Depressione e situazioni di pensieri altamente contrastanti

Buongiorno,
Mi sono appena iscritta al sito per poter avere un'opinione da professionisti e non dai soliti amici.
Una cosa che mi ha sempre distinta, fin da piccola, era la voglia di mettermi in mostra. Ma non facendo l'idiota, vantandomi o cose del genere, semplicemente cercavo sempre di essere la migliore, a partire dai voti scolastici.
L'anno scorso ho​ conosciuto su una piattaforma online (Wattpad) una ragazza di un anno in meno di me. Io e lei eravamo diverse, ma uguali in molte cose, e da subito è stata una buona amicizia. Ci siamo tenute in contatto per mesi, il rapporto, seppur virtuale, si rafforzava sempre di più.
Il 31 agosto 2015 ci venne proposto di entrare a far parte di un gruppo su WhatsApp insieme ad altri utenti di Wattpad, e noi accettammo.
Crescendo ho in qualche modo represso quel mio lato che amava essere il migliore, facendolo sfogare solo attraverso i risultati scolastici, ma quando esso si è reso conto che quelle persone nuove possedevano qualità migliori di quanto io non avessi mai avuto, iniziò a "lamentarsi". Ciò mi causò uno stato depressivo in cui ero costantemente molto giù di morale e mi sentivo inferiore agli altri del gruppo, specialmente nei confronti della mia nuova migliore amica (la suddetta ragazza) e un ragazzo. Quello stato durò per mesi.
In seguito ci furono disguidi nel gruppo e io, la mia migliore amica e il ragazzo ci staccammo da esso, formandone uno piccolo tutto nostro.
Lì le cose andarono meglio, mi sentivo improvvisamente bene e tranquilla.
Il 5 settembre 2016 io e la mia migliore amica ci siamo fidanzate, nel mentre il ragazzo è diventato il nostro migliore amico.
Anche qui, tutto bene.
Da qualche mese a questa parte, però, quel mio lato è tornato a bussare, ma con più ferocia del solito, specialmente quando vede l'affiatamento tra la mia ragazza e il mio migliore amico.
Gelosia portami via.
Il problema compare specialmente da quando la mia ragazza mi ha rivelato (con rimorso) di aver provato, per breve tempo, qualcosa per un suo amico.
Ciò mi ha fatto capire che, passata l'euforia dei primi tempi seguenti il fidanzamento, io non fossi più al suo centro dell'attenzione e che il mio migliore amico stesse via via guadagnando terreno a causa della sua attraente personalità.
Ora, non dico che lei ci provi con lui (anche se l'ho pensato fino alla settimana scorsa), ma ogni giorno la loro ""vicinanza"" mi irrita fortemente, e mi sento divisa in due: da una parte c'è quel mio lato, vanitoso ed egoista, che bussa e li detesta per come mi trattano; dall'altro c'è la me che mi sono in parte costruita negli anni, quella che è disposta a mettersi da parte per gli altri e che ama da morire quei due ragazzi.
Risultato: sbalzi d'umore come manco sulle montagne russe, gelosia a palla, crisi di pianto una o due volte a settimana.
Quello di cui ho realmente bisogno è una soluzione pratica.

Se avete domande da farmi per chiarire qualche punto, sarò lieta di rispondere.

Grazie per l'attenzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La domanda in termini medici quale è ? Soluzioni sulla gestione di relazioni è impossibile darne in maniera diretta.
Qui è possibile darle indicazioni sui meccanismi del suo malessere, ma in questo caso parrebbero ovvi, oppure sul da farsi per curare un suo malessere.
Se invece la domanda è come gestire la relazione o che scelte fare, questo no.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Egregio dottore,
Quel che vorrei sapere è come posso eliminare quella parte fastidiosa che mi causa problemi. Essendo parte di me mi è difficile e non trovo modo, ma se lascio che faccia quel che vuole, finirei con l'odiare quelle due persone e, essendo loro così tanto care a me, vorrei proprio evitare.


Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Cioè pensa che la sua gelosia sia infondata, ma nonostante questo la ossessiona ?
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Proprio così. Sono ben conscia che le mie siano tutte fissazioni, perché ho esposto il problema ai due ed entrambi mi hanno rassicurato che nulla è cambiato tra loro. Inoltre il ragazzo è fidanzato e il suo modo di essere non gli permetterebbe mai di tradire la ragazza. L'unico problema, come dicevo, è che continuo a vedere la situazione come minacciosa nonostante mi renda conto che non sia necessario. Voglio stare al cento delle loro attenzioni, ma al contempo​ sono conscia che non funzioni così in una relazione e che ciò è solo a mio discapito.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Allora la questione va prima inquadrata. Se si trattasse di un problema ossessivo, statisticamente più frequente, possono esservi terapie psicologiche o farmacologiche.
In ogni caso il primo passo è far diagnosticare la situazione.

Se per caso fa uso di sostanze, come ad esempio la cannabis, potrebbe suscitare questo tipo di pensieri.
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Sinceramente sono stata per più sedute da una psicologa tramite la scuola, ma ciò è accaduto prima che si verificasse il problema, e in ogni caso mi indirizzava più su una psicoanalisi (che io avevo già fatto). Inoltre non faccio uso di sostanze di alcun genere, non fumo e non bevo (al massimo mezzo bicchiere di spumante alle feste).
Crede possa trattarsi di un problema puramente ossessivo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non saprei se si tratti di un problema puramente o parzialmente ossessivo.
Aveva fatto psicanalisi in relazione a quale problema invece ?
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Buongiorno,

Come ho accennato c'è stato un periodo in cui, ogni singolo giorno, mi sentivo totalmente demoralizzata ed ero assolutamente improduttiva perché ritenevo che gli altri fossero migliori di me, poiché possedevano abilità maggiori delle mie. La psicologa, quindi, mi ha fatto notare che attribuisco alla persona (specialmente alla mia) un valore in base a ciò che sa fare o meno. Di conseguenza, quando vedo che, per esempio, qualcuno sa scrivere storie meglio di me (ho cominciato a scrivere sulla piattaforma menzionata inizialmente), mi butto completamente giù e rimango in tale stato per ore (giorni, nel caso del 2016). Questa problema ora è leggermente meno presente, ma quando si fa vivo si esprime principalmente in "perché mi ritengono loro amica se non so fare nulla di ciò che fanno loro?".
Ovviamente non è così che gira il mondo, ma a quanto parte c'è una parte in me che rifiuta di essere razionale e continua a farsi troppi problemi.
Oltre a questo, ho problemi nel relazionarmi con le altre persone, poiché mi preoccupo troppo di risultare piacevole e temo sempre di fare pessime figure.



Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

A tutto questo è stato dato un nome sulla base del quale indicarle una determinata terapia piuttosto che un'altra, o no ?

Non è detto che sia una irrazionalità, anzi, spesso si tratta di un eccesso di razionalità.

Per esempio:

"attribuisco alla persona (specialmente alla mia) un valore in base a ciò che sa fare o meno"

Questo di per sé lo fanno tutti, bisogna vederne le proporzioni e i condizionamenti che seguono.
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
No, non è stato dato alcun nome, ho scelto spontaneamente di chiedere consulto dapprima alla psicologa e ora qui, apposta anche per capire meglio il perché di certi comportamenti.

Per quanto riguarda razionalità o meno, diciamo che arrivo a sentirmi "meglio" di altri o "peggio" in base al valore che attribuisco automaticamente senza accorgermene.
Ad esempio mi sento una persona "migliore" dei miei compagni, sia a livello scolastico che su determinate scelte di vita (tipo fumare o bere), ma in presenza di persone molto simili a me tendo a sentirmi "peggiore" e non alla loro altezza.

Inoltre, se la gente deve parlare di me, deve farlo in modo positivo, altrimenti preferisco non essere proprio notata.



Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Come dicevo, queste cose in sé sono quello che pensano tutti, ma il problema è quando poi pesano o non pesano, nei fatti, e quando la condizionano nelle scelte. Non necessariamente in maniera irrazionale, talvolta in maniera iper-razionale, come nel caso delle ossessioni.
[#12]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Attualmente l'unica conseguenza -se così si può chiamare- che mi viene in mente è stata l'aver smesso di scrivere storie di fantasia. Come accennato, nel 2016 smisi, dopo due anni che nel mio piccolo portavo avanti questo hobby. Accadde perché alcuni degli altri ragazzi erano più in gamba di me e mi sentivo a disagio a mostrare scritti "non degni" di loro.
A parte questo, non ci sono ancora state conseguenze rilevanti, poiché trattandosi di una relazione virtuale un'influenza di quel genere presumo sia minima.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
In che senso relazione "virtuale" ?
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Nel senso che abitiamo in punti opposti dell'Italia, ergo per ora possiamo sentirci solo per cellulare o Skype, anche se a luglio verranno a casa mia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Scusi, ma il gruppo di amici (tre) di cui parlava all'inizio è virtuale ?
[#16]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Si, come ho specificato ci siamo sempre tenuti in contatto tramite WhatsApp. La prego solo di non dare, per questo, meno importanza alla relazione.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Beh, due cose. Innanzitutto Lei non deve pregare gli altri di dare l'importanza che lei vuole alle cose. Questa importanza è definita dalle sue reazioni e dal peso che Lei dà alla cosa. Gli altri non danno importanza alle cose, danno una valutazione se mai, che non può evitare di avere, specie se la chiede.
Il punto è che il virtuale non un canale come un altro, ma una relazione si compie su un terreno reale. Pertanto vivere le cose in maniera virtuale è un livello, ma rischia per alcune persone di diventare un'aspettativa sproporzionata rispetto al vissuto reale, e una fonte di stimoli addirittura maggiore di quella reale. Questo peggiorerebbe le capacità di giudizio che uno poi ha sulla realtà, visto che poi lì deve arrivare.
[#18]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Questo non lo metto in dubbio, infatti facciamo il possibile per vederci. Purtroppo però ci sono limitazioni non da poco, a partire dalla nostra età, che non ci permette di fare come preferiamo, e dal nostro stato di studenti, che non ci concede un'autonomia economica. L'idea sarebbe di stabilirci, un giorno, in una stessa zona, ma questo è un argomento a parte ed è meno semplice di come lo prendiamo.
Per ora, ci accontentiamo di vederci quest'estate, dove sicuramente avremo un primo approccio sul piano reale