Gravi problemi psichici.

Sono amico di un ragazzo di anni 41, studente universitario "mentalmente bloccato" da dieci anni. Inizialmente soffriva di depressione, isolamento ed insonnia. Ha subito due ricoveri coatti, il primo in un Ospedale di Roma dal quale ne é uscito segnato per sempre e scolvolto a titolo definitivo; in seguito ha fatto cure psico-farmacologiche nel C.S.M. di Roma. Il secondo ricovero, nello stesso Ospedale, é stato seguito da due mesi di cura in un centro specializzato. Continua attualmente la terapia con 10 Milligrammi di ZIPRECSA al giorno ed un colloquio domiciliare due volte la settimana con uno psicologo del C.S.M. di Roma. Ha subito gravi perdite nel corso degli ultimi anni: la nonna, il padre, la giovane sorella ed oggi vive sostenuto solo dalla madre. Negli ultimi due anni è notevolmente peggiorato: non é collaborativo, rifiuta contatti con medici e psicologi, vive chiuso in casa rifugiandosi nella sua camera e rifiutando amici a parenti. Comunica solo scrivendo su un pezzo di carta e si rifiuta di parlare ed ascoltare isolandosi con occhiali scuri ed auricolari posti sulle orecchie, non apre la porta, non accende il gas, non risponde a telefono. Soffre l'impatto sociale e lo stigma ricevuto; a contatto con una persona si blocca, resta immobile, cade in forma catatonica. Appare alla vista come sordo, muto e cieco. Si chiedono pareri e consulti su quanto appena relazionato nonché consigli su quali siano gli specialisti e gli esperti (possibilmente su Roma) nel settore che possano tentare di risolvere tale difficile problema.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

prima di procedere con la risposta alla sua richiesta credo che sia opportuno chiarire da parte sua se il suo amico e' informato della richiesta che ha fatto.
Oltretutto, sembra da cio' che scrive che il suo amico sia gia' seguito dai servizi pubblici di zona.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
L'autorizzazione mi é stata data dalla madre che, come detto, è l'unica che si occupa dei problemi del figliolo.
Per quanto attiene agli altri medici che lo tengono in cura, é evidente che le terapie adottate sino ad ora non hanno sortito nessun effetto benefico; anzi, si può tranquillamente affermare che è nettamente peggorato.
Per tali motivi sto cercando altre strade per poterlo aiutare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Per intraprendere percorsi di cura la persona deve comunque al momento della prescrizione sapere ed essere d'accordo di fare ulteriori tentativi.
E' necessario presentare la documentazione medica pertinente con più dettagli possibili, avere la persona interessata e persone che hanno convissuto con lui, oltre a persone che lo conoscono da prima, così a poter avere un quadro completo.
Questo tipo di disturbi richiedono una diagnosi differenziale che purtroppo è un pò "sporcata" dal fatto che ci sia già una terapia in corso (ma che ovviamente è necessaria).
Nei casi in cui nonostane le cure la situazione peggiora può dipendere da una diagnosi sbagliata (è stata fatta una diagnosi ?) o dal fatto che la malattia evolve in questa maniera, e sarebbe ancora peggio in assenza di cure.
Se la persona è riluttante a spostarsi può magari accettare di essere valutato a casa, ambiente in cui si sente sicuro.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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