Dr. Pacini (suo articolo su Medicitalia)

DOSE DELL’ANTIDEPRESSIVO
"Come per tutti i farmaci, il dosaggio è fondamentale. Non è assolutamente detto che se una medicina non ha funzionato a dosi basse, non compaia invece un beneficio a dosi piene. Esistono le dosi “consigliate”, che sono quelle mediamente efficaci, cioè efficaci nella maggioranza dei soggetti. E’ possibile che una parte dei soggetti non assorba bene il farmaco, o che lo metabolizzi in maniera rapida, il che significa che la dose “sulla carta” è di tot milligrammi, ma in realtà quello che arriva è molto meno. Queste persone per ottenere una dose “reale” normale probabilmente dovrebbero assumere quantità maggiori, tuttavia si dovrebbe disporre di un sistema di dosaggio del farmaco nel sangue, che non è sempre fattibile nei normali laboratori di analisi."

Quanto sopra appare logico e matematico ma ........... come si può spiegare invece che aumentando il dosaggio del brintellix da 10 mg a 15 mg io ho avuto una riduzione dei benefici sui sintomi depressivi & company al punto che il dottore mi ha fatto ritornare a 10 mg?
Al penultimo appuntamento avevo detto allo specialista che andava bene ma che avevo come l'impressione che il farmaco potesse darmi abbastanza di più, ecco allora la prescrizione a 15 mg con la quale però dopo 4 settimane mi ha causato un passo indietro sui benefici (sia depressivi che ansiogeni) che avevo avuto con 10 mg e in più ho accusato meno verve - meno voglia di fare - una sorta di leggero appiattimento delle emozioni e una sorta di leggera apatia generale.
Vuol dire che io sono "allergico/intollerante" al dosaggio superiore e perciò devo "accontentarmi" dei benefici che mi danno 10 mg ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non vedo il nesso con il brano del mio articolo, comunque è la stessa domanda che ha già posto in un consulto e a cui ha avuto risposta.
Una persona sta meglio con una dose minore piuttosto che con una maggiore ? Bene, un dato di fatto, non vedo niente di strano né di particolare.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2007 al 2022
Ex utente
Lei ha ragione gentile Dr. Pacini,
il ragionamento che faccio io però è:
dato che ho avuto l'impressione che la vortioxetina potrebbe darmi di più e pensandola così anche lo specialista, infatti mi ha aumentato il dosaggio a 15 mg..........
allora adesso mi vien da pensare che magari si potrebbe provare qualche altra molecola con la quale potrei avere maggiore tolleranza e andare su dosaggi superiori con relativi maggiori benefici.
Fosse che a 15 mg avessi più effetti collaterali "normali" potrei capirlo bene anch'io ma il fatto che un aumento di dosaggio mi abbia causato un passo indietro sui benefici (sia depressivi che ansiogeni) che avevo avuto con 10 mg e in più ho accusato meno verve - meno voglia di fare - una sorta di leggero appiattimento delle emozioni e una sorta di leggera apatia generale ............. come paziente lo trovo molto strano e altrettanto particolare!
Infatti ho chiesto al dottore se fosse il caso di provare qualche altro farmaco ma mi ha detto che non è il caso anche perchè in passato con ssri e duloxetina ho avuto effetti sessuali indesiderati che non ho sopportato e dunque ora molto probabilmente si ripeterebbe e se poi provassimo addirittura ad andare su dosaggi superiori questi effetti aumenterebbero anche di gravità.
Gli ho chiesto in merito al brupopione (che non ho mai assunto) da solo o in associazione ad un ssri ma lo specialista mi ha detto che anche in merito alla sua esperienza la cosa migliore per me è di continuare con la vortioxetina 10 mg (anche se precedentemente era stato però d'accordo con me a tal punto che mi aveva aumentato il dosaggio per ottenere maggiori benefici ........... quindi vuol dire che anche lui credeva (crede) che potrei stare meglio ma mi fa rimanere con questa molecola).
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Presumo che questo arrovellamento sul "nulla" sia però sintomatico del tipo di quadro clinico che sta curando, altrimenti si spiega poco.
Noto una cosa che non va, e cioè che si mette a ragionare sui medicinali cercando di concordare una cura col medico, cosa fuorviante per entrambi.
[#4]
dopo
Attivo dal 2007 al 2022
Ex utente
Molto probabilmente lei ha ragione gentile Dr. Pacini,
io però da parte mia, se lo specialista mi domanda come sta andando, devo rispondere nella maniera più schietta possibile, o no?
Ho allora detto che non sta andando male ma è come se avessi l'impressione che la molecola potesse darmi abbastanza di più.
Durante il mese in cui stavo assumendo i 15 mg e non percependo affatto quel "di più" (tutt'altro) ecco allora che ho letto un pò in rete e poi mi è venuto spontaneo chiedere allo specialista se il brupopione con senza associazione potesse giovarmi.
Tutto qua, non ci abbiamo ragionato su ne abbiamo concordato una cura, infatti fosse stato per me sarei stato più che pronto a cambiare molecola (appunto il brupopione che vedo non causa disturbi sessuali) ma quando il dottore mi ha detto di continuare così, anche se "un pò deluso" (e forse anche non proprio "convinto") così devo fare (nella speranza che lo specialista abbia ragione e non mi faccia "perdere tempo" perchè se poi fra 6 o più mesi dovessi cambiare psichiatra o dovesse cambiare idea lo stesso psichiatra e approdare al brupopione, solo o in associazione con ssri, per me "perdere" altri 12 o anche 6 mesi è un brutto colpo perchè già ne ho "persi" parecchi.)
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Come Lei stia è un'altra questione. Il ragionamento sul farmaco non c'entra nulla. Lei riferisce come sta, e il resto lo valuta il medico osservandola.
Benissimo, se non avete concordato ma il medico ha proposto una sua cura questo è corretto. Purtroppo Lei ci appiccica poi su una sua aspettativa indebita, cioè "avrei preferito il bupropione", che non era suo compito scegliere o ipotizzare.
Se il medico approda a decisioni che coincidono con le "proposte" del paziente è perché lo fa per altra via, cioè per via tecnica.
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