Ansia in un bambino di 9 anni

Circa 3 mesi dopo la nascita del nostro secondo genito, le cose sembravano andare, fino a quel momento, bene con il primo di 9 anni. Egli, infatti, non dimostrava di essere geloso, anzi era ed e' molto contento del fratellino e noi abbiamo sempre cercato di stargli egualmente vicino, soprattutto io, giocandoci insieme e rendendomi disponibile, alle sue richieste. Ovviamente mia moglie deve accudire il piccolo maggiormente, anche se cerca di non trascurare l'altro figlio nemmeno lei. Tanto che si e' deciso di farli dormire tutte e tre nella stessa stanza ed io in quella di mio figlio per non dividere il primo figlio dalla madre e dal fratellino. Pultroppo questa estate abbiamo dovuto portare, per due sere di fila, il bimbo piu' grande al pronto soccorso, perche' lamentava difficolta' nel respiro e tachicardia, ho optato per un controllo urgente, ed in entrambe le visite e' risultato tutto perfettamente a posto, anche la tachicardia non superava i 100 battiti al minuto quindi non poteve nemmeno definirsi tale. Mi hanno detto che si e' trattato di attacchi di panico, mio figlio da quel momento ha dovuto essere tranquillizzato sul suo stato di salute, perche' temeva di avere qualche problema al cuore. Gli abbiamo anche fatto fare una visita dal nostro pediatra che ci ha comunicato la perfezione del sistema cardio-circolatorio, tanto da poter fare agonismo sportivo con qualsiasi tipo di sport, affermazione portata ad esempio, visto che io sono stato un ciclista agonista e tutt'oggi pratico ancora molto questo sport. Quindi tutti piu' sereni, anche mio figlio. Ora con l'inizio della scuola sono aumentati i tic, che gia' aveva gli altri anni, pero' e' sopraggiunto un'altro problema, la sera dopo essersi addormentato, ora ogni tanto, si sveglia e si mette in piedi sul letto e farnetica agitato strane frasi inerenti, ad esempio, l'albero dove giochiamo, la maestra, il pallone ecc... poi si rimette giu' e dorme, quasi subito. Generalmente cio' avviene quando lo devo sgridare per qualche motivo. Premetto che anche io e mia moglie siamo dei soggetti ansiosi, anche se io fortunatamente riesco a controllare bene questi momenti, ma che in passato e cioe' nell'eta' adolescenziale, ho sofferto molto di questi fastidi, e non vorrei che mio figlio avesse preso lo stesso lato caratteriale e che possa passare i periodi neri che ho vissuto io. A tal fine vorrei cercare di capirlo meglio per aiutarlo ad essere piu' sereno, spero in un Vostro gentile consiglio e la ringrazio fin da ora
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Dr.ssa Marisa Nicolini Psicologo, Psicoterapeuta 132 6
Gentile Signora,
Suo figlio era ansioso già prima dell'arrivo del fratello, con una sintomatologia piuttosto importante e somatizzazioni, e più recentemente disturbi del sonno.
Non ritengo che dormire in camera con la mamma e il fratellino sia la soluzione, penso piuttosto che sarebbe necessario un/una psicoterapeuta dell'età evolutiva per capire le ragioni dell'ansia del vostro primogenito, ansia che verosimilmente è sostenuta (a quanto dice) da un sistema familiare ansiogeno.
Rivolgetevi con fiducia ad uno/una specialista e vedrete che molto si potrà fare per migliorare gli equilibri individuali e familiari.
Auguri, e ci tenga informati, se vuole.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile signore, concordo sostanzialmente con il parere della collega: credo sarebbe opportuno che lei e sua moglie vi rivolgiate a uno specialista dell'età evolutiva, che possa insieme a voi chiarire meglio la situazione e trovare delle strategie utili per aiutare il vostro primogenito ad affrontare una fase per lui evidentemente difficile.

Può darsi che l'arrivo del fratellino abbia portato alla luce delle problematiche emotive già presenti in precedenza, che in questo momento richiedono una maggiore attenzione da parte vostra. In effetti lei stesso descrive una situazione per cui suo figlio manifestava anche in passato qualche tic, normalmente espressione di uno stato sottostante di malessere che è meglio venga indagato in maniera approfondita.

Affrontare la questione con rapidità potrà aiutare il piccolo a sentirsi accolto nelle sue difficoltà e nel caso si ravvisi la necessità di una presa in carico, il lavoro potrà essere molto più agevole, in quanto le sue manifestazioni di disagio saranno ancora abbastanza "mobili" e quindi più agevoli da affrontare.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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