Ricorrere ad uno psichiatra?

Sono un ragazzo di 25 anni che ha trascorso parte della vita nella propria mente.
Ho iniziato il mio percorso psichiatrico e psicologico 3 anni fa, quando, in seguito all'ennesimo insuccesso.
La prima volta che ho abbandonato l'università è stato doloroso, avevo grandissime aspettative su di me, desideravo poter apprendere e far mio i concetti che venivano esposti a lezione, ma niente.
Dopo un anno ho abbandonato senza nessuna materia data e nessun tentativo.
La seconda volta ho creduto di poter evitare di incorrere negli errori passati, ma l'ansia, la poca fiducia in me e nei miei mezzi, dopo due anni mi hanno portato al declino nuovamente.
Fiducioso ho parlato con una psicoterapeuta/psichiatra, che mi ha prescritto l'entact e lo xanax al primo incontro.
Si è trasferita per lavoro, e non ci sono stati ulteriori incontri con lei.

Ho iniziato ad affidarmi ad un ente pubblico della mia città, che metteva a disposizione sia una psicologa, sia una psichiatra.
Mi ha continuato a prescrivere gli stessi farmaci, sostituendo dopo qualche mese lo xanax con il tavor oro.
A livello personale non mi sono trovato bene, in quanto svariate volte non si sono presentati agli appuntamenti dati senza avvisare, e non esisteva privacy, pazienti, dipendenti, persone di passaggio o che chiedevano informazioni sostavamo tutti assieme.
E per informarti che era arrivato il tuo turno ti chiamavano per cognome.

In autonomia ho assunto l'entact e il tavor per 2 anni e mezzo, in autonomia, facendomeli prescrivere dal mio medico di base.
Fino a quando due mesi fa non ho trovato opportuno fare un passo indietro e smettere di prendere psicofarmaci, tutto in autonomia.
In questi due anni e mezzo ho fatto mix di alcool e xanax.
Tutti i giorni della mia vita penso al suicidio.
Diventa sempre un'immagine più concreta.

Dopo aver smesso l'uso dell'entact ho parlato con uno psichiatra ed una psicologa (due liberi professionisti che collaboravano).
Entrambi mi hanno consigliato di riprovare un approccio con gli psicofarmaci, questa volta sotto la loro tutela, ma dopo diversi incontri ho notato un approccio molto distante e disinteressato, e ho deciso di allontanarmi.

Ho perso ogni stimolo.
Non ho molte delle ansie che avevo prima, cosi come non ho più la stessa passione, ne metto lo stesso impegno di 3 anni fa, prima di iniziare questo percorso.

Mi lascio lentamente trascinare dalla vita aspettando la morte.
Adesso non mi interessa morire, nemmeno vivere.

Come mi consigliate di procedere?
il mio interesse è uscire da questo stato.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Quindi in 3 anni ha fatto prima entact, con xanax o tavor, e poi con lo psichiatra privato che cura ?

Direi che praticamente rimangono aperte molte opzioni, che abbia provato una cura sola, non è chiaro perché così a lungo se non ha avuto risultati. O comunque due, se ce n'è una anche dello psichiatra privato, ma comunque il discorso è lo stesso.

La diagnosi la conosce ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno! Grazie per la risposta tempestiva.
Per tre anni ho assunto entact, nei primi 2 mesi associato allo Xanax, dopo associato al Tavor al bisogno.
Non mi hanno mai fornito della documentazione sulla terapia che ho seguito, semplicemente mi hanno detto ( tutti gli psichiatri che ho visitato) grave ansia generalizzata; capisco che per voi è qualcosa di troppo generico che non vuol dire quasi nulla.
La prima persona che mi ha visitato mi ha prescritto l entact, e chi mi ha seguito dopo ha trovato opportuno seguire con l assunzione di entact, solo in un periodo mi hanno prescritto la quetapina, che mi ha distrutto, non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Ad oggi, in cui ho deciso in autonomia di non assumere più entact, posso dire che la mia ansia si è attutita, prima non riuscivo ad uscire fuori di casa... Adesso sono leggermente meno ansioso. Non ho più pensieri suicidi in modo ossessivo e giornaliero. Non ho voglia di vivere, ma non sono più pesantemente distruttivo nei miei confronti.
Quindi c e stato un miglioramento rispetto all inizio.
Tuttavia a 25 anni non ho passioni, voglia di vivere. Anche mentalmente sono diventato molto più lento rispetto a prima, non ho quasi memoria a breve termine, sono sempre maledettanente stanco, la mia concentrazione è quasi inesistente.
Mi piacerebbe stare bene. Poter ricominciare a studiare, non pensare al suicidio, o farmi prendere dall' ansia.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
In effetti parte dei sintomi che riferisce non è che richiamino all "ansia generalizzata", almeno come categoria diagnostica.
Ripeto, un antidepressivo che non ha funzionato è comune, qualsiasi sia la diagnosi, non c'è motivo di non procedere con un nuovo tentativo.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Sono demoralizzato per il percorso e per le persone che mi hanno seguito fin ora, però come consiglia Lei, potrebbe essere utile un nuovo punto di vista