Somatizzazione ansia

Espongo schematicamente la mia situazione sperando in un vostro efficace aiuto.

PROBLEMA: timore di trovarsi in una situazione imbarazzante e di conseguenza essere giudicato male o frainteso

CONSEGUENZE: ansia, continua tensione prima e a volte durante riunioni e meeting di lavoro, paura di sentirsi fisicamente male -> tutto ciò frena la mia libertà, il mio estro e la mia esuberanza sociale e professionale. A volte, seppure raramente, evito situazioni che potrebbero crearmi problemi, ma se è importante la mia presenza non rinuncio, nonostante le difficoltà che la mia partecipazione comporta

SOLUZIONE: servizio di consulenza psicologica offerto della mia azienda

DUBBI: 1) gli psicologi sono assunti dalla mia stessa azienda e lavorano per loro. Quanto posso sentirmi libero di aprirmi in una situazione del genere?

2) mi posso veramente fidare dello psicologo? capirà le mie esigenze, custodirà con riservatezza quanto io gli dirò? o ci riderà sopra e magari ne farà argomento di discussione con altri colleghi o suoi amici? io ho veramente bisogno di aprirmi, ma non riesco a farlo nemmeno con i miei amici più fidati, figuariamoci con un estraneo. Come si può costruire un rapporto di fiducia con il proprio psicologo?

3) parlare liberamente dei miei problemi significherà svuotarmi. per me sarà certamente una liberazione ma anche una grande sofferenza, perchè dopo mi sentirò come se non fossi più il padrone di me stesso, perchè ho permesso ad un altro di entrare nella mia intimità. ho paura dopo di sentirmi spaesato, privato della mia riservatezza, ma ho tanto tanto bisogno di confrontarmi e di avere consigli per vivere finalmente più sereno.

4) in linea di massima preferirei uno psicologo e non una psicologa (mi farebbe sentire più tranquillo, non ho alcun pregiudizio di sorta). ma se poi trovassi uno psicologo rude e freddo, incapace di comprendermi come potrebbe fare una donna? forse conviene su questo punto lasciare al caso

Al fondo di ogni ansia o paura so che ci sono ragioni a volte oscure o più complesse di quanto appaiono i sintomi. Io conosco il mio malessere, l'ho esplorato e sto cercando con fatica di superarlo, giorno per giorno. So di essere sulla buona strada, ma so che un aiuto in questo momento potrebbe accelerare il mio percorso. E credo che ora e qui sia il momento propizio. Ma come posso fare a vincere i miei dubbi? Ho paura di espormi troppo e poi ritrovarmi bruciato.

[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, lei ha espresso molti dubbi.

Il dubbio, fino ad un certo punto, è un buon amico. Ci spinge ad andare più a fondo nelle cose, non accontentandoci di risposte superficiali.

Oltre quel punto, i dubbi cominciano a diventare un problema.

Provi a fare un piccolo esercizio.

Tolga il punto interrogativo ad ogni domanda che ci ha rivolto, e la rilegga a voce alta. Una per volta. Esplori le sue sensazioni, i suoi pensieri, gli scenari che le si presentano alla mente.

Molte delle nostre paure non hanno per oggetto cose, fatti, persone, bensì idee, cioè "cosa accadrebbe se...".

Quali sono le sue?
[#2]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)me sarà certamente una liberazione ma anche una grande sofferenza, perchè dopo mi sentirò come se non fossi più il padrone di me stesso, perchè ho permesso ad un altro di entrare nella mia intimità. ho paura dopo di sentirmi spaesato, privato della mia riservatezza (..)

gentile utente, paradossalmente, anche questi dubbi possono essere parte integrante del problema, in che modo?
Spingendola a non rivolgersi ad un terapeuta e rimandando il processo di soluzione del problema.
Lo psicologo non invade la sua intimità ma cerca informazioni utili per poterla aiutare.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Vi ringrazio delle risposte ma i miei dubbi permangono, anzi aumentano. Non so cosa fare, non so come muovermi, se rompere il muro di diffidenza che blocca le mie azioni o continuare da solo a trovare una terapia. Mi è capitato in passato di avere un colloquio con uno psicologo, ma ho avuto la sensazione che non si "calasse" nei miei problemi, ma che restasse distante e parlasse come se il mio fosse un disturbo da classificare, senza però rendersi conto che era il MIO problema, il MIO disturbo. Ecco, tutto questo mi spaventa, l'idea di aprirmi, l'idea di non essere capito e la paura di non riuscire a trovare la soluzione ai miei problemi. Posso riuscire anche da solo a farcela? Però io sento che forse questa è la volta buona e potrei approfittare di questo servizio di consultazione psicologica offerto dalla mia azienda... ma i dubbi sono sempre gli stessi e io rimango allo stesso punto.
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
E continuerà probabilmente a rimanere nello stesso punto, finchè penserà di aver bisogno di certezze prima di prendere una decisione.

Ogni scelta comporta almeno uno sbaglio ed almeno una rinuncia.

Lei è disposto a rischiare?

O pensa che saremo noi a dirle qual è la scelta "giusta"?

Il coraggio non è "non avere paura o dubbi", ma fare quello che si ritiene utile o giusto, MALGRADO la paura ed i dubbi.

Cordialmente
[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
<<Il coraggio non è "non avere paura o dubbi", ma fare quello che si ritiene utile o giusto, MALGRADO la paura ed i dubbi>>.

questa frase mi ha dato coraggio e mi ha convinto a fare un passo per me, per il mio benessere. ho telefonato ad un centro di psicologi e sono in attesa di una seduta. nel frattempo però mi sono tornati dubbi ed ansie, non so se ho fatto la scelta giusta, a volte mi pento, altre volte vorrei disdire, però sento che è stato giusto fare quello che ho fatto.

Poi vorrei parlarne con i miei amici, con la mia famiglia, ma oltre qualche allusione non riesco a fare di più. vorrei sentirmi confortato, giustificato... sapere che quello che sto facendo incontra la loro approvazione. mi sento così solo!

E per ultimo vorrei sapere cosa vuol dire che uno psicologo è di orientamento psicanalitico. per il mio problema va bene? grazie
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, forse può essere un buon "esperimento di crescita" prendere una decisione SENZA la pretesa di avere la certezza di aver fatto giusto e SENZA l'approvazione degli altri.

Decidere autonomamente...

Per quanto riguarda l'orientamento teorico, esso rappresenta il modello scientifico, cioè l'insieme delle idee, delle ipotesi, dei metodi che una determinata "Scuola" di psicoterapie usa per:

- leggere, studiare ed interpretare il disagio psicologico
- progettare ed applicare metodi di intervento

Pertanto, al variare degli orientamenti teorici può variare il lavoro psicologico che si appresta a fare.

Essere informati adeguatamente è un diritto di ogni utente. Le allego il link di un articolo che abbiamo scritto a più mani proprio per rispondere a domande come la sua:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,

mi pare che lei abbia una visione tragica della possibilità che l'incontro con lo psicologo si riveli negativo.
Parla infatti di "bruciarsi", come se stesse scegliendo se passare o no attraverso il cerchio di fuoco:

"Ho paura di espormi troppo e poi ritrovarmi bruciato"

Credo che le sue ansie diminuiranno quando si renderà conto che richiedere una consulenza non è nulla di così rischioso e definitivo da potersi fare del male: le cose procederanno per gradi e vedrà sul momento come si sentirà, di cosa vorrà parlare ecc.

Stia tranquillo e abbia fiducia!

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Al dr. Calì: Le sue parole sono terapeutiche e hanno su di me un effetto estremamente positivo e rivitalizzante. Soprattutto quando mi dice che <<forse può essere un buon "esperimento di crescita" prendere una decisione SENZA la pretesa di avere la certezza di aver fatto giusto e SENZA l'approvazione degli altri>>. Ha ragione e la ringrazio. Cercherò da solo di fare le mie scelte e di non chiedere agli altri l'approvazione, perchè anche senza di essa so che devo portare avanti la mia decisione, quando ritengo giusto prenderla.

Pensa che nel mio caso di ansia e somatizzazione relativa l'indirizzo psicoanalitico possa avere buoni risultati?


Al dr.ssa Massaro: si, è vero... ho paura di aprirmi, di scoprirmi, di raccontarmi, di confessare me stesso. sarebbe per me come spogliarmi davanti a qualcuno senza sapere se poi potrò riavere i miei vestiti. Non voglio rinunciare alla mia intimità, ma sento il bisogno di aprirmi e di farlo totalmente. come posso trovare una soluzione a queste due forze contrastanti?
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente:

"Cercherò da solo di fare le mie scelte e di non chiedere agli altri l'approvazione"

"Pensa che nel mio caso di ansia e somatizzazione relativa l'indirizzo psicoanalitico possa avere buoni risultati?"

Provi, chieda a dei professionisti, legga l'articolo che le ho segnalato e scelga liberamente.

Questo è il modo che conosco di aiutarla!

Cordiali saluti
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,
mi associo al dr. Calì nel dirle che provare è l'unica strada.
Ribadisco che non si tratta di saltare nel fuoco e che le cose procederanno necessariamente per gradi (anche perchè le sedute hanno dei tempi tecnici, e, anche volendo, lei non potrebbe dire tutto subito perchè non ce ne sarebbe il tempo).
Se poi non si trovasse bene e non si sentisse capito, come le è già successo, potrà sempre rivolgersi ad un altro professionista ed eventualmente, se la cosa si ripetesse, chiedersi che parte potrebbe avere lei nel non volersi sentire capito (o nel pensare che nessuno la possa capire).
Le auguro ovviamente di trovare un professionista dal quale si sentirà capito, e che questi problemi non si pongano nemmeno.

Veda positivamente questa voglia di "svotare il sacco" perchè sosterrà la sua motivazione alla terapia, si rechi all'appuntamento che ha già preso e, se vuole, ci faccia sapere come va.

Saluti e auguri,
[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Grazie ad entrambi per le risposte, mi ha fatto molto bene leggere quanto mi avete scritto. Chiedo però per ultima cosa come avviene una seduta con uno psicologo al primo incontro... cioè viene chiesto di esporre problema oppure vengono fatte domande generali. Devo quindi prepararmi in qualche modo per essere sintetico e preciso?
[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Potrà dire quello che vuole nel modo che preferisce: eventuali domande dello psicologo si riallacceranno a quanto detto da lei per approfondire qualche aspetto in particolare.
Se vuole rifletta su cosa desidera dire per incominciare, ma non si crei ansie per il fatto di poter dimenticare qualcosa perchè ci sarà tutto il tempo di tornare sui vari argomenti.
Stia tranquillo!
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