Ansia o che altro...

Sto vivendo un difficile rapporto con me stessa: la cosa è iniziata più o meno durante la scorsa estate..Nonostante le apparenze, non mi sentivo tranquilla, in più un nervosimo diffuso, i nervi che saltano per niente, sapendo che sono soggetta a queste cose, ho cercato di farmi forza:ad un tratto,circa un mese fa, ho cominciato a d avere dei disturbi della concentrazione(tipo occhi che si incrociano) con un senso di capogiro,che dura poco ma mi destabilizza, arriva ll'improvviso, mi sembra di morire, mentre parlo con qualcuno, oppure mentre cerco parcheggio per la macchina: la cervicale comincia a darmi fastidio,il ciclo fa i capricci, mi viene nausea, come se digerissi continuamente e ho paura di avere un male terribile, magari al cervello, perchè mi sembra di vederci meno bene,o che altro..quattro anni fa l'ipocondria mi ha portato dritta dallo specialista, però allora le cause di questo malessere erano motivate da altro, da un mio senso di inadeguatezza: ora non mi sento inadeguata, sono solo triste perchè amo non corrisposta, perchè la vita quotidiana a volte mi opprime, ho tanta paura ..aiuto... ho 44 anni e voglio vivere..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

mi sembra che le sue interpretazioni sull'ipocondria che già le è stata diagnosticata siano confuse. Ipocondria motivata da un senso di inadeguatezza ? L'ipocondria è un disturbo d'ansia. Se è depressa si associa anche ad un senso di adeguatezza, ma il legame è di copresenza, i sintomi si provocano a vicenda come se avessero vita propria, le disfunzioni che sono alla base dei sintomi possono produrre altri sintomi associati, tutto qui.
L'episodio attuale per il tipo di preoccupazioni sembra una condizione ipocondriaca.
Mi sembra che la cosa più logica sia riprendere i rapporti con lo psichiatra che la seguiva allora.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Giovanni Lo Turco Psichiatra, Psicoterapeuta 172 5 1
Gentile Utente,

anche se in questo momento afferma di non sentirsi inadeguata, dalla sua descrizione appare chiaro che ci siano delle difficoltà relazionali e nella routine quotidiana e questo potrebbe, in gran parte, essere la causa dei suoi sintomi somatici.

Le consiglio di contattare lo specialista di fiducia e di prendere anche in considerazione un intervento psicoterapico.

Dr. Giovanni Lo Turco

http://www.giovanniloturco.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
vi ringrazio per la risposta tempestiva..Mi rendo conto della mia situazione psichica..tuttavia la mia indole è anche combattiva..vorrei guarire senza assumere farmaci, allora lo xanas e il sereupin mi portarono come conseguemza sovrappeso(mangiavo tanto)e l'equilibrio l'ho ritrovato con molte difficoltà..So cosa non va nella mia vita, nonostante le mie due figlie bellissime..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
L'indole combattiva non è un merito, e non ha niente a che vedere con la cura delle malattie. Se è combattivo allora combatta curandosi se mai.
Cosa non va nella sua vita, d'altro canto, non è colpa sua ma neanche questo ha a che vedere molto con la cura delle malattie.
"Vorrei guarire senza assumere farmaci" è una frase che ha dell'assurdo. Neanche vorrebbe star bene senza prendere farmaci, vorrebbe "guarire" addirittura. Quindi decide lei qual'è il decorso delle malattie ? E le malattie seguono le sue indicazioni ?
Cerchi di non perdersi in inutili rifiuti del suo malessere, si faccia guidare da un medico di sua fiducia e non classifichi le cure in base alla sua simpatia per lo strumento.
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dopo
Utente
Utente
molto probabilmente mi sono spiegata male...Durante la cura farmacologica, mi dissero che la cura aveva effetti, ovviamente, a mio vantaggio, ma il motivo scatenante lo dovevo in qualche modo combattere con le mie forze, facendo chiaro in me stessa, anche grazie all'aiuto del terapeuta: lì ho saggiato il mio spirito combattivo e non mi ha mai abbandonato..per lei non sarà un merito, però non va bene neanche lasciarsi andare.prendere quei farmaci mi ha fatto bene, ma ne odiato gli effetti collaterali, inevitabili d'altronde.Non sto rifiutando il mio malessere ese ho chiesto aiuto a voi, è perchè rivedo quei sintomi e ricordo il periodo buio della mia vita, quando la mia piccola di 8 anni mi svegliava dal mio intorpidimento con un caffè..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 992 248
Gentile utente,

lasciarsi andare, combattere sono tutti termini che non hanno niente a che vedere con le malattie.
Quindi chi si lascia andare non ha demeriti e chi combatte non ha meriti particolari: per fortuna chi combatte ha ancora la forza di combattere, e chi si lascia andare per sua sfortuna sta semplicemente peggio.
I fattori scatenanti, se sono tali, non sono la causa della malattia. Che i motivi scatenanti vadano combattuti con le proprie forze può darsi, quando si hanno le forze però. Per questo ci si cura, anche per poter combattere i motivi scatenanti. Le forze non si riacquistano con le proprie forze. Per fortuna in alcuni casi le malattie migliorano spontaneamente dopo un periodo, in altri e più numerosi si curano e migliorano prima e in maniera più completa.
Messaggi fasulli, magari istillati da qualche operatore del settore con le idee poco chiare sulla natura dei disturbi depressivi o ansiosi, aiutano poco chi si cura a capire cosa è successo e ad affrontare futuri episodi. Può viverla e raccontarla come meglio crede questa storia, ma deve avere una coscienza oggettiva del significato di una diagnosi medica e dell'effetto di una cura, che non sono state studiate per il suo caso specifico, ma in riferimento ad un modello generale di malattia.


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