Confusione su come mi sento realmente, cosa potrei fare?

Permettetemi l'uso di questo termine, ma rispetto a qualche anno fa è come se fossi in una fase di "demenza".
Ultimamente, mi sento come se fossi più "fuori dal mondo" rispetto alle persone che mi circondano.
Sento di essere quasi sempre distratta, vaga nei modi di fare, ho problemi a concentrarmi e, rispetto al mio essere studentessa universitaria, sento di non riuscire a concentrarmi nello studio e nello svolgimento di compiti in modo appropriato.
Mi sento più "svogliata" ma anche più sola, percepisco come se le persone attorno a me si accorgessero del mio attuale modo di essere e non lo capissero, dunque come se si fossero stancate di me e di avermi attorno.
Sento di essere sola e poco supportata, nel caso della mia famiglia questo supporto è del tutto assente.
Sento il peso di tante responsabilità addosso, di non avere nessuno con cui condividere questo peso e quindi di dovermela cavare da sola in tutto e per tutto.
Ed è infatti che la mia vita procede attualmente.

Spesso non ho voglia di sentire le persone che solitamente frequento, se mi trovo con loro non riesco a sostenere una conversazione perché mi distraggo facilmente come se la mia mente andasse in sovraccarico sin da subito.

A volte penso che, forse, sarebbe meglio se non vivessi più, pensando al futuro mi vedo completamente persa e sola.
Ora come ora, però, so che non commetterei mai un atto del genere, ma i pensieri specificati prima qualche volta fanno irruzione nella mia testa.
Riuscissi almeno a piangere... ma è come se fossi bloccata da molto tempo, ormai.

Passerei la maggior parte del tempo a non fare niente, magari a letto, ma mi costringo ogni volta ad alzarmi e a svolgere i miei compiti quotidiani (andare a lezione, fare la spesa, uscire) perché "magari alla fine può andare meglio di così".
Effettivamente la situazione migliora quando sto con alcune delle persone a cui voglio bene, ma subentra sempre il pensiero di essere un peso.

Sono una studentessa fuori sede e dunque viaggio spesso verso un'altra città e lì vivo assieme ad altre 3 ragazze, con loro l'atmosfera non è delle migliori ma comunque è sopportabile e tranquilla.
Anche lì, mi sento un pesce fuor d'acqua.
A casa coi miei genitori, invece, è tutto un insieme di alti e bassi perché le loro attenzioni sono sempre su di me e capita spesso che mi critichino fisicamente e per qualche mio comportamento.
Nonostante io espliciti più volte che queste critiche sono sgradite e non mi fanno stare bene (...fossero almeno costruttive!) , loro se ne infischiano e continuano.
In pratica, sto male ovunque.

Ho iniziato gli studi magistrali da qualche mese, ma penso spesso a lasciar perdere per un po' e dedicarmi a me.
I miei genitori, però, fanno pressione sul fatto di approffittarne fin quando sono in vita perché poi "chissà dove finirò" (non hanno fiducia nelle mie capacità).
Mi sento sopraffatta, forse.
Sono così confusa su tutto e non capisco la situazione che sto vivendo.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Buongiorno,
la sua sintomatologia ha delle attinenze con uno stato depressivo, presumibilmente di lieve entità, e d'altra parte il senso di solitudine è coerente con esso. Le consiglierei di migliorare il rapporto con i genitori con l'aiuto di uno psicoterapeuta e successivamente, se necessario, rivolgere l'attenzione ad altri settori, come lo studio, le amicizie e i rapporti sentimentali

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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dopo
Utente
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Dott.ssa Sciubba,
La ringrazio intanto della sua risposta. Circa due anni fa ho interrotto un breve ciclo di terapia presso una psicoterapeuta di indirizzo sistemico-familiare, con lo scopo di lavorare nel contesto familiare. Si è trattato di un percorso individuale dal momento che i miei genitori non hanno intenzione di iniziare un percorso. Ne escludo la possibilità, ciò significa che potrò solo lavorare su me stessa.
Vorrei chiederle: secondo lei dovrei assecondare il mio dubbio sul lasciare l’università per dedicarmi ad altro (es. palestra, terapia, hobby)?
La ringrazio nuovamente.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Con la Terapia della Gestalt e spesso anche con la Terapia Strategica Breve non è necessaria una partecipazione alla terapia da parte di familiari o di terzi per migliorare i rapporti con essi.
Per quanto riguarda la sua ultima domanda, mancano troppe informazioni sulla sua storia e le sue scelte per potersi pronunciare. In ogni caso il movimento fisico è salutare anche contro ansia e depressione

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo