Titubanze nell'intraprendere una cura psichiatrica con farmaci antipsicotici

Spero che gli psichiatri operanti in questo sito non si comportino seguendo il dogma secondo il quale un paziente con problemi psichici non può esporre le proprie ragioni perchè ritenuto incapace di intendere e di volere.
Sarebbe giusto ed adeguato immedesimarsi nella mente di una persona che si trova di fronte ad un buio e stretto vicolo cieco e deve operare una scelta: continuare nella corsa con il rischio di potersi schiantare contro un muro o rimanere inerti e passivi sperando che il tempo possa aggiustare le cose in maniera naturale senza cosi correre degli inutili rischi che potrebbero rivelarsi in alcuni casi addirittura controproducenti per le sorti del povero protagonista?!!!
Il dilemma che affligge la persona alla quale viene prospettata l'idea di assumere un farmaco antipsicotico è simile a quello che tormenta lo sfortunato automobilista.
L'azione espletata da questa categoria di farmaci è valida nell'attutire i sintomi di alcune malattie di natura psichiatrica,questo è un dato incontrovertibile che non mi sentirei assolutamente di contraddire.
Sappiamo pero benissimo che gli effetti collaterali sono spesso devastanti,difficili da tollerare.
Cosa fare a questo punto, affidarsi al farmaco con il rischio di rimanere per sempre imprigionati in un vicolo senza via di uscita o cercare invece di mantenere a bada i sintomi della malattia con la propria forza di volontà preservando in questo modo il fisico dagli effetti collaterali dei farmaci neurolettici?!!!
La mia non vuole essere una sfida aperta contro il mondo della psichiatria, questo sia ben chiaro! i dubbi però ci sono e le testimonianze in gran parte negative di chi assume o ha assunto questi medicinali non mi aiutano di certo a prendere una decisione risolutiva.

P.S Lo psichiatra a cui mi sono rivolto mi ha prescritto per la patologia di cui soffro(disturbo paranoide di personalità) l'abilify con una dose di 10 mg/die + akineton, 1 compressa la sera.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
se la Sua diagnosi è corretta ( e non ho motivo di dubitarne dato che è stata posta da un collega psichiatra..) i farmaci vanno senz'altro assunti.
Lei ne riconosce, da quanto dice, l'effetto terapeutico ma ne teme gli effetti collaterali.
Intanto, tenga presente che questo tipo di disturbi sono provocati da una disfunzionalità (in più o in meno) dei neuromediatori cerebrali a livello sinaptico. Quindi, cercare di fare rientrare il quadro clinico "con la sola forza di volontà", è una pura utopia.
Anzi, la tendenza naturale del processo psicotico, negli anni, è quella di una graduale perdita di contatto con la realtà.
Gli effetti collaterali degli attuali farmaci antipsicotici dell'ultima generazione, oggi sono proprio ridotti al minimo e si possono gestire tranquillamente.
Quindi, segua pure e senza indugio alcuno, la terapia prescritta dal Suo psichiatra e non perda tempo.
Un saluto

Dr. Mario Zampardi

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dopo
Utente
Utente
Stendiamo un velo pietoso per chi svolge la professione di medico psichiatra in maniera del tutto errata(alcuni lo fanno per convenienza, altri perché ne hanno dimenticato i veri valori).
Un bravo dottore si riconosce quando antepone il lato umano a quello strettamente farmacologico: se venisse a mancare la prima condizione tutto il resto non avrebbe senso.
Tendo le mie mani nei confronti del Dr. Mario Zampardi, persona seria e disponibile,non abituata a trattare le persone con superficialità ed arroganza.
Caro Dottore,approfitto ancora della sua disponibilità,come ormai consuetudine,per dissolvere i dubbi che mi impediscono di iniziare la terapia:

1) la prontezza di riflessi,requisito fondamentale per chi si accinge a guidare un automobile,verrà intaccata dall'assunzione del farmaco?
2) l'elaborazione di un pensiero,la concentrazione che si richiede nella lettura di un libro o nella visione di un film saranno in qualche modo indeboliti dall'azione sedativa del farmaco antipsicotico?
3) il rallentamento del transito intestinale e il maggior assorbimento di liquidi incideranno in maniera rilevante sull'aumento del peso corporeo?
4) sono frequenti i casi in cui una persona trattata con farmaci antipsicotici di nuova generazione avverta tremori, spasmi muscolari persistenti ed irrequietezza motoria?
5) Ultimo, ma non meno importante punto da esaminare riguarda il perché non si rintracciano in rete o anche altrove testimonianze positive da parte di chi assume o ha assunto questi tipi di farmaci.... lei dottore come se lo sa spiegare un fatto del genere?

Ringraziando anticipatamente per la disponibilità , porgo
Distinti saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
1) si
2) dipende da quanto l'azione sedativa incide sulla persona, in quanto è variabile da persona a persona
3) questo non incide sull'aumento di peso ma altri fattori
4) no
5) perché tutti, come lei del resto, sono abituati ad utilizzare la rete per rintracciare aspetti negativi più che positivi, per cui si postano spesso commenti negativi, come le recensioni per i prodotti elettronici.

Ha visto che ponendo le giuste domande ottiene risposte?
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
provo a rispondere alle domande da Lei poste riguardo all'assunzione di farmaci di interesse psichiatrico: (antipsicotici, antiparkinsoniani, ansiolitici e via dicendo).
Tutte le Sue domande, poste in sequenzialità, si possono a mio giudizio. rapportare ad un unico minimo comune denominatore e cioè il tipo di molecole assunte e la loro posologia.
Come Le ho già specificato, le attuali classi soprattutto di antipsicotici, appartenendo alle classi di ultima generazione, possono dare effetti di tipo extrapiramidale (sono paroloni!! significa:tremori..) solo in scarsa misura e non certo con quella frequenza e intensità che era tipica delle prime classi di questi farmaci, inizialmanete usati.
Tutto dipende ripeto dal tipo di farmaco, dalla sua posologia e soprattutto da lunghi periodi di assunzione.
Ma con le attuali prescrizioni, non credo che Lei possa avere problemi di sorta.

Pertanto, anche lo stato intellettivo di concentrazione e lucidità del pensiero, fatto salvo qualche iniziale giorno, magari di appena accennata sonnolenza, dovrebbe non subire alterazioni di sorta.
Per quanto attiene all'aumento ponderale, stia ben tranquillo.
Questo si verificava con i farmaci della prima generazione e dopo un lungo periodo di tempi di assunzione. Stesso discorso per la stipsi.

Per quanto riguarda la Sua ultima domanda, non possiamo fare una meta-analisi. Vede, ogni storia clinica è personale.
Magari si tratta di pazienti che hanno, da una vita, assunto farmaci di ogni tipo e in dosi eccessive e con sintomi non sovrapponibili (ovviamente) ai Suoi e così via.
Quindi, caro Signore, se posso essere insistente, torno a raccomandarLe quanto già consigliato: con quel tipo di diagnosi, assuma tranquillamente la terapia prescritta e tagli, sul nascere, qualsiasi sintomo inziale per tornare ad essere quello che è sempre stato.
Con i migliori auguri.
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dopo
Utente
Utente
@Dr. Francesco Saverio Ruggiero

Tutte le domande che ho esposto rispettano integralmente le linee guida di questo forum: non mi sembra di essere andato fuori tema quando ho chiesto se con la sola forza di volontà si possono riuscire ad ottenere dei risultati soddisfacenti.

Detto questo,vorrei riprendere alcuni punti emersi nel corso della discussione...

quali sono gli effetti collaterali più comuni riscontrabili in corso di terapia con abilify?

la teoria secondo la quale i prodotti elettronici subirebbero in rete lo stesso trattamento di quelli usati in ambito psichiatrico mi sembra un tantino azzardata: basta fare una semplice ricerca su internet per accorgersi di ciò..

La ringrazio per la risposta e cordialmente la saluto.


@ Dr. Mario Zampardi

Caro dottore, mi rincresce tanto doverla disturbare nuovamente, ma non saprei come fare diversamente. Lei è tanto comprensivo e sono sicuro che mi scuserà.

Esiste un punto nodale che se smantellato andrebbe ad invalidare tutta l'intelaiatura su cui si regge il suo ultimo intervento: bisogna domandarsi se gli antipsicotici siano dei farmaci sintomatici perché nel caso in cui lo fossero la terapia farmacologica andrebbe presa a vita con tutte le conseguenze del caso.
Un altro motivo di grave preoccupazione riguarda la possibile alterazione dello stato intellettivo di concentrazione e lucidità del pensiero: alcuni psichiatri, anche tra quelli iscritti in questo forum, sono d'accordo nel dire che si perderà qualcosa sotto questo punto di vista.... insomma a chi stare a credere?!!!! la confusione è tanta e prendere una decisione in merito diventa sempre più difficile!... certo che la possibilità di non riuscire più a guidare la macchina per mancanza di concentrazione e riflessi pronti mi mette tanta paura!!!

Mi scuso ancora per il disturbo recatole, e la ringrazio anticipatamente.

P.S Devo farle i miei complimenti perché è stato l'unico tra gli psichiatri che ho consultato su questo tema a formulare delle ipotesi attendibili sulle ragioni per cui le opinioni relative all'uso di questi farmaci siano in gran parte negative.







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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Guardi che non ho scritto che non le poteva fare, nè ho fatto riferimento a linee guida, stranamente però lei introduce una argomentazione che non c'entra.....

Quando ho riferito sulle recensioni, intendevo dire che solitamente in rete si ritrovano maggiormente commenti negativi piuttosto che positivi, alla pari di diversi prodotti come il cibo o altro.

La quesitone riguardante la sua terapia prescritta per la sua diagnosi implica la dubbiosità nel volerla assumere.

Il suo disturbo va considerato cronico e va trattato per tempi lunghi fino alle possibili prove di riduzione che sono consentite.

Gli effetti collaterali sono possibili ma non certi. Se la sua preoccupazione maggiore è di non poter guidare è possibile considerare che diverse persone che assumono farmaci guidano senza problemi.

La valutazione degli effetti va fatta al momento della presentazione degli stessi. Abilify risulta essere poco sedativo ma ha una quota di sedazione variabile.
Se immagina che con l'assunzione del farmaco avrà stravolgimenti della sua persona sbaglia. Il farmaco avrà delle azioni note e quindi ci si aspetteranno dei miglioramenti sintomatologici.
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
per buona parte è stato già risposto alle Sue domande in riferimento ai farmaci antipsicotici.
Vedo che Lei continua ad avere sempre gli stessi dubbi manifestati inizialmente. Anche io Le ho già detto che con queste classi di molecole dell'ultima generazione, non ci sono, di fatto, effetti collaterali di sorta.
Ma Lei ( mi permetta..) abituato per predisposizione mentale a sviscerare un problema fin nei minimi particolari.. non ne è convinto.
Gli antipsicotici non sono farmaci "sintomatici".
Entro certi limiti tendono a ristabilizzare (in più o in meno) la quota dei neuromediatori cerebrali che, a livello sinaptico, sono alterati provocando una specifica sintomatologia mentale.
Pertanto le vie sono due: o decide, per le Sue considerazioni, sostenute da una base di emotività, di non assumere terapia di sorta (ma in questo caso, si aspetti un inasprimento nel tempo dei sintomi suddetti..) o, come Le ho già consigliato, decide di assumere la terapia e nel corso dei mesi, assieme al Suo Psichiatra, valuterete gli effetti della stessa. E' semplice.

In oltre, si ricordi che i pareri che si danno in questo sito, comunque sia, sono sempre "virtuali" e non possono, in assoluto, sostituire una franca discussione "de visu", che tiene conto di numerosi altri aspetti che qui, necessariamente, sfuggono.
Un saluto
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