Violenza sul lavoro

Buonasera, ho bisogno assolutamente di un consiglio.

Ho 29 anni, fidanzata da 10 anni, purtroppo mi è capitata una cosa terribile.

Quattro mesi fa ho iniziato un nuovo lavoro da segretaria contabile in una fabbrica.

Faccio il colloquio con il mio titolare un 57enne, sposato, padre e nonno.

Questa persona inizia a farmi complimenti e a lanciarmi frecciatine a sfondo sessuale, facendomi capire che da me vorrebbe dell'altro.

Chiaramente io da ragazza seria, innamorata del mio fidanzato faccio finta di non capire e tiro avanti.

Passano i giorni e questa persona continua con le sue schifezze, mi racconta delle sue esperienze sessuali, mi chiede apertamente se volessi andare a letto con lui ovviamente il mio e un no secco.

Arriva inizio mese di dicembre, questa persona mi dice esplicitamente che non sa se può osare o meno con me, in quanto io non ero esplicita, la verità l'ho sempre rifiutato, ma non in modo preciso per timidezza e per timore di perdere il lavoro.

Arriva il 5 dicembre ci troviamo io e lui da soli in ufficio, mi chiede un bacio che io rifiuto ma lui non accetta il mio no, mi prende con violenza e cerca di baciarmi a tutti i costi, questa persona riesce a mettermi la lingua 3 volte in bocca senza il mio consenso, inizio a tremare e ritorno a casa spaventata, in stato di shock.

Il giorno dopo ritorno a lavoro il cuore mi stava saltando fuori dal petto avevo paura che potesse succedere qualcosa di grave vista la violenza della prima volta...
Non succede niente ma il giorno dopo lui ci ritenta, lo rifiuto ma lui cerca di nuovo questo bacio che io gli do pensando che si sarebbe calmato e che l'avrebbe finita, inizia a toccarmi e gli tolgo le mani di dosso, mi mette le mani sul suo pene e io li inizio a gridare.

Successivamente ci sarà un altro episodio sempre nella stessa modalità mi afferra con prepotenza, non accetta il mio no e io per timore ricambio il bacio.

Il problema è che questa persona non ha capito che i due baci che gli ho ricambiato sono capitati per timore che poteva farmi altro, ma ahimè sono sempre due baci dati.

Ora sto in una situazione che mi fa stare male perché penso di aver tradito il mio fidanzato oltre il timore di tornare lì dentro ogni giorno mischiato al fatto che non voglio andare via per una questione lavorativa.

Il senso di colpa mi sta uccidendo, non riesco a vedere il mio fidanzato e non so se e normale, non riesco a farmi toccare ne ad avere rapporti con lui, non posso dirglielo perché so che gli farò male, allora preferisco che certe cose uccidano me ma non lui, so che ne morirà se saprà che ho ricevuto una violenza se così si può definire e so che lo ucciderà il fatto che ho ricambiato questi baci per timore di tante cose.

Sono distrutta pensavo che la vita fosse un pochino più semplice, ma poi mi sono resa conto che bisogna mandare giù bocconi cari e amari.

Come posso sentirmi meglio??
l'ho tradito?
?
[#1]
Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

mi dispiace profondamente per la situazione che ha vissuto e nella quale è rimasta impigliata.
La violenza che ha subìto, avvenendo in un luogo conosciuto, abitato, vissuto, quale quello del lavoro, probabilmente è stata particolarmente subdola e silente, in quanto non solo le ha inflitto una sensazione di impotenza dovuta al sentire di non potersi sottrarre, ma si è costituita attorno ad un legame col suo perpetratore, costellato da emozioni complesse e contrastanti, quali paura, confusione, incertezza e meccanismi subdoli e potenti come l'esercizio di controllo e di potere che probabilmente sono mascherati da impulsi sessuali, ma nascondono una profonda spinta all'aggressività distruttiva.

Ciò che ha vissuto probabilmente le ha lasciato non solo le ferite visibili, inflitte dalla paura, dal senso di colpa, dal dolore, ma anche quelle meno visibili dell'umiliazione, dell'essersi sentita oggetto nelle mani di un altro; della confusione e dell'attentato alla propria identità, che può subire delle scosse, essere attaccata, persino svuotata. Può restare incagliata in una posizione di tormentosa colpevolezza, come pare essere adesso, per aver subìto ciò, per non aver saputo o potuto sottrarsi; oppure oscillare in un'altra posizione, quella di vittima, apparentemente più confortevole, ma in verità altrettanto scomoda e dolorosa, in quanto impone di dover fare i conti con un doloroso senso di ingiustizia e inermità.

Quanto al non voler vedere il suo fidanzato, non esiste una normalità in questi casi; ognuno di noi vive l'esperienza dell'abuso in un modo proprio, soggettivo, nascondendone i segni o mostrandoli. C'è chi avverte il bisogno di denunciare quanto ha subìto, dichiararlo, chi invece vuole nasconderlo, forse in qualche modo negarlo anche a sé stesso.
E forse è anche in questo che si colloca l'indicibile della violenza: troppo doloroso da raccontare e anche da tacere.
Tuttavia questo suo vissuto è comune e assolutamente rispettabile e legittimo, come lo è anche il non voler avere rapporti sessuali, in quanto l'esperienza della violenza, con la sua forza traumatica, ha inciso sulla sua vita, ha macchiato l'intimità sessuale, le carezze i baci, la tenerezza.

Le consiglio di recarsi in un centro antiviolenza, dove potrà consultare ed essere presa in carico da diversi professionisti che la seguiranno: psicologo, avvocato, assistente sociale.
Un altro suggerimento e' quello
di rivolgersi ad uno psicologo, il quale la aiuterà non solo ad esprimere e ad elaborare l'insopportabile di questa esperienza, ma a ricreare per lei un nuovo contesto relazionale, sicuro, abitabile, accogliente, nel quale potrà narrarla, rigenerando al tempo stesso ciò che è stato intaccato dalla stessa, come il proprio senso di competenza, di intimità, di dignità.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
la risposta della collega dr.ssa Di Taranto è stata chiara ed esaustiva.
Se unisco alla sua anche la mia risposta è perché mi sembra necessario dare ancora più forza a quanto spiegato e suggerito dalla collega, nella considerazione che lei, utente, si trova nella dolorosa confusione di chi ha subito violenza, in particolare la violenza sessuale, che per sua natura è ambigua e lascia la vittima totalmente scossa, perché oltre alla sfera emotiva e fisica investe anche quella cognitiva.
Lei infatti ci chiede se ha "tradito" il suo fidanzato e le sembra una colpa quello che è stato un tentativo di difendersi e di evitare il peggio, addirittura scrive: "ho ricevuto una violenza se così si può definire".
Si può definire senz'altro una violenza, passibile di denuncia.
Segua senz'altro le indicazioni della mia collega: si rechi presso un centro antiviolenza subito. Qui le daranno tutte le indicazioni possibili, per lei stessa, per il suo fidanzato, e per salvare altre possibili vittime dall'uomo che le ha fatto del male, malato o mostro che sia.
Auguri di cuore.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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