Consulto sull'interazione farmacologica
Mia sorella, secondo prescrizione medica, assume per il doc il FEVARIN da 100mg la mattina, il pomeriggio e la sera a stomaco pieno; per i sbalzi di umore il DEPAKIN-CHRONO da 300mg (solo di recente ha ripreso la terapia, a distanza di 5 anni dall'ultima volta) la mattina e sera a stomaco pieno; per sintomi paranoici l'ABILIFY-ARIPIPRAZOLO da 5 mg (acquisito solo di recente tramite richiesta della ASL) la mattina e pomeriggio a stomaco pieno.
La dottoressa presso cui è in cura, le ha suggerito di assumere i medicinali anche contemporaneamente, pertanto la mia domanda è: in tal modo non potrebbe rischiare un intossicazione, a causa dell'interazione farmacologica?
E naturalmente rischia un'intossicazione, così in generale, perché esiste un concetto generico di intossicazione.
Dr.Matteo Pacini
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In altre parole, il problema deve esistere in base al fatto che uno ne è preoccupato, e sulla base di questo dare per scontato che il medico ignori a piè pari interazioni tra tre medicinali prescritti ? Inoltre, perché non esporre questo dubbio al medico stesso. Probabilmente per una forma di correttezza formale, o di timidezza, nei confronti del professionista, ma che non ha qui, dove si spinge fino ad offendere e diffamare.
Se ignoro o meno le richieste di consulto lo decido io e Lei non può imporre che la gente ignori le domande che Lei pone. A questo punto sarebbe più semplice se non ponesse all'attenzione dei quesiti, se vuole che siano ignorati.
L'affermazione sulla mia professionalità è (oltre ad essere segno che ha capito poco e non accetta osservazioni) una diffamazione tramite spazio di visibilità pubblica.
Adesso, dopo aver insultato a tutto tondo, specifica l'unica cosa che aveva senso specificare, senza bisogno di essere maleducati e diffamanti: depakin e fevarin, se è normale assumerli insieme e non a distanza di un'ora. Ma chi aveva indicato che dovessero essere a distanza di un'ora, e per quale motivo, visto che i livelli del farmaco sono comunque gli stessi nelle 24 ore per quanto riguarda il depakin ?
Dr.Matteo Pacini
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Non voglio che i miei quesiti vengano ignorati a priori, altrimenti non ha senso appunto scrivere qui, ma mi aspetto che vengano trattati col dovuto rispetto, perché insisto nel dire che il suo mi è apparso sarcasmo, ovvero fingere di prendere in seria considerazione un'affermazione ritenuta sbagliata, per sottolinearne l'assurdità.. qui nasce la mia risposta scontrosa, non perché abbia capito poco o voglia essere diffamante, quando in realtà parlavo di professionalità, alludendo sempre alla risposta sarcastica, o perché mi sia alzata col piede sinistro.
La stessa dottoressa, presso cui è in cura, ha indicato 5 anni fa circa, che Depakin e Fevarin, dovessero essere assunti a distanza di un'ora.
"La dottoressa presso cui è in cura, le ha suggerito di assumere i medicinali anche contemporaneamente, "
E Lei lo mette in dubbio, senza motivo apparente.
Dr.Matteo Pacini
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Al prossimo controllo accompagni sua sorella così se la collega vuole dissertare con lei le dara spiegazioni altrimenti riceverà le giuste considerazioni sul suo atteggiamento.
Dr. F. S. Ruggiero
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Ieri ho ricevuto le spiegazioni e soprattutto la rassicurazione che desideravamo da un altro medico, su un altro sito.. ciò che sfortunatamente non ho trovato qui, ove si è più discusso sul mio atteggiamento non sarcastico o aggressivo a priori (non ho bisogno di una giusta considerazione su esso perché è stato solo conseguente) ma solo preoccupato, piuttosto che sulla domanda in questione.
Ringrazio i medici che avrebbero voluto rispondermi.
È una impressione che sia aggressiva così che non si palpa.
Sarà stato più bravo il collega che evidentemente ha accondisceso alle sue ansie.
Saluti
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Non ho potuto ringraziarvi perché non ho riscontrato alcuna gentilezza, o alcuna risposta, soppesando così la QUALITÀ del tempo che mi avete dedicato.. il medico alla quale mi sono rivolta non ha accondisceso alle mie ansie, ma si è limitato a rassicurarmi, senza aprire una sorta di chat Facebook per discutere e basta.
". il medico alla quale mi sono rivolta non ha accondisceso alle mie ansie, ma si è limitato a rassicurarmi"
Che possono essere la stessa cosa.
Dr.Matteo Pacini
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Poi la diffamazione è tutt'altra cosa, perché criticare la condotta professionale non è diffamazione (Cass. 52578/17) che invece c'è se si critica la persona.
Poi continui come vuole a ritenere di essere nel giusto tanto quale è il problema per me nessuno.
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Lei è qui a far domande, non è una paziente. E non sta neanche chiedendo Lei per sé.
Quindi Lei critica la condotta professionale di una persona che non sta criticando alcun paziente, e si permette di criticare la condotta professionale sulla base di un commento all'origine e alla sensatezza di una domanda su una terza persona.
Questo è quanto. Io sarcasmo lo vuole intendere Lei. Io se mai faccio riferimento al suo atteggiamento, e non al rapporto o ai problemi della persona che ha parlato con il medico ed evidentemente non ha ritenuto insoddisfacenti le indicazioni ricevute.
Dr.Matteo Pacini
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Quando scrivo "Abbia rispetto per i pazienti." non alludo ad un offesa fatta a mia sorella, la quale non vi è stata, ma bensì all'irriverenza con cui è stato trattato già dall'inizio il mio consulto, relativo sempre a mia sorella anch'essa preoccupata come ho già ribadito prima, senza che io iniziassi la conversazione in modo scortese o maleducato. Contrariamente lei, Dr.Pacini ha esordito sottolineando l'assurdità della mia domanda, non prendendola in seria considerazione.. questo al Paese mio si chiama sarcasmo e ripeto ancora una volta, che non esiste perché lo intendo io, ma perché c'è.
Che tale non era, e che comunque non c'entra alcunché con la condotta professionale, ma se mai nel commento che si fa sulla modalità di un interesse per una questione medica riguardante un'altra persona e il suo medico. Che Lei critica implicitamente chiedendosi se per caso conosce i farmaci che usa o no...
Non si chiama sarcasmo. E non è assurda la sua domanda. E' altro. Se non vuole capirlo, è libera di non farlo e poco ci interessa.
Ma non di offendere e diffamare.
Dr.Matteo Pacini
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Per di più, io chiedevo un ulteriore parere, senza discriminare quello del medico di mia sorella, con la quale, potrà parlare personalmente alla sua futura visita.
Insiste sul dire che non si è trattato di sarcasmo e la mia domanda a quanto pare è inqualificabile ("È altro" ???). Se non vi interessano le mie convinzioni, che ho già largamente argomentato, perché dovrei cambiarle e accondiscendere alle vostre? Saluti.
Ha chiesto una cosa priva di oggetto ("intossicazione" - così in generale) rispetto ad una indicazione di farmaci, peraltro già assunti, e sulla base del fatto, questo sarebbe poi il motivo spiegato dopo, di un'ora di intervallo o meno, incongruenza tra la prima e la seconda prescrizione. Cure già fatte in passato, quindi.
Potrebbe porsi mille problemi in questo modo: se il farmaco sia velenoso o adatto, se l'associazione sia pericolosissima, se la dose non sia troppa, se il medico abbia sbagliato la diagnosi...qualsiasi cosa. E infatti l'idea era indefinita "intossicazione": di cosa, di quale organo, per effetto di quale dei tre, di quale interazioni - ha letto qualcosa in merito ?
Un tipo di domanda, la sua, che non è certo unica su questo sito, e se nota a tutti personalmente rispondono facendo notare quando si tratta di domande dettate da diffidenza o da generica preoccupazione, ma senza elementi che definiscano una vera domanda.
Dr.Matteo Pacini
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"- non inserire richieste per terzi a meno che tu non sia il genitore o il tutore della persona oggetto del consulto"
https://www.medicitalia.it/consulti/linee-guida-consulto-online/#parte1
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