Depersonalizzazione da utilizzo di cannabis

Buonasera egregi dottori. Premetto che ho fatto già una visita da uno Psichiatra, che ha sottovalutato (a mio parere) il problema che è iniziato in data 25 Luglio, e che tutt'ora ho.
Dopo aver fumato uno spinello offertomi da un amico , ho avuto quello che ritengo sia stato un attacco di panico (senso di svenimento , tachicardia, sensazione di gambe pesanti e ovviamente molta paura tanto che ho nella stessa sera ho chiamato 118 e guardia medica pur non essendomi recato da nessuno dei due).

Lo psichiatra del centro salute mentale, cosi come lo psicologo, mi hanno detto che è il residuo della cannabis associata all'attacco di panico che mi fa sentire così.. e che prima o poi passerà..

Purtroppo lo psichiatra non mi ha convinto granché perché mi è sembrato che non abbia avuto molta esperienza con casi di derealizzazione e depersonalizzazione. Alla fine mi ha prescritto Lexotan al bisogno dicendo che a parer suo era solo una questione di tempo prima che il disturbo passasse..

Purtroppo ho trovato vari gruppi in facebook che parlano del problema, e c'è gente che lo ha da anni. E gli è rimasto anche dopo le varie cure con SSRI e antipsicotici.

Inoltre documentandomi in internet (PUDMED) ho trovato che sono state fatte varie ricerche riguardo al problema, ne allego una : https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22378193

Ora, li si parla di adolescenti che consumano marijuana (non specifica se in modo continuo o occasionale), in ogni caso il mio tipo di consumo è stato occasionale, ed io ho 22 anni quindi non penso di essere più un adolescente, o non è così?
Quello che volevo sapere è se in ambito psichiatrico potrei essere considerato un adolescente e quindi di conseguenza entrare nei termini degli studi fatti.

Dimenticavo di dire i miei sintomi : provo un senso di semi-ubriachezza misto a stanchezza costante. Spesso ho mal di testa sopratutto a livello delle tempie.

Vorrei precisare che riesco a fare tutto ciò che facevo prima (non sò per quanto riguarda l'attivita sportiva visto che non faccio niente da circa due anni), vado anche giornalmente all'università dove devo interagire con professori e pazienti essendo anch'io uno studente di medicina.
Inutile dire che con questo peso è diventato tutto più difficile.

Spero possiate darmi dei consigli per uscire da questo "inferno invisibile", grazie

Cordialità
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Anche secondo me lo psichiatra ha sottovalutato il Suo quadro, ma anche perché Lei non gli ha detto tutto...

Dalle Sue richieste di consulto su nostro sito mi risulta che Lei è stato frequentemente preoccupato per varie problematiche di carattere medico. E chi sa... forse Lei ne aveva anche le ragioni obbiettive, ma, secondo me potrebbe essere presente anche una tendenza generale Sua a preoccuparsi per la propria salute che sfocia quasi in una malattia. Potrebbe essere sicuramente anche la quasi naturale propensione dello studente di medicina, al conoscere il mondo delle malattie, sentirsi inizialmente particolarmente vulnerabile a queste. Ma non è detto che sia solo quello. Potrebbe essere anche una vera e propria ipocondria (la quale andrebbe curata).

La cannabis può lasciare talvolta (benché non a tutti) i sintomi che Lei descrive per un periodo relativamente duraturo, ed anche dopo una sola assunzione.

22 anni è un'età "tardo-adolescenziale". Dunque, adolescente, sì. Ma i sintomi che Lei descrive (semi-ubriachezza misto a stanchezza costante, mal di testa sopratutto a livello delle tempie) non sono le depersonalizzazioni, ma non per questo sono meno rilevanti.

Inoltre, non è meno rilevante che la cannabis può accentuare, slatentizzare o far comparire "de nuovo" i disturbi d'ansia, le ossessioni, l'ipocondria, e le altre nevrosi (che molti di noi abbiamo a livello latente).

Peccato che Lei in realtà ha espresso la consapevolezza del bisogno di cura, ma probabilmente Lei non è stato capito, le Le sono state date solo le rassicurazioni; mentre probabilmente quello che serve non sono le rassicurazioni. Io Le auguro di riprovare, ma raccontando allo psichiatra di più di sé stesso.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Grazie per la celere risposta dottor Gukov.
In realtà ho spiegato bene la mia situazione allo psichiatra.
Ho fatto diverse sedute dalla psicologa prima di fare la visita psichiatrica, richiesta da me alla psicologa stessa, che di conseguenza ha spiegato la mia situazione al medico.

Non so' se realmente si possa fare qualcosa per questo disturbo. Ma non capisco da cosa sia dato.
E lo psichiatra stesso non me lo ha saputo spiegare.
Del resto come si può curare qualcosa che non si conosce?