Stanca di lottare: la terapia può aiutare con problemi oggettivi?
Sono nata in una famiglia terribile: povertà, alcolismo, molestie.
Sono nata brutta (spesso sono stata insultata per questo) e stupida (ho preso con fatica il diploma).
Sono cresciuta affrontando mille sfide e inseguendo sogni spezzati da situazioni del tutto indipendenti da me.
Mi sono legata agli unici uomini che mi hanno dimostrato un po' di affetto e ora sono una single con due figli grandi, con un lavoro che non da grandi possibilità.
Ho sempre lottato per uscire dai casini, per affrontare le mille sfide della vita e non lasciarmi trascinare giù dalle difficoltà, ma ora sono stanca, tanto stanca.
Mi sento un fallimento, non ho più voglia di provarci perché è sempre risultato inutile alla fine.
Perché continuare a crederci se la vita non mi ha dato nessuna possibilità.
Mio padre mi diceva sempre: "Alle persone belle (esteticamente) succedono cose belle.
Se sei bella è tutto più facile".
Non volevo crederci, volevo dimostrargli che non è vero: la vita ha dato ragione a lui.
Non ho mai trovato un uomo che mi amasse per ciò che sono, non ho avuto possibilità di studiare un po' per mancanza totale di fondi finanziari, ma anche per la mia limitatezza mentale, non ho mai avuto un talento per qualcosa.
Nel fango ero e nel fango sono rimasta.
In una situazione oggettiva come questa, a cosa serve parlare?
Tutti mi dicono sempre: "Sei una persona forte, puoi farcela".
Io sono stanca di essere forte, sono stanca di essere presa in giro dalla vita, sono stanca di ammazzarmi di lavoro e non avere in mano niente.
Sono già stata due volte in terapia: da adolescente per affrontare la mia infanzia bruciata e da adulta per l'autolesionismo e non è servito a niente.
Chiedo a voi professionisti: un percorso psicologico a cosa può servire se ho problemi oggettivi?
Aprirmi, sfogarmi, parlare può davvero cambiare le cose se la vita ti ha riservato solo traumi e nient'altro?
Sono nata brutta (spesso sono stata insultata per questo) e stupida (ho preso con fatica il diploma).
Sono cresciuta affrontando mille sfide e inseguendo sogni spezzati da situazioni del tutto indipendenti da me.
Mi sono legata agli unici uomini che mi hanno dimostrato un po' di affetto e ora sono una single con due figli grandi, con un lavoro che non da grandi possibilità.
Ho sempre lottato per uscire dai casini, per affrontare le mille sfide della vita e non lasciarmi trascinare giù dalle difficoltà, ma ora sono stanca, tanto stanca.
Mi sento un fallimento, non ho più voglia di provarci perché è sempre risultato inutile alla fine.
Perché continuare a crederci se la vita non mi ha dato nessuna possibilità.
Mio padre mi diceva sempre: "Alle persone belle (esteticamente) succedono cose belle.
Se sei bella è tutto più facile".
Non volevo crederci, volevo dimostrargli che non è vero: la vita ha dato ragione a lui.
Non ho mai trovato un uomo che mi amasse per ciò che sono, non ho avuto possibilità di studiare un po' per mancanza totale di fondi finanziari, ma anche per la mia limitatezza mentale, non ho mai avuto un talento per qualcosa.
Nel fango ero e nel fango sono rimasta.
In una situazione oggettiva come questa, a cosa serve parlare?
Tutti mi dicono sempre: "Sei una persona forte, puoi farcela".
Io sono stanca di essere forte, sono stanca di essere presa in giro dalla vita, sono stanca di ammazzarmi di lavoro e non avere in mano niente.
Sono già stata due volte in terapia: da adolescente per affrontare la mia infanzia bruciata e da adulta per l'autolesionismo e non è servito a niente.
Chiedo a voi professionisti: un percorso psicologico a cosa può servire se ho problemi oggettivi?
Aprirmi, sfogarmi, parlare può davvero cambiare le cose se la vita ti ha riservato solo traumi e nient'altro?
Buongiorno,
Proprio perché molte delle sue difficoltà sono oggettive il lavoro psicologico può avere senso. Non serve a cambiare il passato o a negare la durezza della realtà, bensì a modificare la posizione interna in cui la attraversa e a spezzare i pattern relazionali che, senza volerlo, continuano a ripetersi. La sua storia familiare ha generato una narrazione identitaria di impotenza (quel nel fango sono rimasta mi ha colpita molto!) che oggi rischia di autoalimentarsi e rinforzarsi. In terapia non si lavora per essere forti o perfetti, ma per dare nuovi significati alla propria esperienza, riconoscere le proprie risorse e costruire relazioni diverse da quelle che l'hanno ferita. Anche se parlare non cambia la realtà esterna può cambiare la trama relazionale e interna che la tiene bloccata.
Resto a disposizione,
Proprio perché molte delle sue difficoltà sono oggettive il lavoro psicologico può avere senso. Non serve a cambiare il passato o a negare la durezza della realtà, bensì a modificare la posizione interna in cui la attraversa e a spezzare i pattern relazionali che, senza volerlo, continuano a ripetersi. La sua storia familiare ha generato una narrazione identitaria di impotenza (quel nel fango sono rimasta mi ha colpita molto!) che oggi rischia di autoalimentarsi e rinforzarsi. In terapia non si lavora per essere forti o perfetti, ma per dare nuovi significati alla propria esperienza, riconoscere le proprie risorse e costruire relazioni diverse da quelle che l'hanno ferita. Anche se parlare non cambia la realtà esterna può cambiare la trama relazionale e interna che la tiene bloccata.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Gentile Utente,
capisco quanto sia profondo il senso di stanchezza che descrive e quanto possa essere difficile continuare a credere in qualcosa dopo aver dovuto lottare così tanto, spesso da sola.
Da ciò che scrive, però, emerge anche una forza che (anche se forse oggi non la sente più) le ha permesso, nonostante tutto, di andare avanti, di crescere due figli, di sopravvivere a un’infanzia dolorosa e a tante ingiustizie. Lei parla di "fango", ma chi riesce a sopravvivere a tanto dolore porta dentro di sé una resistenza rara, anche se adesso pesa come una condanna.
Forse oggi non si tratta più di "essere forte", ma di concedersi la possibilità di affrontare le cose in modo diverso. Un percorso psicologico non negherebbe la realtà che vive, né cancellerebbe ciò che è stato, ma potrebbe aiutarla a guardare tutto da un’altra prospettiva, a capire come continuare senza dover sempre "resistere".
Anche se in passato ha già provato a chiedere aiuto e l'esperienza precedente non ha dato i risultati sperati, questo non significa che un percorso psicologico sia inutile in assoluto, non significa che non possa oggi trovare uno spazio in cui sentirsi finalmente compresa, non giudicata, in sintonia con qualcuno che la accompagni a ridefinire piccoli obiettivi, anche minimi, che le restituiscano un senso di direzione e di valore.
A volte non serve cambiare la vita intera, ma solo trovare un modo nuovo per abitarla.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
capisco quanto sia profondo il senso di stanchezza che descrive e quanto possa essere difficile continuare a credere in qualcosa dopo aver dovuto lottare così tanto, spesso da sola.
Da ciò che scrive, però, emerge anche una forza che (anche se forse oggi non la sente più) le ha permesso, nonostante tutto, di andare avanti, di crescere due figli, di sopravvivere a un’infanzia dolorosa e a tante ingiustizie. Lei parla di "fango", ma chi riesce a sopravvivere a tanto dolore porta dentro di sé una resistenza rara, anche se adesso pesa come una condanna.
Forse oggi non si tratta più di "essere forte", ma di concedersi la possibilità di affrontare le cose in modo diverso. Un percorso psicologico non negherebbe la realtà che vive, né cancellerebbe ciò che è stato, ma potrebbe aiutarla a guardare tutto da un’altra prospettiva, a capire come continuare senza dover sempre "resistere".
Anche se in passato ha già provato a chiedere aiuto e l'esperienza precedente non ha dato i risultati sperati, questo non significa che un percorso psicologico sia inutile in assoluto, non significa che non possa oggi trovare uno spazio in cui sentirsi finalmente compresa, non giudicata, in sintonia con qualcuno che la accompagni a ridefinire piccoli obiettivi, anche minimi, che le restituiscano un senso di direzione e di valore.
A volte non serve cambiare la vita intera, ma solo trovare un modo nuovo per abitarla.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Utente
Ringrazio moltissimo per le risposte.
Mi avete dato parole sulle quali riflettere.
Grazie ancora
Mi avete dato parole sulle quali riflettere.
Grazie ancora
Mi fa molto piacere.
Un caro saluto
E.S.
Un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 190 visite dal 11/10/2025.
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