Paura di essere stata manipolata e abusata
Ho iniziato a frequentare il mio ragazzo nel febbraio 2022 e ho sempre sentito che con lui stavo vivendo tutto per la prima volta.
Qualche giorno fa gli ho dato il mio telefono tranquillamente, sentivo di non avere nulla da nascondere.
Invece vedendo una vecchia chat con un ragazzo che avevo smesso di sentire nel novembre 2022, e che gli avevo sempre descritto come un amico, ha percepito qualcosa di strano.
Questo rapporto era solo online ed è durato più di due anni.
Quando mi ha chiesto spiegazioni, ho negato che ci fosse stato altro.
Questo ha incrinato il nostro rapporto perché ha iniziato a dubitare di tutto e la fiducia è crollata.
Più mi faceva domande, più io stavo male.
Sapevo che c'era stato qualcosa di brutto, ma non riuscivo a ricordare.
A forza di pensarci, ho iniziato ad avere flash di esperienze sessuali, e questo mi faceva solo desiderare di smettere di ricordare.
Due giorni dopo mi sono svegliata di colpo con un pensiero fisso: "Devo dirgli la verità", anche se avevo la mente vuota, piena di nebbia.
Avevo paura, non riuscivo a distinguere cosa fosse reale.
Calmandomi, i ricordi sono tornati, lentamente ma con violenza.
È stato terribile.
Più mi tornavano in mente, più mi sentivo sporca, priva di valore.
Facevo quelle cose in modo meccanico, non provavo mai piacere, solo la sensazione di "aver fatto il mio dovere".
Non avevo mai voglia, ma dicevo sempre sì.
A volte pensavo proprio adesso?
oppure durante l’atto mi chiedevo quando sarebbe finito.
Ero fragile, sola, e lui mi dava attenzioni, affetto, complimenti.
Non riuscivo a dirgli di no, anche se non volevo davvero.
La prima volta ho finto.
Poi ho provato, ma smettevo subito.
Ricordo una volta in cui per tutto il tempo ho fissato un punto sul muro, che ricordo ancora ora.
Per tutto il tempo lui da un lato mi diceva che avrebbe aspettato, ma dall’altro mi faceva anche pressioni dicendomi frasi come "con la mia ex funzionava sempre".
Col tempo, forzandomi, ho iniziato a percepire qualcosa che scambiavo per piacere, ma non lo era.
Quando ho trovato il coraggio di dire che non volevo più, lui mi ha chiesto di restare amici.
Ho accettato per paura che potesse raccontare tutto a qualcuno.
All’inizio vivevo questa amicizia con ansia, poi con sollievo fino a sentirmi quasi grata nei suoi confronti per non aver mai riportato fuori questa cosa.
Ho completamente rimosso tutto, vivendo come se non fosse mai successo.
Abbiamo parlato ancora per un anno e mezzo, finché non ho conosciuto il mio attuale fidanzato e sono riuscita gradualmente ad allontanarlo.
Negli ultimi quattro giorni, da quando tutto questo è riemerso, mi sento in ansia, sporca, esausta.
Ho sempre il bisogno di lavarmi, di pettinarmi, non riesco a dormire perché mi sveglio di soprassalto con la tachicardia, non riesco a mangiare, non riesco a fare niente.
Mi domando se è possibile che quello che ho vissuto sia una forma di abuso o è colpa mia.
Mi terrorizza l’idea di aver vissuto come se questa cosa non fosse mai accaduta.
Qualche giorno fa gli ho dato il mio telefono tranquillamente, sentivo di non avere nulla da nascondere.
Invece vedendo una vecchia chat con un ragazzo che avevo smesso di sentire nel novembre 2022, e che gli avevo sempre descritto come un amico, ha percepito qualcosa di strano.
Questo rapporto era solo online ed è durato più di due anni.
Quando mi ha chiesto spiegazioni, ho negato che ci fosse stato altro.
Questo ha incrinato il nostro rapporto perché ha iniziato a dubitare di tutto e la fiducia è crollata.
Più mi faceva domande, più io stavo male.
Sapevo che c'era stato qualcosa di brutto, ma non riuscivo a ricordare.
A forza di pensarci, ho iniziato ad avere flash di esperienze sessuali, e questo mi faceva solo desiderare di smettere di ricordare.
Due giorni dopo mi sono svegliata di colpo con un pensiero fisso: "Devo dirgli la verità", anche se avevo la mente vuota, piena di nebbia.
Avevo paura, non riuscivo a distinguere cosa fosse reale.
Calmandomi, i ricordi sono tornati, lentamente ma con violenza.
È stato terribile.
Più mi tornavano in mente, più mi sentivo sporca, priva di valore.
Facevo quelle cose in modo meccanico, non provavo mai piacere, solo la sensazione di "aver fatto il mio dovere".
Non avevo mai voglia, ma dicevo sempre sì.
A volte pensavo proprio adesso?
oppure durante l’atto mi chiedevo quando sarebbe finito.
Ero fragile, sola, e lui mi dava attenzioni, affetto, complimenti.
Non riuscivo a dirgli di no, anche se non volevo davvero.
La prima volta ho finto.
Poi ho provato, ma smettevo subito.
Ricordo una volta in cui per tutto il tempo ho fissato un punto sul muro, che ricordo ancora ora.
Per tutto il tempo lui da un lato mi diceva che avrebbe aspettato, ma dall’altro mi faceva anche pressioni dicendomi frasi come "con la mia ex funzionava sempre".
Col tempo, forzandomi, ho iniziato a percepire qualcosa che scambiavo per piacere, ma non lo era.
Quando ho trovato il coraggio di dire che non volevo più, lui mi ha chiesto di restare amici.
Ho accettato per paura che potesse raccontare tutto a qualcuno.
All’inizio vivevo questa amicizia con ansia, poi con sollievo fino a sentirmi quasi grata nei suoi confronti per non aver mai riportato fuori questa cosa.
Ho completamente rimosso tutto, vivendo come se non fosse mai successo.
Abbiamo parlato ancora per un anno e mezzo, finché non ho conosciuto il mio attuale fidanzato e sono riuscita gradualmente ad allontanarlo.
Negli ultimi quattro giorni, da quando tutto questo è riemerso, mi sento in ansia, sporca, esausta.
Ho sempre il bisogno di lavarmi, di pettinarmi, non riesco a dormire perché mi sveglio di soprassalto con la tachicardia, non riesco a mangiare, non riesco a fare niente.
Mi domando se è possibile che quello che ho vissuto sia una forma di abuso o è colpa mia.
Mi terrorizza l’idea di aver vissuto come se questa cosa non fosse mai accaduta.
Buongiorno, credo di capire ciò che ha provato e ciò che prova. Probabilmente ha vissuto un'esperienza traumatica che ha rimosso ma ora, come spesso accade, le si è presentata in tutta la sua importanza. Anche i sintomi comportamentali che indica (Ho sempre il bisogno di lavarmi, di pettinarmi, non riesco a dormire perché mi sveglio di soprassalto con la tachicardia, non riesco a mangiare, non riesco a fare niente) sono tipici di questa situazione. Occorre rielaborare questo trauma in modo che possa integrarlo nel proprio percorso di vita e per farlo credo che un percorso terapeutico a orientamento psicoanalitico sia la strada migliore. Se ha piacere di approfondire il tema e magari darmi qualche dettaglio in più per una risposta più esaustiva non esiti a contattarmi. La ringrazio dell'attenzione e le auguro una buona giornata.
Giancarlo Caselli
Psicologo clinico a orientamento psicoanalitico
333/9115091 (anche WhatsApp)
Utente
Per prima cosa ci tengo a ringraziarla di cuore perché ho tanta paura di non essere compresa o di non esser creduta parlando di queste cose invece leggere la sua risposta mi ha dato un po’ di conforto. La ringrazio anche per la sua disponibilità.
In parte mi ha già risposto ma vorrei chiederle di nuovo come sia possibile che io abbia vissuto come se queste cose non fossero accadute, questa cosa mi terrorizza e non mi dà pace. Anche il modo in cui le cose mi sono tornate in mente che ho provato a descrivere prima mi fa tanta paura, è stata una sensazione orribile. Non capisco neanche come, essendo accadute queste cose, io possa aver continuato a sentire quella persona. Ho sempre sentito fastidio ma anche l’esigenza di restare sola mentre lo sentivo ma era una sensazione vaga. Ora non riesco a smettere di pensare a quelle cose e allo stesso tempo quando ci penso mi sento come se fossi lì e provo le stesse sensazioni, lo stesso disagio, lo stesso malessere. Le ho detto che mi sento sporca e che sento continuamente il bisogno di lavarmi ma allo stesso tempo provo sollievo solo dopo la doccia, perché restare senza vestiti è terribile e fino a quando non torno a coprirmi io non sto bene.
Il mio fidanzato mi ha chiesto se sono sicura non fosse una forma abuso visto il modo in cui mi sentivo e visto l’episodio del punto fisso. Io so che non volevo fare quelle cose e so come mi facevano sentire e ricordo le pressioni che sentivo da parte sua però questo basta? Io sento che è colpa mia e ammettere anche solo questa ipotesi mi fa sentire male perché io non voglio giustificarmi. Io sono nauseata e disgustata per aver fatto quelle cose. Ho paura che mi sentirò così per sempre
In parte mi ha già risposto ma vorrei chiederle di nuovo come sia possibile che io abbia vissuto come se queste cose non fossero accadute, questa cosa mi terrorizza e non mi dà pace. Anche il modo in cui le cose mi sono tornate in mente che ho provato a descrivere prima mi fa tanta paura, è stata una sensazione orribile. Non capisco neanche come, essendo accadute queste cose, io possa aver continuato a sentire quella persona. Ho sempre sentito fastidio ma anche l’esigenza di restare sola mentre lo sentivo ma era una sensazione vaga. Ora non riesco a smettere di pensare a quelle cose e allo stesso tempo quando ci penso mi sento come se fossi lì e provo le stesse sensazioni, lo stesso disagio, lo stesso malessere. Le ho detto che mi sento sporca e che sento continuamente il bisogno di lavarmi ma allo stesso tempo provo sollievo solo dopo la doccia, perché restare senza vestiti è terribile e fino a quando non torno a coprirmi io non sto bene.
Il mio fidanzato mi ha chiesto se sono sicura non fosse una forma abuso visto il modo in cui mi sentivo e visto l’episodio del punto fisso. Io so che non volevo fare quelle cose e so come mi facevano sentire e ricordo le pressioni che sentivo da parte sua però questo basta? Io sento che è colpa mia e ammettere anche solo questa ipotesi mi fa sentire male perché io non voglio giustificarmi. Io sono nauseata e disgustata per aver fatto quelle cose. Ho paura che mi sentirò così per sempre
Utente
Vorrei precisare che tutte queste cose che ho ricordato sono accadute solo online. Tutto questo sta avendo delle ripercussioni sulla mia relazione. Io non ho mai avuto un fidanzato e lui è il mio primo tutto, comprese le cose online. Io sento di aver fatto ogni cosa con lui per la prima volta e solo con lui. Ricordando queste cose io continuo a sentire così anche se razionalmente le cose che ho ricordato si scontrano con questo. Il mio fidanzato è sentito tradito perché pensava che gli avessi nascosto determinate cose volontariamente, ma anche il modo di dirglielo è stato straziante perché ogni sua domanda era una sofferenza per entrambi. Mia perché non avevo risposte e avevo solo confusione, sua perché non riusciva più ad orientarsi in questa confusione. Poi quando gli ho detto tutto, pur continuando ad avere dubbi ed essendo distrutto, mi è rimasto vicino e ha cercato di capirmi. Ma per ricostruire il rapporto serve fiducia e io come posso fare per dimostrargli che davvero sono stata sincera nei suoi confronti anche quando negavo? Il pensiero che questa cosa possa rovinare tutto mi distrugge
Carissima, quando riemergono dei pensieri, dei ricordi, delle sensazioni occorre prima di tutto dare il giusto tempo affinché si sedimentino e possano essere comprese e inserite in modo corretto nella propria storia di vita. Quello che le è capitato non è inusuale ma solo un percorso analitico potrebbe darle le risposte che cerca, soprattutto sul "come sia possibile che io abbia vissuto come se queste cose non fossero accadute". In questo momento lei è spaventata e disorientata ma vedrà che con un valido aiuto si rimetterà in carreggiata e anche la sua relazione non subirà contraccolpi. Infine non faccia l'errore di pensare "Io sento che è colpa mia", non dobbiamo parlare di colpa, men che meno di sua colpa. E al suo fidanzato non deve dimostrare nulla... se non il suo amore. Se ha piacere mi contatti pure. Buona serata
Giancarlo Caselli
Psicologo clinico a orientamento psicoanalitico
333/9115091 (anche WhatsApp)
Utente
Forse riguardo al mio fidanzato mi sono espressa male. Lui non mi chiede nessuna dimostrazione ma anche lui è una vittima collaterale di tutta questa storia. Io vedo come soffre e la sua sofferenza è pari alla mia perché molte delle sue certezze sono crollate. Inoltre tutto questo è durato 5 giorni e a soffrire, a non mangiare e a non dormire non ero solo io. È normale che si senta così? Confuso, distrutto? Lui non fa che domandarsi se la mia confusione le mie contraddizioni siano anche queste la norma in casi simili. È per tutto questo che io non so se liquidarlo con il mio amore senza nessun tipo di attenzione riguardo la sua sofferenza e la dinamica che l’ha scatenata sia giusto
Non sono situazioni che si possono affrontare in modo generico... ogni storia è unica e può essere analizzata e ridefinita proprio nella sua unicità. Non sono i fatti che contano ma come vengono vissuti e interiorizzati, e sono i dettagli a fare la differenza.
Giancarlo Caselli
Psicologo clinico a orientamento psicoanalitico
333/9115091 (anche WhatsApp)
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 529 visite dal 11/05/2025.
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