Passaggio da escitalopram a paroxetina

Buongiorno.
Ho 40 anni, sin da bambino sono stato iperattivo (da adolescente somatizzavo visceralmente tutti gli eventi della vita), ernia iatale a 13 anni ed esofagite da reflusso a 18.
Ho sempre sofferto di ansia, soprattutto all'università, pur tuttavia senza avere conseguenze invalidanti se si eccettua l'essere stato sempre sottopeso.
Dieci anni fa, quando lavoravo fuori città (oggi lavoro nel mio paese), l'ansia divenne ingestibile, mi provocava paura e disturbi gastrici continui.
Un giorno ebbi un attacco di panico che mi costrinse a far ricorso al pronto soccorso.
Dopo quell'episodio cominciai a fare psicoterapia e ad assumere farmaci, in particolare alprazolam ed escitalopram.
La cura funzionó, anche con l'aiuto della psicoterapia, scoprii di essere affetto da agorafobia, che in particolare veniva a complicarsi in presenza di emetofobia, paura di vomitare, di stare male mentre mi trovavo in mezzo alla gente, in particolare sui mezzi pubblici.
Da quella volta non ho più avuto episodi di panico di quella gravità, solo piccoli casi e sempre strettamente legati ai momenti in cui avevo nausea e terrore di rimettere.
Anche in mezzo alla folla, seppur in presenza di sintomi come oppressione sternale, inappetenza e tachicardia, sono sempre riuscito a gestire ogni situazione (ripeto il mio tallone d'Achille é la paura di vomitare, l'unica cosa che mi fa perdere il controllo).
Durante questi anni, tuttavia, sono passato dal pesare 56 chili ai 93 attuali, ho una riduzione drastica della libido, disfunzione erettile costante e perdita della memoria breve.
A dieci anni di distanza, inoltre, malgrado una sensibile diminuzione del dosaggio, assumo ancora farmaci, in particolare 5 mg di Escitalopram al mattino e 1 mg di Alprazolam nel pomeriggio.
Poiché i disturbi sessuali e della memoria si sono intensificati ho cambiato specialista, il quale mi ha prescritto il passaggio da Escitalopram alla paroxetina.
Io vorrei capire quale sia la reale differenza tra questi due farmaci.
A circa due settimane dal passaggio alla paroxetina infatti mi sento emotivamente più sollecitato, meno tranquillo, ho come la sensazione che gli eventi mi tocchino in modo più incisivo e io sia meno sereno, meno capace sotto il profilo reattivo.
In un paio di casi sono stato colto da ansia e angoscia con oppressione sternale.
Sarei infinitamente grato a chiunque voglia aiutarmi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Dovendo dare una risposta sintetica, non c'è una reale differenza a livello teorico. Sono simili come profilo e indicati per le stesse cose. A livello operativo, si può dire che la paroxetina è generalmente considerata più adatta e stabile nel tempo come efficacia, nonché meglio impattante su quadri con sintomi di tipo gastrointestinale.
Però ripeto, questa è un'esperienza che non ha una certa base tecnica, nel senso che pur essendo limitatamente diversi, sostanzialmente dovrebbero essere uguali.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
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Quindi in linea di massima posso stare tranquillo, voglio dire, non dovrei aspettarmi notevoli effetti collaterali o una regressione dei sintomi ansiogeni.
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