Suicidio

Salve, sono un fallito di 29 anni che presto si toglierà la vita! Mi sono laureato a pieni voti, ho fatto da assistente - a miei spese - a un docente universitario. E ora... l’ho preso in c... Sono senza lavoro!!! Non solo, non ho una donna, nessuna mi vuole e mi ha mai voluto. Mi alzo ogni mattina con la stessa domanda: ma per chi e per che cosa vivo?
Visto che tanto di qualche cosa devo crepare perchè prolungare l’agonia ancora per chissà quanto tempo? Rivoltella e fuori dalle palle. A me una vita di stenti e prese in giro non mi interessa e non ho nemmeno il deterrente della religione.
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 217 6
Gentile ragazzo,

se ci ha scritto su questo sito, forse c'è ancora in lei, se non altro, un desiderio di comunicare a qualcuno ciò che sente, ciò che sta vivendo.

Per morire c'è sempre tempo, e i problemi pratici che lei descrive sono contingenti e comuni a molti... non irrisolvibili in assoluto.

Lei, però, diversamente da altri, li vive con sofferenza particolarmente profonda, e con rabbia. Cosa l'ha portato a questo stato di totale esasperazione e demotivazione? Cos'è che l'ha delusa così profondamente?

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente,
concordo con la mia collega quando riconosce in lei la voglia di rialzarsi e andare avanti. Il fatto che voglia parlare delle sue difficoltà con qualcuno ne è un chiaro segno. I problemi di lavoro sono una croce ampiamente diffusa e non vorrei tediarla raccontandole la fatica e lo scoramento che provano anche gli psicologi (spero di trovare il consenso dei colleghi) prima di cominciare ad intravedere un barlume di soddisfazione nel loro lavoro...anni di tirocinio non retribuiti lavorando a pieno ritmo e senza riserve, concorsi per un solo posto quando a partecipare si è in centinaia, l'umiltà di fare lavori che nulla hanno a che vedere con gli studi intrapresi pur di riuscire a mantenersi e a rincorrere un sogno...Pensi ad esempio a quanti laureati lavorano nei call center sino ad un'età più avanzata della sua.
Quanto all'amore mi chiedo se il pensare "nessuna mi vuole e mi ha mai voluto" non sia un riflesso della poca fiducia che lei ora nutre in se stesso.
Penso che lavorare con un professionista per rafforzare un po' la sua autostima ed intravedere gli aspetti positivi della sua vita (sicuramente ce ne sono), potrebbe senz'altro aiutarla.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa Elisa Flavia Di Muro,
i motivi che spingono a questo gesto sono svariati.
Innanzitutto è l'impossibilità di avere un contatto con l'altro sesso se non a pagamento. Fin dall'adolescenza, mai nessuna ragazza si è sentita attratta da me o mi ha desiderato. L'impossibilità di soddisfare il desiderio del desiderio dell'altro non è poù sostenibile per me.
Alla fine delle scuole superiori, preso atto di questa mia esclusione dalla vita di coppia, ho deciso di rifugiarmi negli studi universitari, che sarebbero stati il luogo della sublimazione definitiva delle mie pulsioni amorose.
Ora che non c'è più la possibilità di sostituire alla vita reale lo studio, sono un essere inutile.
Ho pravato a cercare lavoro, ma sono troppo vecchio e poco qualifacato per trovarlo. Anche se lo trovassi, sarei comunque una persona a metà, visto che ho provato per l'ultima volta a gettermi nella vita amorosa, conoscere ragazze, provarci, ecc, ma senza alcun successo. E' l'eterno ritorno degli occhi del rifiuto. Le ho provato tutte, ma nessuan donna mi vuole e mai mi vorrà. Per di più ora che non ho nemmeno un lavoro.
Quindi è inutile continuare a vivere.
Vi ho scritto giusto per comunicare con qualcuno, anche se so che voi non potete aiutarmi, perchè le donne mai mi vorrano e nemmeno i datori di lavoro
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 217 6
Gentile ragazzo,

ci sono alcune sue affermazioni che colpiscono particolarmente. Tralascio di proposito i problemi lavorativi, in quanto purtroppo assai comuni oggigiorno, ma fortunatamente non irrisolvibili, specie al nord, per lo meno se non si punta subito troppo in alto.

(..) Alla fine delle scuole superiori, preso atto di questa mia esclusione dalla vita di coppia, ho deciso di rifugiarmi negli studi universitari, che sarebbero stati il luogo della sublimazione definitiva delle mie pulsioni amorose. (..)

(..) l'impossibilità di avere un contatto con l'altro sesso se non a pagamento (..)

(..) L'impossibilità di soddisfare il desiderio del desiderio dell'altro non è poù sostenibile per me. (..)

(..) Ora che non c'è più la possibilità di sostituire alla vita reale lo studio, sono un essere inutile (..)

L'impressione è che lei, dopo le superiori, abbia iniziato un pericoloso "gioco al ribasso" con la sua vita. Una serie di esperienze negative l'hanno portata a credere che la vita di coppia le era preclusa, e quindi ha deciso di dedicarsi solo allo studio. Ma, più che di sublimazione, si trattava di compensazione, ed ecco la ricerca di un surrogato come quello offerto dalla prostituzione, cosa che ha fatto più male che bene alla sua autostima.
Questo gioco al ribasso, giustamente, l'ha stufata. Ne vorrebbe uscire, ma il suicidio è il ribasso definitivo, segue esattamente la stessa logica.

Non c'è altro, non c'è di meglio, che possa fare per se stesso? Davvero pensa che valga la pena appiattire la propria vita su due dimensioni, vita di coppia e studio-lavoro?

(..) Le ho provato tutte, ma nessuan donna mi vuole e mai mi vorrà (..)

Questo è un pensiero assolutistico ("NESSUNA" "MAI"), non razionale. Forse, il suo "provarle tutte", è stato in realtà un provarle sempre nello stesso modo. Forse lei è prigioniero di schemi mentali e convinzioni erronee che condizionano il suo comportamento, le stesse che ora la portano a credere che il suicidio sia l'unica cosa che resta da fare.
Ma, secondo lei, cos'è che non va nella sua persona? Cosa impedisce alle donne di trovarla interessante al di là dell'amicizia?

Tenga comunque conto che il primo passo per piacere agli altri è riuscire a star bene da soli, con se stessi. La ricerca di un rapporto a tutti i costi, del "desiderio dell'altro" come fattore imprescindibile che dia senso alla propria vita, ci pone in una condizione di bisogno narcisistico che porta a non rapportarsi nel modo migliore verso gli altri.

Cordialmente,

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