Io e il rapporto con i miei genitori

Gentili Psicologi,
se oggi mi trovo qui a porre questa domanda, è perchè non sopporto più i miei genitori ed il rapporto che ho con loro.
Sono una giovane ragazza di 19 anni che conduce una vita del tutto normale ed ammetto che forse non sia stata arricchita da molte esperienze o da particolari momenti di felicità.
Sono molto insicura di me stessa e la colpa di ciò la attribuisco quasi interamente ai miei genitori, ritenendo che spesso il loro atteggiamento abbia tutt'altro che portato giovamento alla mia personalità, soprattutto nella fase di crescita.
Sin da quando avevo 14-15 anni mia madre mi ha sempre proibito di truccarmi, dicendo che ero troppo piccola di aspetto, mi faceva indossare una grande magliettona della salute e sopra la divisa scolastica, decisamente maschile e spenta nei colori.
Mai qualcosa che valorizzasse il mio aspetto di giovane ragazzina, una maglietta magari un pò più femminile, un taglio di capelli diverso o un filo di lucidalabbra.
Con i ragazzi non sono stata mai molto fortunata, diciamo che non ho mai avuto un ragazzo. A causa dell'insicurezza, ho sempre avuto delle difficoltà a mettermi in gioco, e ogni volta che me ne è piaciuto uno, mia madre ha sempre cercato di smontarmi dicendomi ''ah, secondo me parla solo per noia.. non mi sembra interessato..'' e così via, senza mai incoraggiarmi più di tanto. Se si parla di amore o cose del genere è sempre la prima a dirmi che io non posso capire cosa si provi.
A volte ho come la percezione che la infastidisca l'idea che possa trovarmi un ragazzo ed essere felice. Anche se è vero che non so molto dell'amore, sono sempre stata convinta che innamorarsi e amare una persona porti sempre a scoprire una nuova parte di se stessi che prima non si conosceva, a diventare più consapevoli delle proprie qualità, ma anche a scoprire lati caratteriali da migliorare. E allora che c'è di male?
Non so se nella mia vita quel fatidico ''prima o poi'' di cui tutti parlano toccherà anche a me, e se di amici più sinceri riuscirò mai a trovarne, ma ho come la netta sensazione che i miei genitori vogliano spostare quel giorno sempre più in là.
Così spesso si ritrovano a criticarmi duramente e, anche se è brutto da dirsi, a volte anche a compatirmi per queste mie mancate esperienze.
Perchè si comportano così? Perchè non mi spronano e non vogliono che anche io conosca degli aspetti della vita ormai da tutti assaporati già da tempo, preferendo rendermi sempre più insicura con le loro parole?
Non sarò una figlia perfetta, ma credo di essere innanzitutto una buona persona, e poi anche una buona figlia.
Spero possiate darmi qualche consiglio su come migliorare questa situazione.
Cordialmente
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, inizierò dicendoti la cosa che mi è saltata all'occhio per prima: scrivi piuttosto bene. Non che questo contribuirà a farti sentire meglio, certo, però te lo dò come feedback, solo per farti vedere che a volte le qualità di una persona si possono rivelare in maniera inaspettata.

>>> A volte ho come la percezione che la infastidisca l'idea che possa trovarmi un ragazzo ed essere felice.
>>>

Purtroppo, se fosse vero, ti direi che questa dinamica è abbastanza frequente nel rapporto madre-figlia, già abbastanza contorto di suo. Ancora hai 19 anni, quindi molto tempo davanti, ma è positivo che ti stia interessando già adesso su come fare per risolvere i tuoi problemi, e vivere in maniera più serena e aperta. La precocità ti aiuterà.

Il passo decisivo che farai, nella tua maturazione, sarà quando ti renderai conto che non esistono genitori perfetti, così come non esistono figli perfetti. Con "perfetti" non intendo perfetti in generale, ma secondo lo standard che vorremmo noi. I genitori vanno accettati così come sono, e spetta a ciascuno di noi fare il possibile per diventarne indipendenti, appena possibile. Con una piccola distanza in mezzo, in certi casi può essere più facile amarli.

Mentre dipendi da loro (immagino) devi fare il possibile per ritagliarti i tuoi piccoli spazi di autonomia, e provare a te stessa che meriti ciò che desideri. In fondo sei già maggiorenne, no? Se ti va di metterti un paio di jeans o un filo di trucco, puoi farlo. Ma non cadere nella tentazione di dover piacere per forza a qualcuno, perché questo è un modo formidabile per rendersi più vulnerabili e soffrire.

Hai la possibilità di chiedere dei consulti psicologici anche da sola, alla tua Asl, anonimamente, senza passare per il tuo medico di base e spendendo molto poco. Oppure, se studi, puoi chiedere allo sportello ascolto studenti della tua scuola/università di parlare con uno psicologo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente,
le farò una domanda che forse le parrà provocatoria, ma credo possa darle un interessante spunto di riflessione.
Posto che sarà molto difficile (anzi impossibile) fare in modo che i suoi genitori cambino atteggiamento (non per cattiveria ovviamente, ma perché sono fatti così), le chiedo: in che modo con il loro comportamento la stanno aiutando?

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Per la Dott.ssa Tornello:

Il punto è che non credo affatto che i miei genitori mi stiano aiutando con il loro comportamento, anzi, tutt'altro!
Non fanno che aumentare le mie insicurezze, facendo calare ulteriormente l'autostima.
Intendiamoci, ovviamente voglio loro bene e non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma questi atteggiamenti li detesto proprio!
Per quanto possa cercare di non dare troppo ascolto alle loro parole spesso piuttosto sgradevoli, non nego che comunque riescono sempre a colpirmi e ad ifluenzare il mio comportamento, seppur entro certi limiti.
Dietro il loro atteggiamento che agli occhi di molti viene visto come ''protettivo'', intravedo piuttosto un sottile egoismo..

Per il Dott. Santonocito:

La ringrazio per avermi risposto.. Le dirò, un anno fa decisi di andarci dallo psicologo e mi è sembrata una perdita di tempo..
La psicologa che mi stava seguendo, cercava di risolvere tutti i miei problemi dicendomi: ''ma no, tu sei bella, vedrai che tra poco sarai felice.. sei così bella..''
Insomma, non è che ripetendomi continuamente la frase ''sei bella'' io riesco ad autoconvincermi e ad avere maggiore autostima..
Con questo non voglio assolutamente fare di tutta l'erba un fascio, anzi. Forse sono capitata con la psicologa sbagliata, spero che non sia un metodo adottato di solito da tutti.
[#4]
Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Cara ragazza,
la mia domanda voleva amplificare maggiormente quanto già esposto dal mio collega, dr. Santonocito.
I genitori non sono perfetti come noi li desideriamo. Sono prima di tutto uomini e donne con i loro pregi e difetti. Lei in questo momento non li sopporta perchè dice di sentirsi "colpita" e "influenzata nel comportamento" ma è proprio suscitando in lei questo "moto di ribellione" che i suoi genitori la stanno aiutanto. La sua reazione è del tutto "sana" e pone le basi per il momento in cui, un giorno, lascerà il nido.
Quanto al farsi influenzare, molto dipende da lei e dal potere che lascia ai suoi genitori per farlo.
Per farle capire meglio: se so che chi mi sta di fronte è pronto a tirarmi un pugno, posso decidere di farmi colpire in pieno volto o di spostarmi.
Uno psicologo potrebbe aiutarla proprio in questo: a prendere la dovuta e fisiologica distanza cui accennava il dr. Santonocito.
Quanto alla sua prima "esperienza psicologica", beh, può capitare di non sentirsi soddisfatti da un professionista (in qualsiasi ambito). Le auguro di trovare presto un collega con il quale instaurare un buon feeling terapeutico.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> spero che non sia un metodo adottato di solito da tutti.
>>>

Infatti ha ragione. Il lavoro dello psicologo non consiste nel dare consigli e pacche sulle spalle. Può leggere questi due articoli, per farsi un'idea più precisa di cos'è la psicoterapia.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti
[#6]
Dr. Antonio Ceccardi Psicologo, Psicoterapeuta 12
Gentile ragazza,

concordo con le valutazioni espresse dai miei colleghi, aggiungo soltanto una considerazione.
L'importanza enorme che lei da ai suoi genitori, attribuendo a loro praticamente tutta la responsabilità del suo malessere emotivo, mi fa pensare ad un suo periodo di confusione e smarrimento, quasi inevitabile nei momenti di sviluppo e cambiamento.
Non è facile per nessun individuo fare i conti con la propria crescita, tanto desiderata, ma anche tanto dolorosa e piena di insidie.
Probabilmente, accettando le sue valutazioni, i suoi genitori non sono riusciti a sintonizzarsi con le sue emozioni ed il loro bene nei suoi confronti si è manifestato prevalentemente sul "non farle mancare niente" (come lei stessa dice).
Ma se anche così fosse, lei a 19 anni ha una grande opportunità: provare a costruire un suo percorso di vita, che non li escluda rabbiosamente, ma li veda un pò più sullo sfondo di una scena che ora vede lei in un ruolo sempre più da protagonista.
A 19 anni viene spontaneo protestare per quello che non si è avuto ed è facile elencare quello che "loro" non hanno fatto per lei.
Penso che lei possa iniziare a trovare molte più risposte utili, se provasse a chiedersi cosa "lei", da ora in poi, può fare per sè stessa.
In questo, penso, le possa essere molto utile l'aiuto di uno Psicologo (anche Psicoterapeuta).
Sicuramente può farlo in forma anonima, come suggerisce il collega, ma rifletta anche sul fatto che dichiarare apertamente (e coraggiosamente) ai suoi genitori il suo bisogno di un aiuto "esterno", potrebbe essere il primo passo di una ridefinizione del vostro rapporto.
Nella mia esperienza capita spesso che la richiesta di aiuto psicologico di un figlio metta in moto una serie di dinamiche emotive anche tra i genitori stessi, che iniziano ad avere dei dubbi ed a farsi una serie di domande.
E se i suoi genitori proprio non si accorgessero di lei, ignorando o svalutando la sua richiesta, allora ci sarebbe un motivo in più per "provare" ad imparare a camminare con le proprie gambe.
Coraggio

Saluti cordiali

Dr. Antonio Ceccardi
www.centroikos.it