Non eleggibilità alla psicoterapia. quali alternative?

Salve a tutti.
Diverse esperienze passate mi hanno fatto arrivare alla consapevolezza di non essere una persona adatta ad intraprendere un percorso psicoterapeutico ma vorrei informarmi su eventuali tipi di trattamento possibili per casi di insonnia e alterazioni del ritmo circadiano che causano forte irritazione debilitante e stati simil depressivi.
Il mio medico di base mi ha già suggerito di rivolgermi ad uno psicoterapeuta nonostante gli avessi comunicato che per me sarebbe un processo inutile quindi chiedo a voi che siete del settore se esistano percorsi attuabili che non richiedano qualsivoglia approccio psicologico o psicoterapico per risolvere le mie problematiche.
Grazie.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

non sappiamo se abbia concluso Lei stesso "di non essere una persona adatta ad intraprendere un percorso psicoterapeutico".

Di Lei non conosciamo:
- i disturbi, disagi disfunzioni, di cui soffre e da qual* specialist* sono stati diagnosticati
- quali terapie farmacologiche e psicologiche abbia fatto nel tempo, con chi, di quale durata, di quale approccio psicoterapeutico
- i motivi precisi per cui le psicoterapie si sono rivelate fallimentari
- se i/le psicoterapeut* Suoi curanti hanno condiviso la valutazione di "non eleggibilità" della psicoterapia nel Suo caso.

Con queste informazioni al completo saremo in grado di risponderLe.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Salve Dottoressa, non ho parlato specificatamente della mia esperienza personale perché la reputavo superflua al quesito ma rimedio, per quanto mi sia possibile.

-Il mio disagio principale è, appunto, l'insonnia. Le valutazioni che mi sono state rimandate sia in ambito psichiatrico che da suoi colleghi ad indirizzo cognitivo-comportamentale parlano di uno stato depressivo. Non saprei nello specifico a che tipo di depressione si faccia riferimento. Gli stessi risultati mi sono stati confermati da un test svolto nel pubblico (MMPI-2). Altri professionisti a cui mi sono rivolto erano psicoterapeuti ad indirizzo psicodinamico. Questi ultimi non hanno confermato né disconfermato la diagnosi.

-Ho svolto terapie ad indirizzo cognitivo-comportamentale e psicodinamico nel privato, tutte durate più di sei mesi ma meno di un anno. La terapia farmacologica a cui mi sono sottoposto consisteva in 30mg di mirtazapina al giorno. Assunta per due anni complessivi con effetti collaterali sopportabilissimi ma non piacevoli, ovviamente.

-Riassumo gli ultimi due punti dicendo che le terapie si sono rivelate fallimentari per miei tratti caratteriali quali l'essere poco incline al dialogo ed alla pazienza e alla mia personale e invalicabile convinzione (confermata appunto da anni di esperienza, nel complesso) che parlare afinalisticamente della mia infanzia, o sottopormi a sessioni di training autogeno, non risolverebbe i miei problemi. Dico anche che sì, i professionisti che mi hanno seguito hanno confermato nel corso della terapia che presento pesanti resistenze. Resistenze, a parer mio, fisiologiche che non posso superare e che gli psicoterapeuti che mi hanno seguito non sapevano come gestire. Quest'ultimo punto lo trovo particolarmente difficile da esplicare in maniera chiara perché non voglio scadere in mie considerazioni personali né sul loro operato né sui miei limiti o potenzialità (a me molto chiari ma capisco che un* psicoterapeuta possa non prendermi sul serio e disconfermare le mie opinioni). Non avendo neanche alcunché di specifico di cui parlare in un ipotetico colloquio trovo che questa sia una strada inutile da percorrere.

Credo di aver risposto a tutto, spero in maniera comprensibile. Grazie.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Ho letto attentamente i suoi ragguagli.
Capisco l'accenno alle "pesanti resistenze" dei Suoi curanti e che forse sarebbero presenti anche in un ulteriore percorso..

Il passo più corretto, ora, è di riprendere contatti con quell* Specialista che l'ha "ispirata" maggiormente, per rivolgere la domanda rivolta a noi.
E' proprio il nostro codice Deontologico (Articolo 27) a suggerire questo passo:

"Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa.
Se richiesto, fornisce al paziente le informazioni necessarie a ricercare altri e più adatti interventi."

".. più adatti Interventi" comprende:
- un corso di tango (corpo a corpo e ritmo)
- lanciarsi con il bungee jumping (adrenalina)
- pilates (esercizio fisico)
- altro, che starà a Lei individuare e scegliere.

Tenga conto però che nessun "più adatto intervento" "risolverebbe i miei problemi" in automatico.

L'impegno personale nel cambiare l'approccio al mondo sta alla base della terapia delle forme depressive, qualsiasi sia il modo/attività attraverso cui avviene.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Grazie della risposta.

Vorrei puntualizzare una cosa che forse non ho espresso, ovvero che il focus principale del mio quesito era solo l'insonnia e i sintomi fisici da essa derivati. Per quanto i miei problemi di umore siano stati fattori motivanti a cercare l'aiuto degli specialisti ad oggi non lo sono più. Questo anche il motivo per cui eviterei di contattare un mio vecchio psicoterapeuta dal momento che i suoi obbiettivi si focalizzerebbero sul basso umore e sempre con le stesse modalità già sperimentate. Oltre ciò, dal momento che cita quello specifico passo del codice deontologico dico che quello è un'altro dei motivi per cui preferirei tenermi lontano da un ennesimo percorso. L'unico professionista che, come dice lei, mi ha ispirato è stato proprio quello che nonostante avesse capito da tempo l'inutilità della terapia si è "confessato" (e non è stato l'unico) soltanto dopo che io gli comunicai la mia decisione di interrompere. Mi è spiaciuto constatare che oltre la mia assente risposta ai trattamenti abbia dovuto anche a che fare con la perdita di fiducia in una professione che professa rispetto nei confronti dei pazienti ma si fa scudo con la loro autodeterminazione, che lei saprà non essere lucida in molti casi.

Detto ciò prenderò in considerazione il suo suggerimento su un corso di tango.

Grazie del confronto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Tre osservazione conclusive da parte mia.
- Solitamente il focus del consulto è quello espresso dal titolo e a quello abbiamo scelto di rispondere, tra i vari quesiti presentati dal testo iniziale.
- Dispiace che abbia perso fiducia in una professione a causa dell'insuccesso con Lei; sarebbe come se un* Psy perdesse fiducia nei confronti dei pazienti perché uno manifesta resistenze. E' il problema delle generalizzazioni.
- Fa piacere l'idea accolta del corso di tango. Anche da mia esperienza professionale talvolta accade attraverso il corpo quel che non è accaduto attraverso la psicoterapia.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Mi prendo la libertà di essere polemico sul secondo punto da lei espresso a costo di essere sgarbato ed andare off-topic facendo presente che uno psicologo medio incontra certamente un numero più alto di pazienti di quanti psicoterapeuti possa incontrare un solo individuo. Una generalizzazione come la mia, ammettendo pur che lo sia, è decisamente più giustificata di una fatta a parti invertite.
Ribadisco anche che nel mio caso non sia stato un solo professionista a non applicare la regola deontologica da lei esposta, insieme ad altre. Io sono disponibilissimo a prendermi le mie responsabilità per quanto riguarda la non riuscita delle terapie ma da qui a richiedere una fiducia dogmatica ad una categoria di persone non è corretto.

Ho risposto per chiarezza, non per intavolare un qualche tipo di discussione sterile.

Grazie ancora per i consigli in merito alla mia domanda.
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*non è corretto né tantomeno sano, aggiungo.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Nessun tipo di "discussione sterile", non è l'obiettivo di questo servizio.
Unicamente una riflessione conclusiva, non tanto sui contenuti
- è del tutto lecito che Lei mantenga le sue opinioni, sarà Lei a decidere se sono produttive -
ma sullo stile comunicativo.

Meraviglia che a fronte di risposte gratuite ad un consulto gratuito Lei senta il bisogno di:
- "mi prendo la libertà di essere polemico sul secondo punto da lei espresso a costo di essere sgarbato".
E perchè mai "essere polemico"? Basta esprimere la propria opinione, no? E' inutile sguainare subito la spada verso chi gratuitamente si mette al servizio e utilizza in questo modo il tempo a propria disposizione.
Se Lei si prende questa "libertà", l'altra parte (qualsiasi essa sia)
- tirerà fuori il coltello,
- oppure chiuderà la comunicazione.
Ovviamente spada, coltello, sono metafore.

- "..a costo di essere sgarbato ed andare off-topic".
.Che necessità La spinge ad assumere un registro "aggressivo" della comunicazione "a costo di essere sgarbato"? Addirittura di andare fuori tema?
.Ne vale la pena?
.Cosa aggiunge alle sue opinioni l'"essere sgarbato" nell'esprimerle?
.Come mai questa scelta a dir poco arrischiata? Infatti, se lo fa, il consulto viene chiuso, come del resto vengono chiuse le relazioni quotidiane in presenza.

La sgarbatezza inutile e la polemica gratuita rendono difficili le relazioni interpersonali e sociali. Non solo quelle con gli/le psicoterapeut*, che
- sia in presenza che qui -
sono garanti della qualità della comunicazione.
Ma anche con le persone con cui interagiamo quotidianamente in famiglia, per lavoro, ecc.
E' fortemente lesivo della qualità della propria vita sfoderare l'aggressività "a prescindere"; come se esprimere la propria opinione fosse una battaglia decisiva per la propria esistenza, o per la propria autostima.

Se dovesse utilizzare nuovamente questo servizio, suggeriamo di assumente un registro comunicativo maggiormente produttivo.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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