Disturbo d'ansia

Salve, vi scrivo per avere dei pareri riguardanti la mia storia.
All'età di 18 anni ho iniziato a soffrire di diversi disturbi fisici (dispnea, tachicardia, tremori..) i quali inizialmente avevo ricollegato alla pillola anticoncezionale iniziata ad assumere circa un mese prima. Sperai che interrompendone l'assunzione avrei eliminato di conseguenza tutti i problemi, ma così non è stato. I miei sintomi si sono pian piano evoluti, alcuni sono scomparsi e ne sono comparsi altrettanti di nuovi. Da disturbi sporadici e intensi sfociati in crisi, sono passata agli attuali disturbi cronici e talvolta invalidanti.
I primi mesi li ho passati nell'angoscia e nella paura di avere un problema organico. Una volta appreso che si trattava "solo" di ansia, mi sono tranquillizzata e ho imparato a gestire meglio le crisi fino a riuscire a controllarle e a impedirne l'evoluzione. Ho rifiutato farmaci e aiuti da professionisti, convinta di riuscire a risolvere da sola i miei problemi. Non mi sentivo ansiosa, anzi.
Mi vergognavo di mostrarmi fragile con gli altri, con i miei amici e anche con i miei genitori. Mi vergognavo anche solo di parlarne, di mostrarmi debole e vulnerabile, così seppellii il mio dolore da qualche parte e cercai di spingerlo via qualora si fosse manifestato nuovamente.
Ho vissuto 4 anni senza avere vere e proprie crisi, ma convivo con diversi disturbi cronici che mi impediscono di vivere a pieno la mia vita.
Mi sento una persona limitata, che vive con paura e ansia invece che con gioia e determinazione. Alcuni giorni incontro difficoltà nel svolgere le attività quotidiane più banali come alzarsi dal letto, lavarsi, cucinare, prendere il treno per andare all'università, andare al lavoro, studiare e realizzare i miei obiettivi.
Mi sento così lontana dalla persona che vorrei essere. Spesso trovo conforto nella solitudine.
Ho dei giorni (anche settimane) buoni in cui rido e sono serena in compagnia delle altre persone. Tutto il resto della mia vita è un continuo fluttuare in un limbo, alternata da attimi di felicità e da attimi in cui percepisco l'ombra nera dell'ansia avvicinarsi per inghiottirmi.
Quando mi sento bene, questi episodi ansiosi mi fanno solo sorridere e mi sento forte e in grado di controllare il mio corpo e la mia mente.
Ma l'altra sera ho smesso di sorridere. Ho avuto una nuova crisi, dopo 4 anni, non sono riuscita a fare niente per controllarla. E' durata solo pochi minuti ma è stata tremenda, mi è sembrato di avere un infarto. (dopo le prime crisi di 4 anni fa ho iniziato a coltivare una vera paura per tutte le malattie riguardanti il cuore e le mie ricorrenti aritmie e extrasistolie non hanno contribuito a migliorare la situazione).
Attualmente convivo con il mio ragazzo al quale ho accennato i miei disturbi, ma provo vergogna nel parlarne con lui. Ci ho provato ma non me la sento di tirare fuori tutto quello che ho dentro, ho paura di crollare davanti a lui.
Cosa devo fare?
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La cosa più saggia da fare è di rivolgersi ad uno specialista in psichiatria per stabilire una corretta diagnosi ed un trattamento conseguente.

Sottrarsi a cure validate rende i disturbi cronici e più difficilmente trattabili.


Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
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Gentile dottore, innanzitutto la ringrazio per la sua risposta. Sicuramente l'affidarmi a uno specialista è il prossimo passo che farò.
Pensa che non si tratti solo di un disturbo d'ansia?
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