese di agosto sono stata colpita da una violenta forma di depressione (credo la quarta nel corso della mia vita) dalla quale sono uscita, come le altre volte, nel giro di una decina di giorni. Non ho mai sospeso la terapia che assumo tuttora: Citalopran 20, Mirtazapina 30 e Carbolithium 300, 3 al giorno. Ho diminuito notevolmente solo il lexotan gocce. Senonchè, la scorsa settimana i sintomi si ripresentano, spiazzandomi e scoraggiandomi, dal momento che non riesco a trovare neanche il conforto della terapia. Sto, peraltro, affrontando un periodo difficile per un delicato intervento che mio marito deve subire senza che io abbia la forza di supportarlo. Dal momento che potrò parlare con la mia psichiatra solo la prossima settimana, Le chiedo: è possibile stare male nel corso di una terapia farmacologica che ha dato ottimi risultati? Cosa fare in questi casi, perchè la sofferenza è poco sostenibile?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
purtroppo quello che lei descrive è possibile. E' possibile avere delle ricadute anche in corso di terapia farmacologica, soprattutto nei casi in cui le manifestazioni depressive sono ricorrenti. In questi casi, lo specialista deve apportare delle modifiche alla terapia tendenti a ristabilire l'equilibrio perso. Eventualmente va valutata la possibilità di modificare anche la terapia di mantenimento, visto che comunque si è ripresentata una ricaduta a distanza relativamente breve dalla precedente.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Utente
Utente
Gent.le Dottore, La ringrazio per la Sua solerte risposta. Ho avuto modo di parlare telefonicamente con la mia psichiatra che mi ha prescritto il dosaggio del litio, il cui risultato porterò domani nell'incontro che avremo in giornata. Voglio approfittare della sua disponibilità per chiederLe se è normale una ricaduta così ravvicinata, dal momento che precedentemente gli episodi depressivi hanno avuto intervalli anche superiori a dieci anni. Inoltre, che possibilità di guarigione ci sono con il ricorso a farmaci diversi da quelli a cui ricorro attualmente?
Cordiali saluti
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Come già detto, é possibile che ci siano delle ricadute anche ravvicinate, anche se non dovrebbe essere così. Per questo lo specialista apporterà, probabilmente , delle modifiche alla terapia per non incorrere nuovamente in situazioni simili. Se vuole ci informi sull'evoluzione.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, mi è stato prescritto il Cipralex in sostituzione del Citalopram che assumevo da tanto tempo. I miglioramenti (non so se dovuti all'assunzione del nuovo farmaco) sono subentrati nel giro di circa quattro giorni. Ho, però, una perplessità: sto assumendo la compressa da 10 mg, in luogo di quella da 20 prescrittami. Non sono usa ricorrere all'automedicazione, ma sono veramente molto perplessa su un dosaggio così alto. Gradirei avere un suo parere in proposito.
Grazie.