La terapia dalla psicologa si è conclusa

Buogiorno,ho 24 anni e a febbraio del 2008 mi è stata diagnosticata da un medico psichiatra una sindrome ansioso-depressiva.
La cura farmacologia è stata abbastanza breve e i miglioramenti rapidi(efexor 25mg una volta al giorno e gocce di EN la sera per far fronte a qualche episoio di insonnia).
I primi di luglio ho terminato la cura farmacologica e da qualche settimana anche la terapia dalla psicologa si è conclusa.
Ho notato notevoli miglioramenti a livello emotivo,ma nelle due notti appena trascorse mi è ricapitato di non dormire.
Mi spiego meglio,io mi metto a letto ma nonstante l'assenza di pensieri o comunque preoccupazioni che possano turbarmi,sento una certa tensione muscolare,sopratutto alle gambe e allo stomaco.A questo si accompagnano vampate di calore,frequente esigenza di urinare,battito cardiaco lievemente accelerato e,nei frequenti stati di dormi-veglia,sensazione di tremore alle mani e alle braccia.
Finisco con l'addormetarmi tardissimo(tra le 3 e le 5 del mattino) e di conseguenza il giorno dopo mi sento scombussolato,stanco e di cattivo umore.
Visto che è successo solo due volte è il caso di allarmarmi?mi conviene riprendere le gocce di en?
Ripeto che a livello di stato d'animo(se dormo)non riscontro alcuna alterazione dell'umore.
Grazie mille
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

E' il caso di ricontattare il suo psichiatra che è quello che più rapidamente può collegare i sintomi di ora a quelli che ha avuto.
Ovviamente tutto ciò può essere legato ad una iniziale recidiva ansiosa (sintomi corporei e ansia notturna). Ma il tutto deve essere accertato.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
la strada migliore è quella di chiedere consiglio al suo psichiatra. Nel caso fosse confermata l'origine ansiosa, potrebbe essere imputbile alla eccessiva brevità del trattamento (6 mesi) che dovrebbe essere protratto per almeno 9 mesi, al fine di stabilizzare i risultati ottenuti e ridurre al minimo il rischio di recidiva.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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