Rapporto madre figlia conflittuale

gentili dottori,
sono una ragazza di 23 anni e da tre anni a questa parte, cioè da quando i miei genitori si sono separati, ho cominciato ad avere problemi nel rapporto con mia madre.
io vivo con lei e mio fratello minore di anni 20.
il problema centrale è che lei non è riconoscente nei miei confronti, anzi, crede che tutto le sia dovuto, che io in quanto figlia debba aiutarla in ogni cosa, soprattutto per ciò che riguarda le finanze. questa situazione è molto frustrante: io l'ho sempre aiutata perchè ne sentivo il dovere e ne avevo voglia, ma ora la cosa si sta facendo insostenibile.
quello che mi fa arrabbiare ancora di più è il fatto che da mio fratello non pretenda niente, anzi, io, secondo lei, devo favori anche a lui. tutto ciò sta compromettendo anche il rapporto con il mio ragazzo, che mi vede soffrire in silenzio e mi rimprovera della mia non reazione, del mio essere succube.
lei spesso se non "ubbidisco" o se provo solo a esprimere la mia opinione, mi accusa anche di essere cattiva, e di essere str..za,scusatemi ma è proprio questa la parola che usa... l'ho sentita anche dire che io non ho combinato mai niente nella mia vita...
secondo voi perchè lei si comporta così?
e perchè io non riesco a reagire in nessun modo?
io vorrei dire qualcosa, ma le parole mi si bloccano in gola, e mi ritrovo poi a piangere nascosta da tutti.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, se il cambiamento nel rapporto fra lei e sua madre è avvenuto dopo la separazione, è probabile che sua madre sia molto arrabbiata e che stia cercando di attribuire a qualcosa di concreto la causa della sua rabbia. A volte questo avviene verso l'ex marito, a volte, più raramente devo dire, questa rabbia va a finire sui figli, che diventano una specie di capro espiatorio.

Ad ogni modo, qualunque sia la causa del comportamento di sua madre, bisogna evidentemente fare qualcosa. Dagli altri suoi consulti traspare la possibilità che lei sia una persona tendenzialmente ansiosa, quindi mi pare d'obbligo consultare uno specialista, che in questo caso può benissimo essere lo psicologo/psicoterapeuta.

Successivamente, quando starà meglio lei, potrà parlare a sua madre e cercare di convincere anche lei a fare un percorso per ristabilire un minimo di benessere e per superare il "lutto" della sua separazione, cosa che mi pare ancora non sia riuscita a fare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile utente,
la sua consapevolezza e il chiedere consiglio circa la sua posizione di impotenza di fronte agli atteggiamenti di sua madre che percepisce come aggressivi è molto importante.

In una situazione come quella da lei brevemente descritta, le dinamiche in gioco sono molte e varie tra loro: la separazione dei genitori ha necessariamente delle ricadute sui figli (anche se "grandi" come nel suo caso) e sui rapporti familiari in genere, richiedendone anche un necessario riaggiustamento.

In una sede come questa non è possibile sviscerare ulteriormente le tematiche da lei riportate, ma credo che potrebbe fare un buon uso di una consultazione psicologica: per inquadrare meglio le sue domande, la sua posizione di figlia e di sorella rispetto alla separazione dei suoi e nel rapporto specifico con sua mamma.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
grazie ad entrambi per le rapidissime risposte!

dott. santonocito, in effetti mia mamma mi accusa di essere come mio padre, di avere il suo stesso carattere, accusa che prima della separazione non mi era mai stata rivolta e che io non trovo affatto giustificata, visto che io per prima trovo mio padre molto "pesante" come persona.

forse mi sbaglio, ma a me sembra che lei si sia appoggiata completamente a me, sostituendomi alla figura del coniuge che non ha più: io devo aiutarla in tutte le faccende di casa, in tutte le commissioni, in campo finanziario (ed intendo in tutto ciò che riguarda il sostentamento per la famiglia) non come una figlia che contribuisce con una piccola parte, ma come un marito, che mette tutto il suo stipendio in casa.
ormai ho 23 anni e dovrei cominciare a staccarmi dal nucleo famigliare, ma in questo modo non ci riesco. sento che lei ha così bisogno di me, ma sento anche che non mi è riconoscente.

la situazione mi sembra un po' contraddittoria: da un lato vengo additata come cattiva, egoista e fallita, dall'altro sembra che senza di me lei non possa andare avanti, che io sia la colonna portante nella mia famiglia...

forse sono stata un po' confusa, ma è proprio la confusione a regnare nella mia testa ora.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Anzi, direi che è stata piuttosto chiara.

Se sua madre l'accusa di essere come suo padre, si capisce anche perché la stia trattando proprio come trattava lui, ovvero in maniera ambivalente: tu ti devi prendere cura di me, ma allo stesso tempo non lo fai nella maniera giusta.

E quindi è comprensibile la sua confusione. Si sente allo stesso tempo sia investita della responsabilità di essere stata eletta il nuovo pilastro della famiglia, sia della sgradevole sensazione di accusa di non riuscire a farlo nella maniera migliore.

Il ricorso a un aiuto psicologico esterno mi sembra opportuno.

Cordiali saluti
[#5]
dopo
Utente
Utente
nel frattempo secondo lei come mi dovrei comportare quando mia madre si rivolge a me in questo modo?

come dovrei reagire davanti alle sue inutili sfuriate anche per la minima incomprensione, durante le quali non perde occasione di accusarmi di cattiveria e addirittura di avercela a morte con mio fratello?

come posso farle capire che mi sta facendo allontanare da lei sempre di più?
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non si può risolvere il suo problema per email, purtroppo. Questioni delicate come quelle che riguardano le relazioni fra persone non possono prescindere da colloqui faccia a faccia.

Già è molto essersi spinti fin qui con queste interpretazioni.

Le rinnovo quindi l'invito di rivolgersi a un collega.

Cordiali saluti
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