Vittima di una manipolazione?

buongiorno,

cerco di capire una storia di quattro anni con una persona che all'inizio mi ha reso molto felice.
mi ha fatto molto male il fatto che questa persona non riusciva mai a trovare tempo per me e ho passato un anno ad aspettare che la storia decolasse. io finivo una tesi di dottorato a parigi e lui francese era un musicista tecnico del suono, la precarietà di entrambi rendeva difficile avanzare in un progetto comune a questo problema si è aggiunta una continua provocazione da parte di lui, soprattutto dopo un anno: mi esponeva la sua necessità di avere un rapporto sessuale a tre(con un'altra donna) che io ho inizialmente escluso. dopo un anno dalle sue insistenze quindi dopo due anni da quando l'ho conosciuto, ho ceduto alla sua proposta e non considero quello che ho vissuto un esperienza negativa, lui è stato dolce e attento a me..mi apsettavo poi pero di vederlo felice e la sua provocazione è continuata: mi ha chiesto di portargli una donna di mia iniziativa e io non mi sono sentita capace di farlo anche se per farlo tacere a volte gli ho promesso che avrei potuto sorprenderlo e farlo. tra alti e bassi la storia dopo si è bloccata a questo suo aut aut...torno da te se accetti questa mia esigenza di complicità o mi faccio la mia vita altrove. io sono rimasta sola, a torturarmi su cosa non facevo per paura di perderlo o se perdermi con lui e mentre ancora ci siamo visti ogni tanto come amanti ho scoperto che un altra donna stava per diventare madre con lui...lui voleva continuare a tradirla con me, ma e fare una famiglia con lei. sono stata molto male. a febbraio quando ho scoperto di questa notizia spiando la sua mail. ci siamo visti da allora ancora qualche volta,. l'ulitma volta il 30 Settembre dopo tre mesi di distacco. ora il bambino è nato e mi sembra una storia chiusa. quello che mi resta come un'ombra addosso è il dubbio che avrei dovuto vivere le mie emozioni quando lo amavo e vivere i suoi desideri senza paura che la mia educazione o l'immagine che ho di me stessa non combaciassero più. comunque anche tentando una liberazione delle mie paure lanciandomi in un vicolo simile era possibile che lui trovasse la pace e l'equilibrio che io tanto avrei voluto per noi?.Insomma resta ancora la domanda : avrei potuto fare qualcosa per lui e la nostra storia, che non ho fatto? provo a dirmi che magari l'altra donna aveva un contesto materiale più stabile che gli ha dato almeno una sicurezza che io non potevo offrirgli ma lui mi risponde che è soprattutto una libertà che con me non puo avre che gli ha fatto decidere di lasciarmi.puo ssere una persona che non sa riconoscere l'amore degli altri ? puo essere innamorato di questa donna anche tradendola ?la mia dipendenza credo nascesse dalla mia mancata realizzazione sono iscritta al dottorato da 5 ANNI e non ho finito la tesi, la sua leggerezza e creativtà erano le qualità che mi mancano.ho paura di scegliere ancora la persona sbagliata.Vorrei capire se il mio caso necessita si una terapia
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, l'amore condizionato è una truffa.

O l'amore c'è, o non c'è. Se non c'è, chi le proponga un "prezzo" per amarla la sta raggirando. Non esiste prezzo ai sentimenti.

Se una persona le dice "Se farai così, ti amerò", il prezzo che lei dovrà pagare sarà troppo alto.

Non c'è nulla che avrebbe potuto fare per farsi amare da questa persona; c'è molto che avrebbe potuto fare per tenerlo accanto a sè, in un rapporto di finzione in cui lei lo adorava, e lui si lasciava adorare (a certe condizioni).

Il mondo è pieno di persone che ci chiedono qualcosa per amarci. Lasci queste persone ad altri, e cerchi qualcuno che ami "gratis".

Cordialmente
[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile utente,
forse dovrebbe chiedere a se stessa cosa l'ha attratta di questa persona,cosa l'ha fatta aderire ai suoi desideri pur non condividendoli pienamente, come possa rimpiangerla nonostante la sofferenza.Sarebbe utile comprendere appieno il suo modo di porsi in quel rapporto.
Lei dice "la mia dipendenza credo nascesse dalla mia mancata realizzazione"- forse la domanda sarebbe: da dove nasce la mia mancata realizzazione?

L'aiuto di un collega in presenza potrebbe esserle utile.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,
le persone che utilizzano ricatti come quello che il suo ex ha portato avanti con lei per parecchio tempo sono anche molto abili nel far sentire l'altro colpevole della fine del rapporto, qualora non ceda.
Mi pare che quest'uomo sia riuscito a instillarle parecchi dubbi, che ancora oggi la tormentano nonostante lui si sia palesato per quello che è (ha avuto un figlio da un'altra e nonostante ciò si dichiara propenso a riprendere la relazione sessuale con lei): di fatto questa persona si è posta al centro del rapporto e ha dettato delle regole, mettendo lei nella condizione di accettarle e proseguire, o rifiutarle e rendersi "colpevole" della fine della vostra storia.
E' quindi riuscito a impostrare una relazione in cui l'importante per entrambi era la sua soddisfazione, e lei è stata al gioco per ben 4 anni - attribuendogli probabilmente più valore di quello che realmente possieda, e immaginando quindi come una grave perdita il suo possibile allontanamento.
Tuttavia l'aver accondisceso alle richieste, che lei definisce "provocazioni" (avendo quindi colto l'intento di sfida che contenevano), non ha posto fine al ricatto, che ha iniziato a prendere nuove direzioni con ulteriori richieste. Anche questo è piuttosto tipico, e il suo essersi alla fine sottratta non può che essere positivo.
Per rispondere alla domanda se può esserle utile un intervento psicologico dovrei sapere se è la prima volta che si trova a vivere relazioni di questo tipo (ricattatorie), o se la situazione si è già verificata in passato, perchè il ripetersi di queste modalità potrebbe rivelare la presenza in lei di caratteristiche psicologiche che la spingono a cercare rapporti di questo tipo - e un lavoro su di sè potrebbe aiutarla a cambiare e a rivolgersi in futuro ad altro tipo di uomini.
Al di là di questo mi pare comunque importante sottolineare che i dubbi che la stanno ancora tormentando investono lei stessa come persona e il suo valore, portandole pensieri autosvalutanti: se questa situazione assumesse particolare intensità, e avesse la sensazione che la sua autostima ne sta risentendo, sarebbe sicuramente utile consultare uno psicologo per lavorare sulla sua immagine di sè e sulle sue risorse psicologiche.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, un insegnamento che nessuno impartisce e che ognuno deve imparare da sé, a proprie spese, è l'educazione sentimentale.

Prima di lasciarsi andare e innamorarsi di qualcuno, si dovrebbe verificare almeno se i nostri valori corrispondono ai suoi. Altrimenti il rischio è, com'è successo a lei, di lasciarsi invischiare in un rapporto con chi ha più disinvoltura nel trattare queste questioni, e di soffrirne.

Questo per il passato. Riguardo al presente (e al futuro) solo lei può decidere se è il caso di cercare aiuto terapeutico o meno. Se sta soffrendo e non riesce a risolvere da sola la sua tendenza a diventare dipendente, allora è appropriato farlo.

Legga questi due articoli per informarsi, prima di contattare qualche collega:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Buongiorno, tengo molto a ringraziare i medici che hanno risposto prontamente alla mia richiesta.
in particolare il dott. Cali mi ha fatto riflettere su come il mio blocco aveva ragione di esistere perchè le cose che avrei potuto fare non erano nella direzione in cui volevo trovarmi.
La dott. Rinella mi invita ad una riflessione interessante sulla mia realizzazione, ma su questo io credo che non posso molto agire per quanto riguarda la carriera, ci sono ragione socio economiche che non dipendono dalla mia volonta. Ho scelto una strada, quella della ricerca, che in italia è impossibile se si hanno origini modeste. in francia le cose sono difficilissime e mi ritrovo a disperdere le mie energie in mille attività tutte in un campo intellettuale che paga poco e richiede molto impegno. di qui credo l'attrazione per persone creative e leggere che magari mi danno la "superficialità" che mi manca, scambiata per leggerezza. ma nel momento in cui le cose andavano male non ho avuto la lucidità di fuggire prima e questo è stato un grande errore su cui continuero a lavorare cercando di trovare vie di realazzione anche extra lavorative che magari lasciano esprimere la mia creatività senza essere dipendente di quella altrui.ho avuto 3 storie importanti, e tutti e tre erano musicisti. io non ho mai potutto suonare uno strumento perchè nella mia famiglia di origini modeste "era un lusso" che non ci si puo permettere. questa visione delle cose credo mi sia rimasta anche quando avrei potuto magari investire da sola, ma non so se dipende da altro questa mancata realizzazione. l'aiuto di uno specilista richiederebbe un percorso lungo? non posso permettermi molte sedute.

la dttssa Massaro è stata molto efficace nel definirmi il meccanismo del ricatto. non sono stata con altri ricatattori ma i miei uomini precendenti erano uno l'opposto dell'altro il primo sfuggente che non voleva impegnarsi, il secondo molto premuroso, innamoratissimo, ma che "dominava "cmunnque la mia vita con la sua presenza. quello che mi preocupa ora dei miei fallimenti affettivi è che a 32 anni se sogno di avere una famiglia mi è meno concesso di sbagliare. ho avuto una mamma con problemi di schizofrenia e molto aggressiva, un papà molto buono e premuroso ma che ha concentrato pero la sua attenzione su mia sorella più piccola di due annie ho sempre avuto una grande gelosia. ho avuto un infanzia abbastanza triste e ho paura che le ferite per cui non ho gridato allora vengano fuori ora con queste storie d'amore sbagliate. mi sono sempre rifugiata nello studio da piccola e la scuola era la mia seconda famiglia, essere sempre "la più brava" mi aiutava a trovari altri punti di riferimento, ho sempre avuto tante amiche. ora che "il lavoro" non da la stessa gratificazione proporzionata all'impegno e al talento, sento che i punti di riferimento sono più difficili da creare, e soprattutto non in un uomo che anche "sano e non ricattatore" magari si spaventa a tutto questo bisogno di amore che sento di avere dopo le sofferenze accumulate. il mio malessere quindi oggi non ha più crisi di pianto, dopo 4 anni che piangevo ogni giorno quasi, ma la mia domanda è più serena e lucida, che posso migliorare per non fallire ancora? esiste la passione ma con un pazzo d'amore che non sia "pazzo" e basta?
Ringrazio infine anche il dott. Santonocito soprattutto per i bellssimi aritcoli che mi ha proposto. Entrambi chiariscono molti pregiudizi sulla psicologia.
Migliori Saluti

[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se il suo passato è stato poco felice e le ha provocato delle ferite che la fanno soffrire vale la pena di intervenire, per aiutarla a recuperare un equilibrio e a modificare quegli aspetti che le causano disagio ancora oggi - e che possono spiegare la sua tendenza a trovare uomini "sbagliati" per lei, anche se con caratteristiche diverse.
Non possiamo dirle a priori quanto potrebbe durare un percorso di consulenza psicologica o psicoterapia: può iniziare a rivolgersi ad un professionista della sua zona e chiedergli che tipo di intervento le può proporre.
Le auguro di gettare quanto prima le basi per un futuro soddisfacente!

[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Gentile dott.ssa Massaro,
secondo lei iniziare una terapia in una lingua straniera, che comunque padroneggio non è penalizzante, in partenza?
La ringrazio per la sua risposta.
Cordialemente
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> iniziare una terapia in una lingua straniera, che comunque padroneggio non è penalizzante, in partenza?
>>>

Le rispondo intanto io, poi la D.ssa Massaro potrà darle il suo parere.

Nella mia esperienza, anche se non si padroneggia la lingua ma la si riesce a parlare, non è penalizzante. Fa parte del lavoro del terapeuta accertarsi che la comunicazione proceda in maniera chiara e senza intoppi. Se poi la padroneggia, non vedo controindicazioni.

Cordiali saluti
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se lei padroneggia il francese penso che non ci siano problemi. Non ho mai avuto esperienza di persone che non parlassero bene l'italiano, quindi non saprei dare un parere fondato sulla conoscenza diretta di questo tipo di situazione.
Eventualmente può cercare un terapeuta bilingue, o provare a vedere se trova un terapeuta italiano che si sia trasferito come lei: se si trova ancora a Parigi penso che questa possibilità ci sia.

Cordialmente,