Difficoltà con le ragazze

salve,

dopo l'ennesima uscita con una ragazza mi sento un po' abbattuto, ho 30 anni e, in pratica, a parte brevissime relazione e qualche avventura, non posso dire di aver mai avuto una relazione con una persona che contracambiasse il mio amore. Certo, forse mi sono innamorato una volta soltanto, tutte le altre volte era più il la mancanza o il rifiuto a rodermi lo stomaco e di questo ne ero ben consapevole.
Sono anche arrivato a pensare di essere una persona molto noiosa o strana, sicuramente complessata. Premetto che sono un bel ragazzo (non lo dico io), laureato, una buona cultura.
Il problema credo che nasca dalla difficoltà ad accettare un rifiuto da parte dell'altro, ogni volta che una ragazza si avvicina a me e mi piace, tendo a scappare e ad aver paura a farmi avanti, mi sento impacciato con lei, e penso che non voglia farmi soffrire dicendomi che non le piaccio.
Così scappo, fuggo, mi rifiugio e mi cibo di avventure, a volte a pagamento, altre con ragazze che conosco in locali per adulti, in una sorta di masochismo verso me stesso che mi rende insopportabile.
Forse è proprio vero che il desiderio non sa ciò che vuole! Vorrei scrivere un libro qui, ma non che non ce n'è ne il tempo ne lo spazio.
Purtroppo credo che i miei problemi derivino dalla mia situazione famigliare: una mamma psicotica fin da quando ero bambino (in cura), una nonna che mi ha fatto da madre molto autoritaria e severa, un padre che fondamentalmente era presente ma non è mai esistito tanto da considerarlo più come un amico che come una figura paterna e che tragicamente si è suicidato qualche anno fa, come il nonno materno. Insomma, non sto scherzando, anche se sono una persona molto ironica e simpatica ... Tempo fa non credevo che il passato potesse così condizionare il futuro, oggi temo proprio che il passato determini cìò che siamo in futuro in modo irreversibile...
Certo, anche se ho raffreddato molto alcuni fuochi dentro me, ogni qual volta esco con una ragazza, mi rendo conto quanto abbia bisogno d'amore, purtroppo questo bisogno pare un grido strozzato.
E' possibile cambiare? Non lo so! Ormai mi rendo conto che tale frustrazione s'incanala in una rabbia: faccio palestra tutta settimana per diventare più attraente, lavoro molto per fare carriera, voglio arricchirmi ... è paradossale perchè so le risposte ai miei problemi ma non sono capace di metterle in pratica!
voi che dite? un bellissimo film recitava: noi possiamo chiudere con il passato ma il passato no chiude mai con noi. scasate per lo sfogo ma oggi è un momento di sconforto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"....ogni volta che una ragazza si avvicina a me e mi piace, tendo a scappare e ad aver paura a farmi avanti, mi sento impacciato con lei, e penso che non voglia farmi soffrire dicendomi che non le piaccio..."



Gentile ragazzo,

penso che qui ci sia la chiave del suo problema e insieme del suo cambiamento.
Aver paura è comprensibile, ma scappare è un comportamento che va indagato.

Cosa teme realmente?


Questa è una tipica situazione da affrontare in una psicoterapia, percorso che Le permetterà di vedere e capire come Lei funziona e soprattutto di cambiare.

In bocca al lupo!

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
temo il dolore, non voglio soffrire ... lo trovo insopportabile, avrei bisogno di conferme per essere tranquillo e poter dare il meglio di me, ben conscio che conferme non possono essere date se non dopo una lunga fase di conoscenza.

In più nelle storie passate ho sempre scisso tra il desiderio sessuale e la cosidetta agape, sentimento più puro, questo mi ha recato difficoltà sessuali proprio con le ragazze che stimavo di più ...

comunque la ringragio molto per il suggerimento, credo che è un passo che farò, in più ora mi sento anche più rasserenato, tanto più che la ragazza di cui parlavo l'ho conosciuta da poco... razionalmente è assurdo, e forse sbagliando, sto cercando di distruggerla nella mia testa per tornare sereno... certo il problema si ripresenterà alla prossima ragazza con cui uscirò....

cordialmente Marco
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"oggi temo proprio che il passato determini cìò che siamo in futuro in modo irreversibile..."

Gent.le utente,
non è un processo automatico, in mezzo c'è lei con la sua individualità, le sue potenzialità e i suoi limiti a fare la differenza insieme ad un aspetto che va nella direzione opposta a quella da lei prospettata: l'apertura all'esperienza, una disponibilità a scoprire e apprendere
aspetti sconosciuti di sé e degli altri, in particolare le donne.
La psicoterapia può essere un modo per innescare questo processo di crescita personale.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"...temo il dolore, non voglio soffrire ... lo trovo insopportabile, avrei bisogno di conferme per essere tranquillo e poter dare il meglio di me..."

Gentile Utente,

è comprensibile ciò che dice; a nessuno piace soffrire. C'è una parte di sofferenza però che fa parte della vita. Essere respinti o non piacere è questo tipo di sofferenza.

Sembra una reazione di evitamento; soltanto che più la mette in atto, più queste paure si amplificano quando incontra una donna.

Quanto alle conferme per poter star tranquillo sembra che la Sua autostima sia bassa. Il Suo valore e la Sua tranquillità non dovrebbero dipendere dalle conferme esterne.

Saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Forse è proprio vero che il desiderio non sa ciò che vuole!
>>>

Gentile utente, il desiderio lo sa benissimo, ciò che vuole, è solo che fra il desiderare qualcosa e l'ottenerlo, ci possono stare in mezzo tante cose.

Nel suo caso, è la paura del rifiuto, quella che deve vincere. Finché cercherà la situazione perfetta, quella dove sarà assolutamente certo di non poter essere minimamente ferito, aspetterà per un bel pezzo. La vita reale richiede una soglia minima di tolleranza alla frustrazione, e quando non c'è, occorre costruirsela.

Anche se lei avesse ragione, e anche se le cause del suo malessere stessero davvero nella sua famiglia, il saperlo non l'aiuta minimamente. Adesso lei è adulto, e quindi, di fatto, ogni atto che compie è responsabilità sua. Tentare di attribuirlo ad altri, non l'aiuta.

La strada più percorribile è quella di una psicoterapia mirata, che l'aiuti ad alzare la tolleranza al rifiuto e al dolore, gradualmente, fino a far diventare divertente l'esperienza di approcciare le ragazze, e occasionalmente esserne rifiutato.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
lo farò, credo che presto contatterò uno psicologo ... e nel frattempo mi darò degli obbiettivi per aumentare la mia autostima....
[#7]
dopo
Utente
Utente
Salve,

vorrei un vostro parere su come scegliere uno psicologo terapeuta, non saprei veramente a chi rivolgermi. Scelgo il primo che trovo? Leggevo anche che è importante il feeling che si instaura con lo psicoterapeuta, insomma mi pare un mondo sconosciuto...
La vostra esperienza cosa vi fa dire a questo riguardo?
Secondariamente pensavo a questa cosa: come convincere una persona a mettere in discussione il suo paradigma sul mondo se egli stessa sa che lo psicologo cercherà in tutti i modi di indicargliene una più positiva? Insomma, partendo dal presupposto (ovviamente criticabile) che il mondo può essere interpretato in N modi, dobbiamo cercare di scegliere quello che ci reca più felicità? Come convincere se stessi...? Forse pretendo troppo ne è per me facile spiegare quello che intendo dire, certo, molte volte ho cercato di convincere me stesso e dare un nuovo colore a quel quadro della realtà che vedevo ma con il tempo sono sempre tornato al solito quadro fosco e tragico della vita. Forse è proprio la mancanza di affetto che ha fatto si che il pittore abbia scelto quei colori piuttosto che altri, probabilmente oggi il grande male è proprio quel relativismo che non ha meta ne viaggio, il problema è trovare una bussola ma è come se si entrasse in un negozio dove vene sono migliaia, quale la bussola giusta per la nostra meta...?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
per farsi idee più precise sulla scelta dello psicoterapeuta può consultare l'articolo al link https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html.

I nominativi dei professionisti può reperirli tra l'elenco di quelli iscritti a questo sito o consultare il sito dell'Ordine degli Psicologi Emilia Romagna al link http://www.ordpsicologi.er .

I miei migliori auguri per il suo percorso

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
la sua esperienza attuale e l'insoddisfazione che sta vivendo rappresentano il punto di partenza del suo percorso in psicoterapia.
Non si tratta di convincerla di qualcosa, sarà lei il principale responsabile del processo di crescita personale.
Lo psicoterapeuta deve essere in grado di accettarla così com'è, così da facilitare la sua capacità di accettare anche le parti scomode di sé, dare voce a quel "grido strozzato" di cui parlava all'inizio.
La invito a leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Cordialmente