Terapia di coppia

Buongiorno,
io e il mio compagno stiamo insieme da circa 6 anni, abbiamo entrambi 28 anni e da un anno conviviamo.

I genitori del mio ragazzo hanno deciso di sistemare una vecchia casa di proprietà per i figli, con l’intento di farli abitare lì tutti insieme.

Un appartamento per il primo figlio, uno per il mio ragazzo ed uno per loro per la vecchiaia.

Loro parlano sempre come se fosse ovvio che i figli andranno li ad abitare e non hanno mai interpellato me a riguardo.
Io ho sempre detto al mio ragazzo di non volere andare in quella casa, perché mi sento soffocare e perché vorrei avere la possibilità di scegliere insieme a lui dove vivere, senza dipendere economicamente da altri.
Prima di convivere mi ha sempre detto che non saremmo mai stati obbligati ad andarci.
I suoi non hanno accettato che lui sia andato a convivere in una casa in affitto e hanno fatto pressioni a lui affinché andasse a vivere nella loro casa.

Inoltre, il fratello, parecchio più grande di lui, convive con la compagna a 50 km dalla casa dei genitori e hanno un figlio piccolo.
Ogni weekend il fratello torna dai genitori con il figlio per una giornata intera se non per rimanere pure la notte.
Il problema è che quando il fratello torna dai genitori, c’è la pretesa che anche il mio ragazzo sia presente.
Noi sappiamo quando il fratello torna con pochissimo preavviso.
Questo ci impedisce di crearci dei programmi e mi obbliga ad impostare gli impegni del weekend in base alle loro esigenze.
Io non voglio impedire loro di vedersi.

Ho cercato di spiegare al mio ragazzo che potremmo andare noi ogni tanto a trovare suo fratello ed il bambino o che anche lui può venire da noi.
Che possono frequentarsi anche senza vedersi sempre a casa dei genitori.
Vorrei fargli capire cosa proverebbe se ogni weekend fosse lui a doversi adattare alle mie necessità.
In questo anno di nostra convivenza i genitori si sono esposti in maniera abbastanza esplicita contro di me, in quanto non capiscono perché io non voglia andare nella loro casa e stanno bombardando il figlio affinché ci molliamo.
A loro dire io non faccio al caso del figlio.

O andiamo a vivere in quella casa, o terminiamo la nostra relazione.

Lui è completamente succube dei suoi, fin dai primi tempi di convivenza, se non passa a trovarli spesso loro iniziano con le rimostranze e a dire che si è dimenticato di loro.
A volte si lamenta di come ragionando i suoi genitori, ma sembra arreso a non potere farci nulla.

Io vorrei capire come gestire questa situazione, vorrei solo lo possibilità di decidere insieme a lui il nostro futuro e contare nelle decisioni importanti.
Lui dice che ha paura che se non andiamo in quella casa, poi sarà tutta la vita succube mio, ma io non ho queste intenzioni, per me è importante decidere in due.
Vederlo così mi fa soffrire, la situazione fa soffrire entrambi.
A me sembra che i suoi non ci stiamo dando il giusto spazio per crescere e stabilire una nostra dimensione.

Grazie anticipatamente per le risposte
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Gentile utente,

"..O andiamo a vivere in quella casa, o terminiamo la nostra relazione.": questo sembrerebbe essere il diktat dei suoceri che, come di può intuire, hanno una certa immagine della Famiglia (F maiuscola perchè ideal/izzata, e che evidentemente considerano giusta) e l'aspettativa che i figli si adeguino.

I figli cercano di accontentare i genitori e contemporaneamente sono stretti in una morsa tra la famiglia d'origine e la famiglia propria.

Il problema però non sono i suoceri, bensì le paure del suo fidanzato: "..Lui dice che ha paura che se non andiamo in quella casa, poi sarà tutta la vita succube mio..".
Può darsi che lui tema la dipendenza perchè già la conosce.

D'altra parte occorre proiettare nel tempo l'eventualità della convivenza con i suoceri in una stessa casa, immaginando come sarebbe con l'arrivo di figli vostri, con l'invecchiamento della generazione più anziana, ecc..
Sembrerebbe di capire che il figlio maggiore abbia individuato una propria strada, tornando nel weekend da solo con il figlio, senza la compagna.

Attraverso il titolo Lei sembra chiedere se la terapia di coppia gioverebbe.
La risposta è Sì. Iniziare in due risulta più facile anche nel caso che un* dei due ne sia spaventato o non condivida.
Non è da escludere che la terapia di coppia sfoci in una terapia individuale se il/la Terapeuta ne ravvisasse l'opportunità.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si, io attraverso questo consulto volevo sapere se potrebbe essere una strada che potrebbe aiutarci nel recupero di un po’ di serenità e se attraverso la terapia si potrebbe andare a scavare alle radici di queste paure per capire come superarle insieme.

La ringrazio per la sua tempestiva risposta, buona giornata.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Sono contenta se abbiamo risposto ai suoi dubbi.

Saluti cari.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/