Un sintomo fisico il mio medico tende ad attribuirlo al disturbo

salve.
ho 37 anni, e mi trovo nella seguente situazione. Siccome soffro a fasi alterne di disturbi d'ansia, ogni qualvolta mi si presenta un sintomo fisico il mio medico tende ad attribuirlo al disturbo di somatizzazione. Ora, io sono anche disponibile ad imputare ogni possibile disturbo a ciò, ma di fatto mi rendo conto che faccio una fatica incredibile a riuscire a scindere. Alcuni disturbi difatti, sono legati oggettivamente a problemi fisiologici anche pre esistenti l'ansia, e quindi verificabili. Purtroppo invece, da quando sono "diventato" un soggetto ansioso, ho la sensazione che nessun medico presti davvero attenzione, e faccia gli esami necessari quando mi si presenta un problema. Ho anche provato a cambiare medico, ma appena per correttezza e per avere una diagnosi seria, oltre che per paura di interazione di farmaci, nomino xanax o en o citalopram, ok, da li in poi tutto è somatizzazione. Il che, ripeto, potrei anche credere se non fosse che poi la cervicale e i giramenti di testa e dolore sono psicosomatici, salvo avere io una scoliosi con doppia curva fin da bambino, con vari scompensi e compensazioni. Oppure, disturbo della minzione, urino di frequente, ah si psicosomatico, ma invece una cistouretrografia fatta sempre prima dell ansia, diceva di un restringimento dell uretra che porta a questo disturbo.
Insomma, non so piu come fare ad essere credibile, e capire cosa è organico e cosa no. Esiste una branca della medicina che si prenda cura di fare tutte le analisi del caso, e poi, casomai, consigliare gli psicofarmaci e dire che tutto somatizzazione?
Ultimamente soffro di ipotensione molto forte e oltre a dirmi, che meglio pressione bassa che alta, nessun medico si preoccupa dei sintomi che sono vi giuro devastanti, perche è tutto psicosomatico. Soffro anche di colite e gastrite, oltre a varie allergie.
qualcuno mi può dare un aiuto?
grazie
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

il compito del medico di famiglia e' quello di scindere rispetto ai sintomi somatici da quelli legati ad patologie.
E' anche vero che i soggetti che soffrono di problemi di tipo ipocondriaco tendono a rendere tutto eccessivo, preoccupandosi in modo esagerato per qualsiasi piccolo sintomo che si puo' presentare, che puo' anche essere comune nell'esperienza di molti soggetti sani che non si preoccupano di tali sintomi.

Sarebbe opportuno, considerare che e' possibile che lei non sia realmente compensato dal punto di vista psichiatrico, ed eventualmente vanno anche tenute in considerazione le sue patologie non "create" dalla mente.

Pero' e' necessario che lei si ponga degli obiettivi precisi rispetto a controlli, visite, farmaci, ed altro ancora.

Infatti, potra' fare mille esami e di tutti i generi, puo' essere che non esca nulla come puo' essere che ci siano alcune alterazioni, ma cio' non vuol dire che queste ultime hanno davvero un significato patologico dal punto di vista clinico, mentre per lei possono diventare motivo di continua preoccupazione e ricerca di soluzione.

Per questi motivi, si sottoponga agli esami di routine periodicamente, tipo una volta all'anno circa, ed eventualmente controlli gli apparati da cui risultano alterazioni funzionali gravi (non rifarei la cistouretrografia per un restringimento dell'uretra, tanto lo sa che ce l'ha) per i quali e' necessario un controllo clinico.

Per il resto parli con il suo psichiatra.

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[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Sì, è uno dei problemi. I discorsi secondo me sono due:
a) gli approfondimenti diagnostici si fanno secondo un ordine e una logica. Se in base alla preoccupazione del paziente prescrivo esami, innesco un meccanismo sbagliato.
b) la diagnosi di ipocondria o somatizzazione che dir si voglia non si fa sul sintomo in sé (altrimenti non si finirebbe mai di escludere) ma sull'atteggiamento e le modalità di richiesta di aiuto.
L'ipondriaco come primo sintomo quando è ipocondriaco ha appunto l'ipocondria. Quindi l'equazione "il sintomo dell'ipondriaco probabilmente non ha base" non serve a niente sul piano operativo, perché l'ipocondriaco riferirà mille sintomi in un anno, e magari due volte avrà davvero qualcosa di somatico.
Da parte sua le consiglio, quando riferisce i suoi sintomi, di evitare presentazioni allarmistiche al di fuori di condizioni di urgenza, e di evitare esagerazioni sul sintomo (tipo chi dice "non dormo" e vuol dire che non si sente riposato o che si sveglia qualche volta). Di solito chi è ansioso pensa che caricando un pò i sintomi avrà più attenzione, o meglio pensa che se non insiste e drammatizza ne avrà poca o niente. Questo nel medico poco pratico induce una reazione contraria, che a volte può indurre davvero a sottovalutare o a generalizzare la natura "ipocondriaca" del problema.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Sì, è uno dei problemi. I discorsi secondo me sono due:
a) gli approfondimenti diagnostici si fanno secondo un ordine e una logica. Se in base alla preoccupazione del paziente prescrivo esami, innesco un meccanismo sbagliato.
b) la diagnosi di ipocondria o somatizzazione che dir si voglia non si fa sul sintomo in sé (altrimenti non si finirebbe mai di escludere) ma sull'atteggiamento e le modalità di richiesta di aiuto.
L'ipondriaco come primo sintomo quando è ipocondriaco ha appunto l'ipocondria. Quindi l'equazione "il sintomo dell'ipondriaco probabilmente non ha base" non serve a niente sul piano operativo, perché l'ipocondriaco riferirà mille sintomi in un anno, e magari due volte avrà davvero qualcosa di somatico.
Da parte sua le consiglio, quando riferisce i suoi sintomi, di evitare presentazioni allarmistiche al di fuori di condizioni di urgenza, e di evitare esagerazioni sul sintomo (tipo chi dice "non dormo" e vuol dire che non si sente riposato o che si sveglia qualche volta). Di solito chi è ansioso pensa che caricando un pò i sintomi avrà più attenzione, o meglio pensa che se non insiste e drammatizza ne avrà poca o niente. Questo nel medico poco pratico induce una reazione contraria, che a volte può indurre davvero a sottovalutare o a generalizzare la natura "ipocondriaca" del problema.
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dopo
Utente
Utente
Salve,
vi ringrazio per la pronta risposta.
In effetti non sono in cura da uno psichiatra, non credevo fosse il caso. Il fatto che somatizzo me lo ha fatto capire il mio medico, e la mia psicoterapeuta, da cui sono in terapia da un po'. Ho fatto una visita da un neurologo due anni fa, che mi ha prescritto il citalopram. L ho preso per piu di un anno, mi ha fatto bene, poi d accordo col medico ho smesso e sono stato bene per un anno ancora. Poi alcune vicende di vita, molto concrete e ansiogene, hanno fatto tornare la sintomatologia. Ora, sia il mio medico di base, che la mia psicoterapeuta, hanno sconsigliato di tornare sia dal neurologo che riprendere il citalopram.
Voi mi consigliate di andare da uno psichiatra?
Devo dire che risolte le vicende personali (trasloco, abbandono della fidanzata, ecc...) mi sentivo meglio, poi un improvviso crollo psicofisico...
Al momento prendo 7 gocce di En la sera e null altro.
Devo dire che gli ansiolitici non solo non curano a lungo termine, ma non mi fanno nemmeno molto bene sull immediato, anche per l abbassamento della pressione e una sensazione di rintontimento e basta.
grazie
Ansia

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