Innamorata di un uomo impegnato che non riesce a lasciare la compagna
Buona sera.
Vi scrivo per chiedervi un confronto riguardo la mia situazione.
Sono una donna di 32 anni e da quasi tre anni porto avanti una pseudo-relazione con un uomo impegnato, convivente da dieci anni circa, senza figli.
Mai avrei pensato di trovarmi in una situazione simile, avendo sempre predicato di stare alla larga da uomini impegnati.
E invece.
Ci siamo conosciuti per caso, a un evento di lavoro, un caffè tira l’altro, scambio dei social, e da lì un continuo crescere.
Venivo da circa due anni senza relazioni significative.
Iniziamo a sentirci senza troppo impegno, qualche messaggio, incontri sporadici, ma dal primo giorno ho provato una connessione mentale mai provata prima.
Confermata e cresciuta nei mesi, aggiunta a un’incredibile intesa fisica.
E così la situazione ci è sfuggita di mano.
Nonostante la sua relazione, ci siamo vissuti tanto. Forse troppo.
Ha sempre cercato di ritagliarsi tempo per me, anche solo 10 minuti al giorno.
Non mi ha mai fatta sentire l’amante, anche se la realtà è questa.
Ha conosciuto anche qualche mia amica.
Lui ha significato tantissimo per me. Mi ha dato tanto. Non saprei spiegarlo in poche righe.
Mi ha supportata in molti momenti difficili che ho passato; risvegliato in me una voglia di fare che non provavo da anni.
Io, come sono stata con lui, non lo sono mai stata.
Mi sentivo viva, amata, bella.
Ma poi si arriva alla realtà: le feste blindate, i weekend a metà, le vacanze estive.
Ci siamo confrontati tanto, anche perché tra noi ci sono 18 anni di differenza (lui più grande), ma questo non sembra essere il vero motivo per cui non riesce a lasciare la compagna.
Quando l’ho conosciuto, mi disse che già da un anno le cose tra loro non andavano più come un tempo.
Ha provato molte volte a chiudere, senza riuscirci.
Dice che è il senso di colpa verso di lei a fermarlo, nonostante la relazione non funzioni più e il volermi e pensarmi costantemente.
La consapevolezza di vederla e farla soffrire.
E soffrire anche lui e non avere la forza di soffrire per la fine della sua relazione decennale e allo stesso tempo avere l’entusiasmo per costruire qualcosa di nuovo con me.
Lei rappresenta molto per lui, essendo diventato orfano poco prima di conoscerla.
Va in terapia da prima di conoscermi e ci va tuttora.
Non l’ho mai messo di fronte a una scelta o dato ultimatum. Credo sia una cosa inutile.
La scelta deve venire da lui.
A metà 2024 ho provato ad allontanarmi, ma il pensiero è sempre stato solo a lui.
Non riesco a guardarmi intorno, e lui è sempre tornato.
Piangendo.
Dicendomi che il sentimento che prova per me è sincero, ma non riesce a lasciarla.
Due settimane fa ho messo l’ennesimo punto e dentro di me sono divisa: so che è la scelta giusta, per il mio bene, per accogliere un amore che non vada inseguito. Ma l’altra parte di me sa bene cosa ha provato per lui e come mi ha fatto sentire ed i suoi occhi, veri, le emozioni provate ed il suo proteggermi, anche se capisco che leggendo ciò è quasi impossibile vedere del positivo in lui avendo una compagna a casa.
Scrivo qui perché ho paura di restare bloccata in questo limbo, in questa attesa, speranza che probabilmente mai verrà ripagata.
Purtroppo non desidero altro che lui.
Sarei disposta ad aspettare ancora, ma so che non può funzionare così.
Mi ritrovo giorni interi e notti a piangere per il dolore e per la consapevolezza di non poter fare nulla e l’aver fatto già troppo. Week end come questo di oggi, in cui è una bellissima giornata e sono triste. A pensare che avrei potuto passarlo con lui. L’arrivo delle belle giornate mi mettono tristezza per questo motivo. Ed altri momenti in cui mi sento confortata, coccolata dal sapere che lui comunque continuerà a provarci. So che devo andare avanti ma non voglio e non ci riesco. Ho paura e sono quasi convinta di non provare più certe emozioni con nessun uomo. Che nessun uomo sia come lui.
Vi ringrazio anticipatamente se siete arrivati a leggere fin qui. Spero di leggere molte risposte che possano confortarmi e darmi una prima indicazione
Vi scrivo per chiedervi un confronto riguardo la mia situazione.
Sono una donna di 32 anni e da quasi tre anni porto avanti una pseudo-relazione con un uomo impegnato, convivente da dieci anni circa, senza figli.
Mai avrei pensato di trovarmi in una situazione simile, avendo sempre predicato di stare alla larga da uomini impegnati.
E invece.
Ci siamo conosciuti per caso, a un evento di lavoro, un caffè tira l’altro, scambio dei social, e da lì un continuo crescere.
Venivo da circa due anni senza relazioni significative.
Iniziamo a sentirci senza troppo impegno, qualche messaggio, incontri sporadici, ma dal primo giorno ho provato una connessione mentale mai provata prima.
Confermata e cresciuta nei mesi, aggiunta a un’incredibile intesa fisica.
E così la situazione ci è sfuggita di mano.
Nonostante la sua relazione, ci siamo vissuti tanto. Forse troppo.
Ha sempre cercato di ritagliarsi tempo per me, anche solo 10 minuti al giorno.
Non mi ha mai fatta sentire l’amante, anche se la realtà è questa.
Ha conosciuto anche qualche mia amica.
Lui ha significato tantissimo per me. Mi ha dato tanto. Non saprei spiegarlo in poche righe.
Mi ha supportata in molti momenti difficili che ho passato; risvegliato in me una voglia di fare che non provavo da anni.
Io, come sono stata con lui, non lo sono mai stata.
Mi sentivo viva, amata, bella.
Ma poi si arriva alla realtà: le feste blindate, i weekend a metà, le vacanze estive.
Ci siamo confrontati tanto, anche perché tra noi ci sono 18 anni di differenza (lui più grande), ma questo non sembra essere il vero motivo per cui non riesce a lasciare la compagna.
Quando l’ho conosciuto, mi disse che già da un anno le cose tra loro non andavano più come un tempo.
Ha provato molte volte a chiudere, senza riuscirci.
Dice che è il senso di colpa verso di lei a fermarlo, nonostante la relazione non funzioni più e il volermi e pensarmi costantemente.
La consapevolezza di vederla e farla soffrire.
E soffrire anche lui e non avere la forza di soffrire per la fine della sua relazione decennale e allo stesso tempo avere l’entusiasmo per costruire qualcosa di nuovo con me.
Lei rappresenta molto per lui, essendo diventato orfano poco prima di conoscerla.
Va in terapia da prima di conoscermi e ci va tuttora.
Non l’ho mai messo di fronte a una scelta o dato ultimatum. Credo sia una cosa inutile.
La scelta deve venire da lui.
A metà 2024 ho provato ad allontanarmi, ma il pensiero è sempre stato solo a lui.
Non riesco a guardarmi intorno, e lui è sempre tornato.
Piangendo.
Dicendomi che il sentimento che prova per me è sincero, ma non riesce a lasciarla.
Due settimane fa ho messo l’ennesimo punto e dentro di me sono divisa: so che è la scelta giusta, per il mio bene, per accogliere un amore che non vada inseguito. Ma l’altra parte di me sa bene cosa ha provato per lui e come mi ha fatto sentire ed i suoi occhi, veri, le emozioni provate ed il suo proteggermi, anche se capisco che leggendo ciò è quasi impossibile vedere del positivo in lui avendo una compagna a casa.
Scrivo qui perché ho paura di restare bloccata in questo limbo, in questa attesa, speranza che probabilmente mai verrà ripagata.
Purtroppo non desidero altro che lui.
Sarei disposta ad aspettare ancora, ma so che non può funzionare così.
Mi ritrovo giorni interi e notti a piangere per il dolore e per la consapevolezza di non poter fare nulla e l’aver fatto già troppo. Week end come questo di oggi, in cui è una bellissima giornata e sono triste. A pensare che avrei potuto passarlo con lui. L’arrivo delle belle giornate mi mettono tristezza per questo motivo. Ed altri momenti in cui mi sento confortata, coccolata dal sapere che lui comunque continuerà a provarci. So che devo andare avanti ma non voglio e non ci riesco. Ho paura e sono quasi convinta di non provare più certe emozioni con nessun uomo. Che nessun uomo sia come lui.
Vi ringrazio anticipatamente se siete arrivati a leggere fin qui. Spero di leggere molte risposte che possano confortarmi e darmi una prima indicazione
Buongiorno!
Comprendo che non sia semplice tutto ciò che sta vivendo. Tuttavia la invito a una riflessione: lei dice che non si è mai sentita con nessun altro uomo come con quest'uomo. Ebbene, lo avrebbe detto prima di conoscerlo? Forse no ed è su questo "forse no" che sta il centro da cui può ripartire, ovvero darsi la possibilità di una vita nuova. Purtroppo le relazioni con persone che sono impegnate implicano, inevitabilmente questi rischi, ovvero l'incertezza sulla possibilità di realizzare davvero una relazione di coppia stabile. Potrebbe chiedersi se davvero lei è pronta a una relazione stabile e matura e se lo è va da sé che la stabilità di una relazione dipende da entrambe le parti in gioco che intendono costruire un progetto di vita in comune. Una persona già impegnata, per quanto possa averla fatta sentire coccolata, non può consentirle una progettualità. Scrive, per altro, che non vuole e non riesce ad andare avanti senza di lui. Ora: se esiste il "non voglio" la cosa si fa complicata, perchè è proprio dal desiderio di stare meglio che si gettano le basi per migliorare il proprio stato d'essere. Perché, anzichè puntare il focus sulla persona con cui lei ha avuto una relazione, non prova a puntare il focus su di se? Credo che anche lei si meriti di stare bene, anche lei si meriti di trovare una persona che la ami, ma soprattutto si meriti di sentirsi e scoprirsi più forte di quel che crede. In lei , come in ognuno di noi, ci sono delle risorse sane che possono aiutarla a stare meglio. Inoltre la invito a riconoscere che c'è un pò di svalutazione nella giustificazione che le ha dato la persona che lei ama. A quanto scritto lui non lascia la moglie perchè si sentirebbe in colpa. A parte che questo non è un buon motivo per stare in relazione, ma comunque, non mi sembra che lui si preoccupi del dolore che prova lei o della condizione divisa a metà in cui lei si trova. Non mi sembra, questo, sinonimo di amore e, inoltre tornare ogni volta indietro non è molto rispettoso nei suoi confronti. Provi a rifletterci e si dia la possibilità di vivere una via più libera da queste dinamiche ed eventualmente si faccia sostenere da un percorso psicologico per trovare le risorse migliori e concedersi, visto che è ancora giovane, l'opportunità di crearsi una sana vita sentimentale.
Comprendo che non sia semplice tutto ciò che sta vivendo. Tuttavia la invito a una riflessione: lei dice che non si è mai sentita con nessun altro uomo come con quest'uomo. Ebbene, lo avrebbe detto prima di conoscerlo? Forse no ed è su questo "forse no" che sta il centro da cui può ripartire, ovvero darsi la possibilità di una vita nuova. Purtroppo le relazioni con persone che sono impegnate implicano, inevitabilmente questi rischi, ovvero l'incertezza sulla possibilità di realizzare davvero una relazione di coppia stabile. Potrebbe chiedersi se davvero lei è pronta a una relazione stabile e matura e se lo è va da sé che la stabilità di una relazione dipende da entrambe le parti in gioco che intendono costruire un progetto di vita in comune. Una persona già impegnata, per quanto possa averla fatta sentire coccolata, non può consentirle una progettualità. Scrive, per altro, che non vuole e non riesce ad andare avanti senza di lui. Ora: se esiste il "non voglio" la cosa si fa complicata, perchè è proprio dal desiderio di stare meglio che si gettano le basi per migliorare il proprio stato d'essere. Perché, anzichè puntare il focus sulla persona con cui lei ha avuto una relazione, non prova a puntare il focus su di se? Credo che anche lei si meriti di stare bene, anche lei si meriti di trovare una persona che la ami, ma soprattutto si meriti di sentirsi e scoprirsi più forte di quel che crede. In lei , come in ognuno di noi, ci sono delle risorse sane che possono aiutarla a stare meglio. Inoltre la invito a riconoscere che c'è un pò di svalutazione nella giustificazione che le ha dato la persona che lei ama. A quanto scritto lui non lascia la moglie perchè si sentirebbe in colpa. A parte che questo non è un buon motivo per stare in relazione, ma comunque, non mi sembra che lui si preoccupi del dolore che prova lei o della condizione divisa a metà in cui lei si trova. Non mi sembra, questo, sinonimo di amore e, inoltre tornare ogni volta indietro non è molto rispettoso nei suoi confronti. Provi a rifletterci e si dia la possibilità di vivere una via più libera da queste dinamiche ed eventualmente si faccia sostenere da un percorso psicologico per trovare le risorse migliori e concedersi, visto che è ancora giovane, l'opportunità di crearsi una sana vita sentimentale.
Dr.ssa Simona Condelli
Corso Vittorio Emanuele II, 156
10128 Torino
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.9k visite dal 16/02/2025.
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