Tipologia di disturbo

Gentili Specialisti,
Vi descrivo nel modo più breve la mia problematica al fine di chiedervi che nome dargli, poiché consultando psicologi (da anni) e qualche psichiatra (da mesi), non ci ho capito molto.

Sono una donna di 36 anni, ho un lavoro e una casa, dei familiari che mi vogliono bene, una certa cultura e sono soddisfatta della mia vita da questi punti di vista.

Ho sempre sognato di avere un compagno e dei figli ma la cosa non mi è stata mai possibile: le mie relazioni (tante) sono state sempre difficili e non riesco mai a capire qual è il problema.

Sono sicura di avere io dei problemi e provo a descriverli brevemente:
Sono ossessionata dall'ordine, ho sempre desiderato che tutto, nella mia vita, fosse in perfetto ordine (la casa, il garage, la lista delle cose da fare, la lista dei compleanni, i documenti e le foto nel computer e negli hard disk esterni, i libri, le email da cancellare, le liste degli amici su fb, contatti da tenere, contatti da scartare, scrivo liste di qualsiasi cosa...non mi dilungo perché credo abbiate capito).
Questo ordine ASSOLUTO però non c'è mai stato nella mia vita e nelle mie cose, vuoi perché mantenere in ordine tutto, con tutte queste liste, richiederebbe un tempo infinito, vuoi perché la stessa idea di non avere un ordine perfetto di tutto mi crea, spesso, una grande FRUSTRAZIONE che poi mi immobilizza e quindi rinuncio all'impresa, limitandomi a tenere in ordine la sola casa e i documenti importanti, giusto per sopravvivere nella vita quotidiana.

Il secondo problema è che quando mi prende questa frustrazione immobilizzante, vengo allo stesso tempo presa da pensieri negativi riguardanti il futuro, l'anzianità e la morte.
Penso, puntualmente, che la storia sentimentale che ho finirà, che non riuscirò mai ad averne una duratura, che non avrò mai dei figli, che finirò la mia vita in solitudine eccetera, e mi sento COME SE fossi già anziana e non ci fosse più nulla da fare.

Quando mi sento così provo una leggera ansia relativa alla solitudine che auto-placo rifugiandomi negli amici o nel mio compagno di turno: sento amici, familiari, compagno; mi ci vedo, stiamo insieme e sto un po' meglio, ma il problema di fondo resta.
Inoltre in 12 anni di tentativi di avere una relazione salda, non ho mai avuto di fronte un compagno che mi dicesse "tu sei la persona giusta", oppure che volesse avere dei figli con me.
Sempre storie senza una salda convivenza, in cui l'altro c'è e non c'è, e non sto parlando di pochi tentativi ma di tante storie...
L'ansia non è forte, più forte è la severità dei pensieri negativi, che mi fa vedere tutto nero e rende il mio sonno un susseguirsi di immagini di anzianità e morte.

Io chiedo che tipo di problema è questo e se la terapia con Alprazig e Eutimil che mi è appena stata prescritta abbia un senso, se sia troppo leggera o no.
In passato ho preso per circa 5 mesi Cipralex, ma non ho notato alcun miglioramento.
Chiedo da dove devo iniziare per uscire fuori da ciò.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
La forma mentis che descrive è di tipo ossessivo. Sembra che la viva in maniera in parte sintonica, cioè sia convinta che il problema è l'impossibilità di ordinare bene tutto, mentre invece il problema è l'ispirazione ad un principio d'ordine astratto ma rigido, con conseguente ansia sistematica per la percezione di tutto come sull'orlo del disordine, non ordinato, non perfetto, da controllare, da inquadrare etc.

La cura torna, non so quale di preciso sia la diagnosi, ma in generale può essere giusta, soltanto che andrebbe fatta una diagnosi formale anche per capire che tipo di interventi esistono. Per esempio le psicoterapie a seconda della diagnosi possono essere utili o meno, le stesse dosi da utilizzare di un farmaco cambiano un po'.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini