Allattamento e disagio

Sono una ragazza di 31 anni e vorrei un vostro parere. Sto insieme al mio ragazzo da tanti anni e l'anno prossimo ci sposeremo. Ogni tanto parliamo di come sarebbe bello avere un bambino ed entrambi non vediamo l'ora. Dentro di me però c'è un pensiero che mi fa stare male e che non capisco se sia "normale" oppure no. Mi fa impressione l'idea di dover allattare. Attaccare per forza una persona al mio seno per nutrirla. So di usare parole molto forti ma sono la spiegazione del mio pensiero. Non ci trovo niente di poetico e meraviglioso, mi da fastidio vedere una donna che allatta, soprattutto nei luoghi pubblici. Il mio ragazzo dice che gli piacerebbe riprendermi mentre allatto il nosro bambino e io gli ho risposto che è una cosa molto intima e che non è il caso di filmare, penso si sia sentito escluso. Non ho paura della gravidanza, anzi mi emoziono nel vedere una pancione, ma quando si parla di allattamento mi innervosisco. L'altro giorno una mia amica mi ha detto che dopo la pausa-maternità dal lavoro ha comprato un tiralatte per poter dare il suo latte alla mamma che le teneva il bambino. Io non posso neanche pensare di mettere il mio latte dentro un biberon e poi darlo a mia mamma per scaldarlo a bagnomaria!Non voglio vedere il mio latte, nè farlo vedere agli altri. La mia amica dice che è una cosa bellissima e che quando allatterò per la prima volta capirò che è una magica emozione...ma per me adesso è un terribile pensiero. Aiuto!
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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile Signora,
la forza delle Sue affermazioni sembra celare un pensiero rigido, di tipo fobico-ossessivo, riguardo l'allattamento.
Ora, se non ritiene di avere altre fobie e/o forme ossessive che Le creano disagio o che limitano altri ambiti della Sua esistenza, può aspettare e vedere se, avvicinandosi la realtà della maternità, riesce a superare da sola questa angoscia.
Altrimenti Le consiglio di consultare un/una psicoterapeuta per elaborare le Sue emozioni/conflitti e vivere più serenamente = elasticamente il Suo futuro.
Con i migliori auguri per i Suoi progetti e cordialità.

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, forse lei ha strutturato questa sua paura sulla convinzione di dover essere OBBLIGATA ad allattare. Forse perché il suo ragazzo le dice che vorrebbe filmarla, ecc.

Se però tiene presente che non tutti i bambini vengono allattati al seno, per una quantità di ragioni, ecco che la sua paura assume una luce diversa.

Quando sarà il momento, si riservi per sé la possibilità di poter decidere, da sola, se allattare o meno il suo bambino. Se vorrà, potrà provare, magari prima senza essere osservata. Se le risulterà un esperienza sgradevole nessuno potrà obbligarla a continuare. Oppure, chissà, potrebbe addirittura piacerle.

Ma potrà saperlo solo dopo, non prima. Qualunque preoccupazione adesso riguardo alla questione è solo un fasciarsi la testa prima che sia rotta.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile ragazza, fare progetti insieme al proprio partner, condividendo fantasie e aspirazioni, è un aspetto molto importante della coppia, e contribuisce ad arricchirla proprio attraverso la comunicazione reciproca.

Credo tuttavia che lei si stia preoccupando in maniera eccessiva per una questione rispetto alla quale non è possibile fare previsioni.

La maternità (intesa anche come periodo della gravidanza) comporta cambiamenti tali a livello psichico e fisico, da non poter permettere di immaginarsi in maniera così chiara come sarà il futuro.

Ogni madre che incontrerà le può portare il proprio pezzo di esperienza, ma finchè lei non farà la sua non potrà comprendere, sentire fino in fondo cosa significhi.

Le consiglio quindi di continuare a condividere le sue floride fantasie con il suo compagno, ma cercando di non perdervi su particolari così specifici e in questo momento ancora privi di significato per la vostra identità di genitori.

D'altra parte, a meno che ci sia in lei un disagio che vada oltre gli occasionali momenti di cui ci ha scritto, credo sia arbitrario attribuire significati particolari alle sue parole, ma semplicemente cercherei di affrontare gli eventi uno alla volta.

Cordialità,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it