Vorrei un consiglio...

Salve, sono una ragazza di 26 anni. Cercherò di essere sintetica.
Nel 2006 mi è venuto il primo attacco di panico, in seguito ad un forte mal di testa (soffro di cefalea muscolo-tensiva). Da li in poi è stato un susseguirsi, sempre con le stesse modalità: il sintomo innescava l'attacco di panico. Riuscivo xo' a tenerli a bada e nessuno si era ccorto di niente.
Nel 2007 ho subito un lutto in famiglia, da li si è scatenato tutto. Stavo sempre male, non riuscivo a far finta di niente x le mie fisse sulla salute e costanti preoccupazioni. Mi sono decisa, nel 2008 ad andare in psicoterapia (ci sono tutt'ora).
Ho assunto anche escitalopram in dose molto bassa per un anno e 2mesi. Sono stata bene da li in poi, attacchi e pensieri fissi sulle malattie spariti.
Ho scalato il farmaco prima dell'estate del 2009. Ora ho una ricaduta, a seguito di un incidente in auto (non grave ma mi sono spaventata tantissimo), di pensieri ipocondriaci e fisse...paura di poter perdere il controllo (anche se SO benissimo che non lo farei mai...infatti cio' ch emi preoccupa non è il fatto di poter perdere il controllo e far male a me o a qualcuno, ma sono scocciata xche non capisco xche devo avere sti penseiri).
La mia psico dice che ricadute possono esserci e non per questo non riuscirò a star bene in modo duraturo, anche xche sn molto forte e determinata...voi che ne pensate? So che chiedere secondi pareri è causato dall'ansia del momento...beh mi farebbe piacere cmq sentirli! grazie!
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,
la sua psicologa ha ragione..I miglioramenti, per quanto desiderati, non avvengono mai (per usare una rappresentazione visiva) secondo una linea retta orientata nettamente verso l'alto, ma - piuttosto - secondo una linea ondulata,tendenzialmente in ascesa, in cui le oscillazioni verso il basso si alternano a quelle verso l'alto. Anzi, spesso è proprio il timore di stare ancora e di nuovo male a trasformare una "scivolatina" in una vera e propria ricaduta!
Le suggerirei, pertanto, di considerare questi momenti di difficoltà come parte fisiologica del suo percorso terapeutico.
Da ciò che scrive, colgo che importanti meccanismi di mantenimento della sua problematica sono la tendenza al monitoraggio e alla focalizzazione sui segnali che il suo corpo le invia, conseguente da un lato al timore di sperimentare sintomi ansiosi e, dall'altro,al bisogno di avere un elevato controllo sulla propria vita mentale ed emotiva.

Con i migliori auguri,
Dr.ssa Alice Saracino
[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Verissimo, ha inquadrato bene il problema. La mia "ricaduta" ansiosa è dovuta al fatto che proprio ora che sto vivendo un periodo sereno dal lato affettivo, e stabile, rispetto al passato, non vorrei con le mie ansie essere io stessa a rovinarlo. Ma mi rendo bene conto che quest'ansia che ho fa parte della "sintomatologia" :)
Sono molto + consapevole rispetto al passato del fatto che non posso avere il controllo su tutto e che a volte anche qualche pensiero "indesiderato" va accettato per quello che è: un pensiero e non un'azione, per tanto è lecito e non va giudicato..altrimenti l'ansia aumenta.
Insomma...cerco di fare del mio meglio!
Chiedo un'ultima cosa: per quanto riguarda la farmacoterapia, la mia psico mi ha detto che secondo lei non ne ho bisogno e per fronteggiare il momento mi ha prescritto 5 goccine di xanax la sera (non l'avevo mai preso prima d'ora). Lo psichiatra a suo tempo mi disse che lui preferiva somministrare un antidepressivo invece, xche le benzodiazepine alla lunga danno dipendenza o comunque a differenza dell'anti depress hanno un'efficacia "incompleta".
Che ne pensa?
Grazie!
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2013
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
da ciò che scrive mostra di possedere una buona consapevolezza degli aspetti cardine del suo disagio.
Sarebbe opportuno approfondire e lavorare sui motivi sottostanti il suo bisogno di ipercontrollo cognitivo ed emotivo che la portano ad attuare strategie che a medio e lungo termine comportano un peggioramento della problematica. D'altra parte,per verificare di non pensare a qualcosa deve necessariamente pensarci!
In merito alla terapia farmacologica, non mi permetto di fornire indicazioni in merito, ma le consiglio di volgere questa sua domanda ai colleghi medici della specialità Psichiatria che sicuramente saranno in grado di risponderle con professionalità e competenza.

Cordiali saluti,
Dr.ssa Alice Saracino
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Salve, torno a rivolgermi a questo sito sempre per il problema di 2 mesetti fa.
Da quando ho avuto la "ricaduta" a fine Dicembre 2009 l'ansia è altalenant, con periodi di 2 settimane di totale remissione e poi basta un po' di stress in + durante la giornata o sentire parlare di una malattia (fisica o mentale) che mi tornano le preoccupazioni.
La cosa che, xo' midà + fastidio è il senso di irrealtà che mi accompagna quando mi viene l'ansia.
Capisco che soffrendo di un disturbo fobico-ossessivo come puo' essere il mio è abbastanza "normale" farsi domande esistenziali e voler dare una risposta a dubbi che sono quasi dei paradossi.
Mi rendo bene conto del fatto che il chiedermi "se sono sveglia o sto dormendo" è uno dei paradossi della vita sui cui anche filosofi hanno scritto opere. La cosa fondamentale è che quando sto bene (E non ho ansia), questo lo dò x scontato (il fatto di star vivendo e non di dormire), ma quando ho ansia anche se razionalmente in fondo dentro di me SO che sto vivendo davvero, fa capolino il dubbio..che cambia forma ma è figlio sempre dello stesso problema: l'ossessività di voler avere tutto sotto controllo.
La mia psicologa i dice che il fatto che io riconosca cosi bene che il mio disturbo è dovuto al fatto del controllo e che io abbia un buon "insight" come dice lei, mi puo' permettere col tempo di stare nuovamente bene. Io però mi chiedo: se riprendessi di nuovo il Cipralex visto che questa ricaduta dura da ormai 3 mesi pieni e stavolta a doSaggio giusto (e cioè non sottodosato a 6mg/al giorno), come mi consiglio' nel 2008 lo psichiatra a cui mi rivolsi per il DAP?

Pensate che la cognitivo comportamentale e un dosaggio corretto di Cipralex potrebbero restituirmi la serenità ?
P.s. ad un dosaggio + elevato il Cipralex puo' far aumentare di peso?

GRAZIE
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, le domande sui farmaci dovrebbe rivolgerle al suo psichiatra, oppure inserire una domanda qui in psichiatria come ha fatto in passato.

Sulla TCC non è possibile risponderle in anticipo, ma solo confermarle che è adatta ai disturbi del tipo che descrive.

Ad ogni modo se il suo problema, come sembra, spazia nel campo dei pensieri ossessivi e dei dubbi continui, dovrebbe considerare che il suo porre molte domande potrebbe far parte della sintomatologia. E se questo è il caso, la cura principale non consisterà nell'ottenere delle risposte (controproducente) ma nell'arrivare a smettere di porsi le domande.

Ecco perché questo nodo va affrontato all'interno della sua psicoterapia, se ancora la sta seguendo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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