Depressione sempre pù grave

Gentili Dottori
Vi scrivo per un consulto relativo a mia mamma, donna di 55 anni che ormai da più di 30 soffre di depressione maggiore ma con episodi mai scatenati da eventi negativi come lutti, abbandoni ecc...
Da quanto appreso in famiglia, all'inizio le crisi si presentavano una, due volte all'anno, dalla durate di uno due mesi massimi,curate con farmaci dell' epoca e anche con alcuni ricoveri in peparto psichiatrico nei vari anni a seconda della gravità degli episodi. Sottolineo che mia madre sin dai tempi è sempre stata in cura psichiatrica, con incontri con il medico più o meno frequenti in base alla necessità dei vari momenti. Negli altri mesi dell'anno in cui non era interessata dalla depressione ha sempre condotto una vita normalissima con addirittura un periodo di dieci anni senza ricadute, crisi ecc. insomma come se la malattia fosse scomparsa tanto che lo psichiatra le aveva tolto anche la dose minima di antidepressivo. Questo fino al 2001 quando con una nuova crisi le cose sono tornate come 10 anni prima, con crisi un paio di volte l'anno sempre trattate con dosi di antidepressivi più o meno marcate in base alla necessità. Le cose però sono peggiorate e peggiorano tutt'ora circa due anni fa quando ormai queste crisi hanno inziato a presentarsi mensilmente, come un ciclo mestruale, non passavano 4 settimane ed ecco la crisi, che si protraeva per circa due settimane, con tutti i sintomi vari della depressione dal tremore all'ansia mettutina,tachicardia pianti a dirotto, intere giornate passate sul divano come in letargo senza la minima forza di alzarsi, la solita frase meglio morire che restare al mondo in questo modo ecc.. In seguito al peggioramento, i vari psichiatri che l'hanno presa in cura penso si siano sbizzarriti con non so quanti tipi di farmaci e cure cercando di alleviare un pò le sue sofferenze. Si è andati dai vari Tavor, Anafranil, En, regolatori dell'umore, sali vari, addirittura a un aflebo al giorno di tranquillanti per ogni giorno della crisi, fino a ritenere anche questa cura inutile. Rendo noto che mia madre ha subito 4 ricoveri nell'anno 2008, perchè ormai la crisi di una volta al mese è diventata ormai crisi che dura tutto il mese senza più due giorni di respiro, un giorno sembra migliore ma quello dopo ritorna tutto nel baratro, quindi in seguito all'ultimo ricovero di circa 40 giorni fa la nuova cura è la seguente:
MATTINO
TOLEP 300mg
HALDOL DA 2mg/ml 5 GOCCE
NORITREN 25 mg 2 COMPRESSE
EN DA 2mg 1 COMPRESSA

PRANZO
NORITREN 25 mg 1 COMPRESSA
EN DA 2mg 1/2 COMPRESSA
EN DA 2mg 1/2 COMPRESSA ALLE ORE 17

SERA
TOLEP 300mg
HALDOL DA 2mg/ml 5 GOCCE
NORITREN 25 mg 1 COMPRESSA
EN DA 2mg 1 COMPRESSA

In seguito a questa cura anzichè vedere effetti positivi possiamo dire che le cose peggiorano ancora, nessun miglioramento, ed oggi pomeriggio un episodio che visto che non sono medico non lo giudico al 100% ma molto molto simile ad un forte attacco di panico, migliorato un pò dopo l'assunzione di due compresse di EN 2mg come suggerito dal medico.
Mi rendo conto che riassumere questa pesantissima situazione che risiede in casa mia da ormai troppo tempo non è facile, io e mio padre non sappiamo da che parte girarci, ma è sempre più forte la paura di un gesto estremo da parte di mia madre, ringrazio chiunque di voi possa darci pareri, suggerimenti, nomi di medici in gamba nella provincia di Cremona o Lombardia che non dico possano guarire mia madre ma almeno alleviare le sue sofferenze.
Grazie a tutti
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
in una situazione obiettivamente pesante come la vostra non è facile dare consigli o indicazioni, anche perché come riferisce i colleghi hanno provato con vari farmaci e diverse associazioni farmacologiche.
Al momento sua madre è curata con uno stabilizzatore dell'umore, un antidepressivo triciclico, un tranquillante maggiore e una benzodiazepina.
Immagino (spero) che sia stata dimessa un poco migliorata rispetto all'ingresso, però adesso dite che sta peggio.
L'haldol può dare dopo qualche settimana dei segnali di accumulo, con tremore e agitazione (acatisia) che sono penosi per chi li subisce e vengono confusi con l'ansia. L'En può migliorare questa situazione, ma è lo specialista che deve valutare se si tratta di panico o di acatisia, se il dosaggio è da modificare oppure se occorre aggiungere un antiparkinson e per farlo deve visitare la paziente.
Queste situazioni sono da gestire come una guerra di trincea, le terapie vanno mantenute per molto tempo prima di cambiare il farmaco, i farmaci vanno sostituiti uno per volta se no non si capisce più niente.
Il fatto che sua mamma sia peggiorata nel periodo del climaterio immagino sia stato già valutato dai colleghi, perché alle volte anche il mutato assetto ormonale ha il suo peso nelle ricadute.
Il mio consiglio è quello di trovare uno specialista bravo ma soprattutto dotato di pazienza, disponibile a vedere la signora di frequente (in questa fase almeno una volta a settimana)e facilmente raggiungibile, sia per le visite che al telefono in caso di necessità.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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