La mia ragazza si sta deprimendo e io non so come comportarmi nei suoi confronti

Buonasera, spero di non dilungarmi troppo.
Sto con questa ragazza da poco più di un anno, la nostra relazione è cominciata ed è tutt'ora a distanza, quindi riusciamo a vederci una volta ogni 3 settimane circa.

Spiego il problema che ultimamente (anche se non proprio in realtà) sta sorgendo.
Da circa 6 mesi si è trasferita in un'altra città, dopo aver fatto un Master nella città precedente in ambito artistico, senza ottenere alcun riscontro lavorativo.
Dunque si è trasferita nella città in cui attualmente abita la sorella per frequentare un altro Master (concluso poco tempo fa) in un ambito molto molto diverso, diciamo più standard, che le richiede fra tutto anche di assumere comportamenti tendezialmente lontani dalla sua personalità (è una ragazza abbastanza introversa, con una "batteria sociale" non molto capiente diciamo, mentre per il lavoro attuale ha a che fare con il pubblico/clienti il che implica un suo "sblocco" verso atteggiamenti più sociali mi viene da dire).
La città in cui era prima era la città dei suoi sogni, era riuscita a crearsi un gruppo di "amici" (a mio parere molto molto superficiale ma per lei valeva molto), studiava in ambito di disegno e la città stessa era la città in cui sin da piccola avrebbe voluto vivere.
Tutto ciò è durato circa un anno dato il suo recente trasferimento.

Da quando è nella nuova città però, noto che ha come un alone di tristezza e insoddisfazione cronica, che soprattutto ultimamente la porta a veri e propri crolli emotivi, in cui sembra di parlare con una persona che pare abbandonata a sé stessa.
Non le molto il suo lavoro, la città non la stimola quanto vorrebbe, non è riuscita a crearsi un gruppo di uscite per il weekend o le serate, dunque passa la maggior parte del tempo che non lavora in casa da sola (ci sentiamo per telefono ma logicamente un'oretta al giorno, e so bene ed è giusto così che la sua serenità non può basarsi solo su questo).
Lei vorrebbe fare della sua arte il suo lavoro, vorrebbe tornare nella città in cui era prima e tutto ciò che ha ora lì la butta giù e basta.
Inoltre vorrebbe migliorare il suo fisico, ma tra la stanchezza del lavoro o altri impegni, trova sempre il modo di rimandare gli allenamenti o di mangiare in modo sano come forse dovrebbe per raggiungere il suo obiettivo.

Ultimamente tutta questa lamentela e tristezza sta diventando una routine giornaliera, e sono arrivato a un punto (io di mio sono una persona empatica si ma anche molto logica) in cui oltre che starle vicino e dirle che piano piano si fa tutto, che deve darsi tempo visti i tanti cambiamenti, cerco anche di farle vedere che le cose si possono fare, che si può cambiare e fare ciò che si vuole, ma lei ribatte sempre con frasi che smontano con il loro mood "depresso" tutto ciò che dico, e stasera mi ha detto che io non devi trovarle soluzioni, che non si aspettava questo.
Cosa devo fare allora?
Come devo comportarmi in questi casi?

E di lei cosa potreste dirmi?
Deve fare qualcosa di specifico?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.8k 602
Gentile utente,

La Sua 'ragazza scoraggiata e triste'
"stasera mi ha detto che io non devo trovarle soluzioni, che non si aspettava questo."
Ci chiede:
"Cosa devo fare allora?
Come devo comportarmi in questi casi?"

Stare con una persona triste e insoddisfatta non è facile, affatto.
E non parliamo della sua ragazza, dato che non la conosciamo; ce lo fa dire l'esperienza clinica.
Chi sta vicino cerca di aiutare con incoraggiamenti e suggerimenti concreti, eppure la persona non è mai contenta.
In genere la persona cerca aiuto dagli altri perché non sa come fare a cercare aiuto in se stessa; ma ciò si rivela fallimentare.

E' ovvio che tutto questo risulti alla lunga molto frustrante per la persona più vicina affettivamente, e che la distanza geografica che caratterizza la vostra relazione, nutrita da un incontro al mese, non sia sufficiente. Ma anche nei casi di convivenza, la presenza costante dell'altro* può rivelarsi insufficiente.

"Che fare?" Lei ci chiede.
Innanzi tutto evitare i consigli, ed applicare il "solo ascolto attivo ed empatico", unito ad una mimica espressiva ed accogliente.
Alla eventuale domanda "Cosa faresti tu al posto mio?", l'unica risposta sensata è: "Chiederei aiuto a chi lo può dare in modo specialistico",
suggerendole in tale modo di chiedere aiuto psicologico.
Capisco che la ragazza è fuori sede, che non lavora e quindi ha un reddito limitato; però presso il Consultorio del Servizio sanitario nazionale presente in ogni città o cittadina è possibile avere alcuni incontri con lo/la Psy alla cifra ridottissima del ticket.

Auspico di averle fornito le indicazioni che lei si aspettava, sia dal punto di vista delle riflessioni che sul versante operativo.
In caso di dubbi siamo qui.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/