Situazione che mi sta portando al suicidio

Purtroppo da un po di tempo a questa parte ho realizzato, anche dopo attenti ragionamenti, che continuare a vivere non ha alcun senso, vi spiego bene la mia situazione, ho quasi 22 anni sono alto 1,58 bruttino di viso (o almeno tutti dicono che è così tranne mia madre che probabilmente mente) e anche grassoccio, nella mia vita fin da quando ero bambino ho avuto seri problemi a socializzare con gli altri, avevo voglia di farlo ma difficilmente mi riusciva, e di conseguenza mi ritrovavo sempre e solo con ragazzi con i miei stessi problemi pscicologici, è vero che all'epoca non me ne rendevo conto ma ricordo comunque il disagio che provavo, andando avanti dai 14 anni fino ai 16 ho visto uno psicologo e uno pscichiatra che però non mi hanno aiutato molto e che ho lasciato perdere, poco dopo sono tornato a scuola ( l'avevo lasciata 2 anni prima ) allora ho conosciuto della gente, diciamo non raccomandabile, sono state le prime persone socialmente normali a trattarmi bene per la mia intelligenza, e ho sviluppato un senso di gratitudine verso loro e quelli come loro, da li viene il mio stile di vita attuale senza lavoro e con la fedina penale sporca. Adesso sto cercando di redimermi più che altro per non avere disturbo dai miei genitori, di loro non mi importa molto vi dirò perchè, ma il problema più grave e che sento che ora vi è un vuoto dentro di me, non delinquere mi fa stare male, visto che solo in quel modo potevo essere stimato per qualcosa che facevo bene, purtroppo provando a fare qualcosa di normale tendo sempre ad essere giudicato comunque in base al mio aspetto fisico e non al rendimento, ho il viso da ragazzo down e l'equilibrio compromesso per via di un incidente, e questo incide moltissimo, in più oltre al lavoro e alla vita sociale che esiste ma che vivo solo per apparire e non per mio personale godimento (non mi piace uscire con gli amici che ho ora che non mi stimano e mi sfruttano solamente), mi accorgo di sentire il bisogno di avere una figura femminile come tutti, ma niente, io desidero ragazze troppo belle per me, che non rispecchino i miei difetti, e anche al mio stesso livello di maturità, ora mi sento solo, troppo non avrò mai un lavoro normale e pagato normalmente, non avrò mai amici che mi piacciono davvero(se non delinquenti che fino alla morte dei miei non frequenterò più),non avrò mai una donna che piaccia a me e che non abbia i miei stessi difetti estetici,nessun tipo di esperienze sessuali avute e mai ne avrò, allora mi chiedo cosa vivo a fare,tanto non ho un futuro come tutti, rimarrò solo e andrò a finire in uno ospizio,non ho voglia di reagire,da giorni prova il desiderio di prendere la pistola a qualche vigile e di puntarmela alla tempia, ma sono certo che se avessi almeno una ragazza avrei una motivazione per vivere, cosa che non ho adesso (mi piace una ma io non piaccio a lei FISICAMENTE solo come amico ).Spero che qualcuno legga tutto questo e che mi dia un consiglio comprensibile per me e semplice da seguire.
Graz
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"non delinquere mi fa stare male, visto che solo in quel modo potevo essere stimato "

Gentile utente, io non credo che lei sia un vero delinquente nel senso che la sua condotta deviante deriva SOLO dal desiderio di ricevere quella considerazione positiva di cui ogni essere umano ha profondamente bisogno.
Nella sua storia si sono susseguite una serie di deprivazioni affettive che l'hanno portata a non avere più considerazione per se stesso.
E' vero che viviamo in una società dove c'è una fortissima pressione alla cura dell'aspetto fisico ma questo non più diventare una giustificazione per farla finita!
Poi c'è un altro aspetto: assumere un atteggiamento vittimista le serve solo a rinviare l'assunzione di responsabilità delle sue scelte (delinquere non può essere l'unico modo per farsi accettare dagli altri).
Io non so in quale tipo di reati lei sia coinvolto ma dato che lavoro all'interno dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna ho molte occasioni di incontrare persone che hanno avuto storie difficili come la sua, ma è proprio nei momenti peggiori che hanno scoperto dentro di loro di avere le risorse per reagire, si sono aggrappati a quelle con tutte le loro forze ed hanno lottato imparando a chiedere aiuto.
Chiedere a sé stessi di fare tutto questo da solo non è facile io credo che se si rivolgersi se ad uno psicologo ora, lo farebbe con un livello di autoconsapevolezza molto più profondo di quello che aveva a 16 anni e quindi potrebbe avviare un percorso di crescita personale significativo.
In bocca al lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per l'interessamento dottoressa, purtroppo so che dovrei ritornarci dallo psicologo ma non riesco ad esprimere quello che ho scritto, che non è neanche tutto, tralaltro le dico che io provo anche un certo godimento nel delinquere e nel fare del male , o meglio così era prima ora non saprei è da parecchio che mi astengo, credo che sia una specie di vendetta che faccio a livello quasi inconsapevole per i maltrattamenti subiti negli anni, comunque il problema da lei centrato e che mi sento vittima, però non capisco perchè non dovrei, credo di esserlo alla fin fine, e credo che se le persone peggiori di questo mondo, tipo Hitler e company, hanno avuto affetto famiglia lavoro e una compagna, forse io potrei aspirare anche solo a una di queste cose, e sopratutto una ragazza è la cosa di cui sento la mancanza ultimamente visto che sono sempre solo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
delinquere e fare del male agli altri sono dei modi distruttivi con i quali lei ha scelto di esprimere la sua rabbia, ora che ha deciso di non farlo più, sta orientando questa distruttività verso se stesso.
Dentro di lei però non c'è solo rabbia e aggressività, c'è la voglia di amare e di essere amato e queste sono bisogni fondamentali che fanno parte di lei.
Una psicoterapia le consentirebbe di rielaborare le sue esperienze imparando ad accettare anche le sue zone d'ombra attraverso "un'esperienza emozionale correttiva" all'interno di un contesto protetto nel quale sperimentare la ricchezza di un rapporto autentico.
Il primo passo può farlo solo lei e se ascolta i suoi bisogni sono certa che troverà la forza di farlo.
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora , ma non sono pronto, non riesco ad esprimermi con chi conosco bene figuriamoci con un estraneo quale un medico, con tutto il rispetto ovviamente
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, mi è capitato in passato di avere a che fare con persone che avevano pensato al suicidio come unica alternativa, alcune di loro avevano commesso dei reati anche gravi. A volte si può stare zitti, altre volte persino senza guardarsi negli occhi. Andare da uno psicologo non vuol dire essere obbligati a parlare o ad esprimere bene ciò che si prova dentro. Questo può essere un'obiettivo della terapia. Non di rado mi è capitato di lavorare con persone che mi hanno portato in seduta la loro difficoltà ad esprimere certe cose, a raccontare certi fatti o stati d'animo. Quella difficoltà si può trasformare in un valore aggiunto utile al processo di cambiamento che ciascuno di noi desidera per se stesso. Un Caloroso augurio
Massimo