Attività cerebrali fuori controllo

Buongiorno, ho 34 anni, lavoro, ho una buona cultura, vivo sola. Ricordo con esattezza che da bambina, fino almeno ai 10 anni, quando ero sovrappensiero spesso involontariamente le mie dita si incrociavano velocemente, fuori dal mio controllo, senza che me ne accorgessi. Contemporaneamente mi estraniavo immaginando situazioni paraellele, di cui ero protagonista, e senza rendermi conto di cosa accadesse nella realtà intorno a me. Ricordo questi episodi, perchè di questi episodi ricordo gli scherni dei miei parenti, che chiedevano cosa facessi intrecciando le dita (ovviamente io mi accorgevo di intrecciare le dita ed incrociare gli occhi solo dal fatto che gli occhi erano un po doloranti e perchè me lo dicevano). Crescendo la cosa è diminuita, e soprattutto non mi è mai più accaduto in situazioni in cui ero consapevole che qualcuno potesse vedermi. Ma, come se in qualche modo qualcosa dentro di me sia in attesa di poter venir fuori, accade ancora che se sono sola, o se so di non essere vista, mi estraneo allo stesso modo.
Comincio a pensare che ci sia qualcosa di insano, perchè a volte immagino situazioni non reali, anche se non muovo nè gli occhi nè le dita.
Per assurdo invece, non ricordo nessun sogno notturno.
Noto che, lavorando molto o frequentando ambienti in cui non sono sola, questa tendenza tende a scomparire.
Temo di non essere stata molto chiara, ma comincio a pensare, visto che ultimamente è accaduto che mi 'lasciassi cogliere in fallo' da mia sorella, che sia qualcosa che forse dovrei valutare insieme ad uno specialista. Ma non saprei quale, e non saprei in quale momento, dato che non si tratta di attività 'prevedibili'. Posso considerare il tutto normale e frutto di un carattere, comunque, molto creativo?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

dalla descrizione sembrano dei fenomeni di distraibilità interna che sono però interrotti in caso di richiami esterni o anche spontaneamente, che si verificano abitualmente ma non al punto da crearle fino ad ora problemi maggiori di funzionamento e adattamento.
Può trattarsi di fenomeni ossessivi, nel caso in cui si senta come costretta a pensare o a fare determinate prove mentali per immagini, che a volte sembrano dei giochi, come se dovesse mettere in ordine un mosaico o mettere insieme dei pezzi a disegnare un qualcosa, e a volte sono francamente angosciose perché sente di esservi costretta.
In alternativa può trattarsi di un fenomeno di daydreaming, cioè "farsi dei film" con una sensazione più di estraniamento e di parallelismo, come se appunto in testa girasse un'altra pellicola.

Se vuole un parere può rivolgersi ad uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Credo che la definizione di daydreaming sia quella che meglio sia appropri, nel senso che la mia sensazione è proprio come se io mi trovassi, in qualche senso, in un film. Con persone che conosco, in situazioni possibili (discuto con amici di argomenti plausibili, vado in locali, ho un fidanzato diverso dal mio, discuto con le persone). La cosa non mi rende irrequieta se non per il fatto che ogni tanto mi chiedo se potrebbe mai accadere che un giorno io rimanga in questa 'realtà immaginaria' e non riesca più a farmi riportare in quella vera. Ma è solo una domanda che mi faccio.
Per il momento, credo che rimanderò un consulto con uno speciualista se si tratta di un fenomeno non 'patologico' e così facilmente inquadrabile.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Il fatto che si ponga questa domanda richiama però una componente che in gergo si definirebbe ossessiva, o se vuole introspettiva. Forse più che il sintomo in sé (daydreaming) è la preoccupazione a meritare attenzione ed eventualmente a dover essere "bersagliata" con un trattamento.