Opportunità terapia farmacologica

Da 12 anni soffro di un disturbo alimentare - cui non dò l'etichetta di "anoressia" e "binge" solo perché non ho mai raggiunto pesi degni di quei titoli..
Lo psicoterapeuta (che mi segue da sette mesi circa) mi ha recentemente suggerito la possibilità di affiancare una terapia farmacologica. Per ora ho avuto solo un primo incontro informativo con la psichiatra, e il tipo di terapia che mi ha accennato consta di Fluoxetina o simili per le abbuffate + uno stabilizzatore dell'umore (o elevatore del tono dell'umore..scusate l'incompetenza, magari sono la stessa cosa).
Qualche ricerca in rete mi ha pressoché convinto dell'utilità che potrei trarre dalla fluoxetina; per quanto riguarda invece i farmaci che agiscono sull'umore non ho molte conoscenze (dunque ho qualche pregiudizio - soprattutto circa il "controllo" della mia mente, del mio stato d'animo, della mia lucidità, del mio studio, ecc.)
Vi chiedo, quindi, anche solo di fornirmi qualche link attendibile per approfondire questo aspetto (essendo la rete piena anche di "cattivi consigli", ad esempio forniti da ragazze con anaologhi DCA che usano sì psicofarmaci ma per "altri" fini..), oltre a un vostro parere circa l'opportunità o meno, l'efficacia e il rapporto vantaggi/effetti collaterali (ad es. ho letto commenti di conseguenze in ambito sessuale, ma erano da parte maschile) di una simile terapia: in particolare
a. sarebbe sufficiente la sola fluoxetina o simile per "gestire" gli episodi di binge?
b. come interagisce la fluox. con un farmaco stabilizzatore dell'umore?
c. come agirebbero questi piscofarmaci sulla mia "razionale scelta" di non abbandonare, per adesso, il mio disturbo alimentare (anche meramente all'atto pratico, nel senso: mi farebbero venir più/meno fame? per dirne una..)?

[ho scritto "non abbandonare il mio ED", ma ovviamente mi riferisco all'anoressia, non alle abbuffate, per le quali vorrei veramente un rimedio - e questo, credo sia ovvio ma non si sa mai, non perché le abbuffate fanno ingrassare..!]

Per onestà aggiungo una nota, che mi porta ad una quarta domanda.
Sono tornata da alcuni mesi in modo "serio" (consapevole, voluto, e insieme testardo e irrazionale - non essendo io una bambina e sapendo credo addirittura molto bene dei danni fisici che ne derivano) alla condotta anoressica (eccezion fatta per alcuni episodi di binge), cioè la mia dieta è fortemente ridotta e in ogni caso squilibrata dal punto di vista nutrizionale oltre che calorico (comunque il mio peso è ancora "normale" per ora): sarebbe "corretto" iniziare una terapia farmacologica, tanto dal punto di vista meramente fisico (vista la mal/de-nutrizione) quanto da quello psicologico (ammetto, cioè, che "la parte anoressica" della mia mente vede un farmaco come la fluoxetina come un ottimo alleato - e razionalmente mi rendo conto che non è questo lo spirito giusto dal punto di vista medico)?
Grazie mille, e scusate la lunghezza e la confuzione del mio scritto.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

sarebbe piu' opportuno che discuta delle sue domande sia con lo psicoterapeuta che con lo psichiatra.

Non le e' utile conoscere tutti gli aspetti tecnici della terapia che dovrebbe iniziare.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

La terapia proposta mi sembra sensata rispetto ad una diagnosi di disturbo alimentare associato a disturbo dell'umore.
Non comprendo il discorso "non abbandonare il suo disturbo", credo che lei si curi a questo scopo, vorrà forse dire che non vuole abbandonare i suoi comportamenti. Non credo la questione sussista, lei è curata per questo disturbo proprio perché non ne ha controllo, quindi non credo sia richiesta come clausola che lei non abbia i suoi sintomi, ovvero i suoi comportamenti. Se così fosse vorrebbe dire che la cura presupone l'assenza dei sintomi, il che sarebbe un paradosso.
Il suo compito è seguire una prescrizione e seguirne insieme al medico i risultati. Non consulti le schede tecniche in rete, che sono ininterpretabili da chi non è addetto ai lavori. Siti come questo possono essere più utili proprio perché si evita spesso di parlare di meccanismi farmacologici e ci ci concentra più sui principi generali delle terapie.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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