Rifiuto farmaci

Cari Dottori,
avevo già richiesto un consulto in passato. La situazione è direi molto cambiata, ma non va ancora bene.
Riassumo molto brevemente: in un periodo depressivo mi sono recata da uno psichiatra; probabilmente lui era un po' superficiale, ma anche io in quel periodo ero a dir poco intrattabile. Nel periodo delle prime sedute, sono drasticamente peggiorata e l'unica cosa che mi importava era trovare il coraggio di suicidarmi. Lo psichiatra era preoccupato, ma a me non importava più neanche di fare psicoterapia e quindi ho smesso di andarci. E' seguito un periodo molto breve (una settimana) di "autolesionismo" tramite esagerata assunzione di farmaci tipo zerinol e moment.

Circa un mese dopo ho ripreso i contatti con lo stesso medico. La depressione nel frattempo era praticamente scomparsa. Naturalmente, sarebbe stato meglio cambiare medico, in quanto pur considerandolo un bravo professionista non sento nessuna empatia con questo, e penso che a lui non importi nulla di me. Però non ho voluto cambiare. Pensando un po' a come stavo vivendo il rapporto con lo psichiatra, ho capito di avere una personalità borderline.

Gli ho chiesto conferma. La diagnosi è che ho personalità borderline e disturbo ossessivo di personalità. Lui sostiene che comunque entrambe le cose sono in forma atipica e che questo era prognosticamente positivo. Non ho capito se atipico significhi "inconsueto" o se significhi piuttosto "incompleto" in questo caso. Spesso provo un po' di ansia che fa sì che io "scappi" da certe situazioni (come lo studio).

Lui mi consiglia di prendere paroxetina (nel precedente consulto avevo scritto sertralina ma ho sbagliato). So che le indicazioni del farmaco sono perfette per me, ma io non voglio saperne. Il motivo è che a me piace essere solitaria, essere perfezionista, rimuginare per ore sulle cose e sui comportamenti altrui, faccio così da tutta la vita. Il mio problema è non riuscire più a studiare. Ma questo è sopraggiunto dopo, mentre la personalità ossessiva ce l'ho da sempre (e da piccola ero anche peggio di adesso). (Purtroppo devo anche dire che una piccola parte del rifiuto di prendere farmaci è dovuta all'aspetto borderline: sento che se il medico mi dà dei farmaci mi sta rifiutando sul piano personale, pensa che io come persona faccia schifo, non vuole prendersi cura di me e mi affida alle pastiglie come un genitore che porta un figlio indesiderato all'orfanotrofio. Mi rendo conto che questo pensiero, dettato esclusivamente dal cuore, è assurdo. E comunque rimane che a me molti tratti della mia personalità piacciono)

Inizialmente pensavo che fosse normale che un paziente con una personalità ossessiva rifiutasse i farmaci, invece leggo di tantissimi pazienti che tranquillamente li assumono. Stanno così le cose? Sono solo io che sono ottusamente rifiutante?

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)Il motivo è che a me piace essere solitaria, essere perfezionista, rimuginare per ore sulle cose e sui comportamenti altrui, faccio così da tutta la vita. Il mio problema è non riuscire più a studiare.(..)

Gentile ragazza è proprio questo uno degli aspetti che determinano il problema, a lei piacciono delle espressioni del suo modo di essere ma nello stesso tempo sono proprio queste condizioni che la mettono in conflitto con gli altri e con sè stessa.

NON riesce più a studiare dice, forse è proprio il suo modo di elaborare le cose, il suo rimuginare per ore non le da la giusta concentrazione ed il giusto metodo per studiare e così via. Anche se è sopraggiunto dopo non vuol dire nulla, ogni disturbo evolve , si modifica e si ridefinisce in base alla relazione con l'ambiente.
Se decide di non mettere in discussione parte dei suoi vissuti non otterrà grandi risultati nè benefici, ma mi rendo conto che questo non volerlo è anche "il Problema" stesso.
Un aiuto può certo averlo da una psicoterapia.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio moltissimo per la risposta, a differenza di tanti medici che sparano sentenze come giudici, Lei è stato molto umano.
Vorrei chiederLe se a Lei è capitato di pazienti che rifiutano di prendere farmaci antidepressivi/antiossessivi per motivi simili ai miei... e cosa è successo dopo.

Devo anche dire che ho letto sul bugiardino del farmaco che in soggetti più giovani dei 30 anni può indurre al suicidio, durante le prime fasi del trattamento. Io ho avuto ricorrenti pensieri e pianificazioni di questo tipo e tutt'ora ne ho quasi quotidianamente, sebbene molto meno concrete di prima.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile ragazza, parlare di qualche esperienza del clinico sul web sarebbe poco producente, poichè ciò andrebbe a confondere qualche utente con situazioni superficialmente simili ma fondamentalmente diverse.
La questione dei farmaci va valutata direttamente con gli specialisti. Se lei rifiuta i farmaci dovrà esprimerne ogni perlpessità con chi glieli presrcive affinchè possiate insieme comprendere meglio la situazione.
saluti
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