Si può limitare l'amore?

Salve,vi scrivo per un parere su un problema che mi porto dietro da alcuni mesi.Conosco da più di 10 anni quella che ora è mia moglie, donna che ho amato da principio per la sua sensibilità, la sua dolcezza e la capacità di dialogo e che è stata per me uno strumento incredibile di crescita individuale.Questo nonostante lei abbia avuto in passato molte problematiche psicologiche, dovute al tipo di educazione impostale dalla famiglia e che insieme siamo riusciti a limitare durante il periodo di fidanzamento e soprattutto dopo il matrimonio,quando il distacco dalla famiglia le ha consentito una più rapida capacità di allontanarsi da tanti preconcetti.La mia curiosità innata tuttavia e il desiderio continuo di dialogo che ho,mi ha spinto,in 1 periodo in cui si è dovuta allontanare parecchio da me per motivi di lavoro,a cercare un'amicizia in chat.Qui ho conosciuto 1 ragazza che dopo un rapporto praticamente giornaliero in chat x + di 1anno,ho deciso di incontrare in qualità di amico,anche se le dicevo che lei era + che un'amica in quanto un legame così forte e una fiducia così forte nell'altro tanto da poter parlare di qualsiasi cosa,non l'avevo mai vista con altri amici.Lei dal suo punto di vista mi ha confessato il suo amore,che tuttavia io non riuscivo a ricambiare completamente.Il rapporto da quel momento è andato via via crescendo,fin quando ho iniziato a incontrarla regolarmente assieme a mia moglie.Tuttavia questa frequentazione tra noi e la grande comunicazione che abbiamo quotidianamente,mi ha portato a scoprire sempre di + tantissimi lati belli di lei,alcuni dei quali sono caratteristiche simili a quelle che mi han portato ad innamorarmi di mia moglie,altri di profonda diversità che comunque mi attirano.Se da un lato con mia moglie ho più dialogo,verso di lei provo una maggiore sintonia a livello di approccio verso la vita,più spensierato e allegro rispetto a quello di mia moglie.Tutto questo mi ha portato pian piano ad accorgermi che sono innamorato anche di lei,con modalità diverse,ma cmq sono sempre 2sentimenti molto forti.Ho confessato alla mia amica questi sentimenti,cosa che ci ha inevitabilmente condotto a baciarci e a dormire insieme per 3 volte,senza per questo fare l'amore.Poi l'ultima volta nn sono + riuscito a resistere e neanche lei e l'abbiam fatto.Il problema è che così ho potuto sperimentare anche 1 forte complicità sessuale con la mia amica,che mi ha portato a non capire bene cosa fare.Nn riesco a pensare di lasciare mia moglie,cn la quale ho un rapporto fondato su quel dialogo e comunione di vedute sulla vita che ho sempre ritenuto il fondamento di un buon matrimonio,ma nn riesco a nn pensare a quest'altra donna,che ormai è parte di me.C'è anche da dire che non provo alcun senso di colpa per quel che ho fatto:penso anzi ke fosse la naturale conclusione dei sentimenti ke provo e sento ke se potessi vivere con entrambe,cosa x loro inaccettab.,potrei dare amore a tutt'e 2.Cosa devo fare x non farle soffrire ed essere felice?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, le sue paure sono purtroppo fondate: situazioni di questo tipo sono detinate in molti casi a generare sofferenza. I motivi sono di solito due: o perché la moglie viene a saperlo, o perché l'amante non è più disposta a restare costretta in quel ruolo, e inizia a volere di più. Quindi le cose che può fare, senza bisogno del parere dello psicologo, sono solo due: o stare molto attento, oppure decidere d'interrompere la relazione.

Ci sarebbe anche una terza via, meno probabile: che sua moglie sappia e accetti, e che allo stesso tempo la sua amante sia disposta ad andare avanti così.

Tenga presente che anche quando non si è sposati, la maggior parte delle persone non è disposta con facilità a condividere il proprio amato con un'altra persona.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, garzie per la solerte risposta. In effetti anche io ero giunto alla stessa conclusione,anche perché parte degli scenari prospettati si sono già attuati.La mia "amica" sta già soffrendo assieme a me per il fatto di doverci vedere di nascosto e molto di rado,anche perché vedendo in che modo la amo, non riesce a capacitarsi del fatto che io possa amare anche mia moglie e in fondo in fondo pensa che io resti con lei per "convenienza", in quanto magari con mia moglie ho meno motivi di litigio rispetto a quelli che avrei con lei. La realtà è invece che, come ho detto, io sento di amarle tutte e due,con i rispettivi pregi e difetti. Volevo tuttavia chiedere anche se questa condizione di poter amare due persone contemporaneamente è una condizione che può essere considerata patologica e se è frequente. Non perché io mi senta di fare nulla di male, perché ho imparato ad amare la mia amica platonicamente per quasi tre anni e solo alla fine mi sono reso conto, che nella mia concezione, se ami platonicamente, non cambia molto se poi con quella donna ricerchi anche una unione corporea. Ve lo chiedo perché la mia amica mi dice di andare da uno psicologo per farmi aiutare (e in merito a una possibile mia patologia, vorrei, se possibile, anche l'opinione di una donna).
Io invece non so se ho bisogno di uno psicologo: sento che dentro di me non riesco a limitare i miei sentimenti per l'una e per l'altra e che indipendentemente da quel che mi possano dire, anche se interrompessi i rapporti fisici con la mia amica,continuerei ad amarla.
Gli unici momenti di senso di colpa che posso provare è quando stando con una, per brevi istanti penso che non sto con l'altra e mi sento in colpa per la gelosia che potrei innescare nell'altra. Ma a parte questo, sento solo che io le amo e voglio continuare ad amarle... e non so come far combaciare queste esigenze.
Nel mio ideale si potrebbe anche vivere tutti insieme, dato che loro sono diventate anche buone amiche e riuscirebbero a dare anche un valore aggiunto se tutti insieme si costituisse una specie di famiglia "allargata" (ma so che questo difficilmente si potrebbe realizzare, stando le regole sociali attuali). Allora vado avanti in questo dilemma, attendendo che qualcosa mi dica come sbloccarlo.
Vi dico questo per farvi capire meglio i miei pensieri e cercare di aiutarvi nel capire se ho qualcosa di patologico o meno.

Grazie..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Amare due persone non è patologico, anzi, è un esperienza piuttosto comune.

Semmai, con una piccola e umoristica provocazione, si potrebbe definire patologica la nostra società, che non permette l'espressione di questo desiderio, spesso latente. L'essere umano, come molti altri animali, non è tendenzialmente monogamo, e la monogamia è innanzitutto una scelta, dettata da bisogni di vario tipo. Nell'uomo, più che nella donna.

Se mi permette una battuta, se il parere che si attende da una donna fosse per tranquillizzarsi, del tipo: "Vada tranquillo, che alla fine ce la farà e le convincerà entrambe, glielo dico da donna", ho paura che potrebbe restare deluso: è difficile che una donna accetti il punto di vista dell'uomo sposato con l'amante, anche se psicologa.

Ma non si sa mai, tutto è possibile.

In altre parole, la sua non è una patologia, ma un problema più comune di ciò che si è disposti ad ammettere, e per il quale non esiste una soluzione comoda e semplice.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
La ringrazio ancora. A quanto pare quello che io credevo, ovvero che magari il mio problema potesse derivare da pregressi storico/sociali che impediscono la libera espressione dei sentimenti, è in qualche modo condiviso da lei.
Per quanto riguarda la richiesta di un parere femminile, è un mio desiderio di cercare di capire cosa ne pensa anche un'esponente dell'altro sesso, che magari, a differenza dei miei due amori, si sia trovata già di fronte a una problematica simile.
Non mi aspetto che possa dirmi che io possa convincerle, in quanto già di mio so che, per come siamo stati educati e nonostante la loro apertura mentale, sarebbe difficile per loro accettare sia l'idea, che le le conseguenze di vita a tre.
Cerco solo quell'altro punto di vista su questa situazione che una donna, proprio in quanto donna,ma esterna a questo triangolo, può darmi per avere le idee più chiare su quale via, tra quelle possibili, io debba intraprendere.

Distinti Saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ciò che le sto dicendo non sono convinzioni personali, ma acquisizioni scientifiche, magari controverse, ma abbastanza accettate. Può fare qualche ricerca su termini come "sociobiologia", "psicologia evoluzionista", "monogamia" e "poligamia", per rendersene conto. Esistono anche tanti libri divulgativi, sull'argomento.

Tuttavia, oltre al parere delle mie colleghe, che sicuramente risponderanno, se non sbaglio voi utenti dovreste avere la possibilità di comunicare fra di voi. Potrebbe fare allora qualche ricerca nel motore interno di Medicitalia, su consulti che riguardano temi simili, e poi chiedere pareri a utenti femminili, inviando messaggi privati.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Ok, grazie di tutto. Ho provato a contattare alcuni utenti. Mi interesserebbe comunque il parere di una psicologa.

Saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Prego. Per il parere delle colleghe, coloro che vorranno risponderle potranno farlo liberamente. Posso far presente in qualche modo la sua richiesta, ma attraverso questo servizio ogni professionista decide in autonomia se e quando rispondere.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie dottore, se può, faccia pure una segnalazione a qualche sua collega, io nel frattempo scrivo qui questa replica in modo tale che il thread non risulti chiuso e se qualche psicologa passando volesse lasciare un parere dal punto di vista femminile, sarò ben lieto di leggerlo.
Grazie ancora.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

sono passati dei mesi. Ho iniziato a vedere la mia "amica" un paio di volte al mese e ho potuto constatare che con lei c'è sempre parecchio trasporto.Tuttavia mia moglie ha scoperto la mia relazione e in seguito a questo mi sono trovato a dover fare una scelta. Mia moglie mi ha posto di fronte all'alternativa di non rivedere più la mia "amica", se voglio veramente ricominciare una storia con lei, mentre la mia amica, come previsto dallo psicologo Santonocito, non riesce più ad accontentarsi del suo attuale ruolo. Mi viene chiesta una scelta in cui non so bene da dove cominciare. Sto cercando di scavare dentro di me, ma non riesco ancora a trovare qualcosa che possa farmi andare più da una parte che dall'altra. Nel frattempo entrambe, nel vedermi incerto, si allontanano da me e sono prese dal dubbio. Io ho spiegato loro i miei sentimenti, ma non riescono a capirmi e ad accettare la possibilità di vivere in 3. Dicono che piuttosto resterebbero sole o si accontenterebbero di una persona con cui non ci fosse la stessa intensità di rapporto, piuttosto che dividere la persona amata con un'altra. Dicono che non capiscono come si possano amare due persone insieme. Però io non riesco a capire dove sia la differenza, quando loro dicono di amarmi, ma che potrebbero stare con un'altra persona, amandola, ma continuare a provare dei sentimenti per me. A me sembrerebbe una situazione non molto diversa, amare un nuovo marito, ma continuare ad amare una persona che non vedi più, per quello che ti ha dato quando si stava insieme. E non lo so se con questa nuova persona loro riuscirebbero ad amare veramente o solo ad essere convinte di amare perché in quel caso si sentirebbero amate univocamente. Certe volte mi sembra che la società si basi sulla forma e non sui sentimenti e che non accettino una ipotetica vita a tre solo perché hanno paura di qualcosa di nuovo e in cui sicuramente ci sarebbe da "lavorare" per far funzionare la cosa, ancora di più di quanto bisogni lavorare in due. E in questa situazione forse la gelosia assume più valore dell'amore stesso, perché si è pronti a perdere l'amore per non dividerlo con nessuno. Scusate lo sfogo, ma a me sembra che continuando così, ci ritroveremo tra 10 anni come 3 persone sole e deluse che non hanno saputo cogliere tutto quello che di bello poteva venire dallo stare insieme, solo perché c'è diffidenza nel mondo riguardo a qualcosa che succede, ma nessuno vuole riconoscere. A me sembra che non sia possibile fare una scelta sensata... e non capisco perché ognuna di loro pensi che non la amo veramente se amo l'altra.Eppure tutte e due lo vedono, quando siamo soli,che le amo,ma si fanno prendere dai dubbi quando io non ci sono o pensano al mio amore per l'altra.E non serve nemmeno rassicurarle...e se anche facessi una scelta,farei credere all'altra che non la amo più, cosa che non sarebbe nemmeno ver, facendola soffrire terribilmente.Alla fine mi costringono con questa scelta a dire qualcosa che non è vera...ovvero che amo solo una di loro.Ma perché si deve andare incontro a tutto ciò?
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signore,

Alla luce degli ultimi avvenimenti (la scoperta da parte di sua moglie della relazione con l'altra donna), l'unica cosa da fare è constatare che le donne che ama non condividono il suo punto di vista. Il forte amore, quello che lei dice di provare, non puo' prescindere dal rispetto.


Nella sua prima richiesta lei fantasticava su come avrebbero potuto prendere le sue donne l'idea di una famiglia allargata. Ora lo sa cosa pensano.


In amore è concesso tutto, al di la' di qualunque convenzione sociale, purche' chi vi è convolto sia felice e si senta rispettato. Non mi sembra che le "sue donne" siano felici.


Se lei decidesse di rivolgersi ad uno psicologo, forse sarebbe il caso di analizzare perche' lei ha coltivato questa importante amicizia poi sfociata in amore. Non le è capitata tra capo e collo questa relazione, non trova?

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta. Mi sono rivolto ad uno psicologo fin da prima che mia moglie scoprisse la relazione, perché appunto volevo risolvere la situazione. Ora sono arrivato al punto in cui lui mi dice di valutare le differenze, i pro e i contro di ciascuna e di fare una scelta, come anche dicono anche le "mie donne". Anche se poi entrambe dicono che non saprebbero cosa fare nel momento in cui io non scegliessi proprio loro. E per quanto riguarda il modo in cui è nato il rapporto, è nato come una semplice amicizia di chat in un momento in cui mi sentivo solo, ma poi sono passati tanti anni in cui il rapporto si è concretizzato e poi cementato fino a diventare quello che è ora. Diciamo che è non immaginavo che potesse succedere quello che mi è successo.
Ora che però è successo, che fare?
Pensate che debba abbandonare il mio sogno e che sia giusto rinunciare a una delle due oppure dovrei cercare di far capire ancora meglio come sono fatto nella speranza che possano accettarmi così come sono?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
non credo si tratti di trovare argomentazioni efficaci che finora le sono sfuggite per riuscire a persuadere le due signore coinvolte nella vicenda.
Concordo con l'invito alla riflessione che le ha rivolto la collega, lei accenna ad una sensazione di solitudine dovuta all'assenza di sua moglie per motivi di lavoro, ma forse questa è stata solo una circostanza che ha approfondito una distanza che si era già creata nel rapporto con sua moglie e che forse, è all'origine della sua insoddisfazione che poi l'ha portata a cercare "altrove", ciò che forse era venuto a mancare nel rapporto con sua moglie.

Consideri che fare una scelta non equivale automaticamente a "spegnere" il sentimento per la partner rifiutata ma è un prezzo inevitabile da pagare se non vuole perdere entrambe,
non a caso lei stesso dice che si stanno allontanando da lei in questo periodo.

Provi ad immaginare la situazione al contrario immedesimandosi nella condizione di sua moglie o della sua amante, come si sentirebbe?
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione da approfondire in psicoterapia, a questo proposito le suggerisco la lettura del libro "L'amore possibile" di Guy Corneaux.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#13]
dopo
Utente
Utente
Rispondo brevemente per cercare di alimentare la discussione, se può essere di interesse anche per voi. Non so se si riesce a capire cosa si può provare quando la persona amata, che hai avuto accanto ogni giorno per tanti anni, si allontana per motivi di lavoro per quasi due anni. La situazione era aggravata dalla mancanza di amicizie vere, che mi hanno portato ad una improvviso desiderio di condividere i miei pensieri, nei lunghi momenti in cui non potevo parlare con mia moglie, con qualcuno che fosse simile a me e che potesse capirmi, a differenza delle persone che conoscevo. Per caso ho trovato questa persona speciale, che ha condiviso il suo mondo interiore con me e mi è stata vicina senza mai chiedermi nulla, sia finché mia moglie è stata lontana, sia quando lei è tornata. Ed anche se con mia moglie le cose hanno continuato ad andare bene, dato il livello di dialogo che c'è tra noi che in un certo senso ritengo anche superiore a quello che ho con la mia "amica", non ho potuto far a meno di continuare a far crescere questo rapporto, che è poi diventato amore. Ora io non credo di mancare di rispetto a nessuna delle due: le amo e mi dedico a loro per quanto posso, cerco di incastrare ogni mio momento libero per poter dar loro quello che mi chiedono e non ho nascosto a nessuna i miei sentimenti. Dall'altra parte io mi potrei sentire mancato di rispetto nel momento in cui non si riesca ad accettare un sentimento che io provo, ma anzi si tenta in tutti i modi di spegnerlo. Come avete detto, io non riesco a spegnere qualcosa che sento, ma entrambe mi obbligherebbero a cancellare l'altra persona della mia vita per poter essere sicure di essere l'unica persona che conta per me. Quindi in qualche modo mi costringono a spegnere una parte di me. Come posso fare? Io non lo so se è possibile...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Seguendo il suo ragionamento: qualora sua moglie le presentasse un giovanotto conosciuto perchè, poniamo, lei la sta trascurando, con il quale si sente profondamente in sintonia dal lato intellettivo e/o sessuale, lei sarà ben contento di accoglierlo in famiglia per non mancare di rispetto ai sentimenti di sua moglie. Giusto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#15]
dopo
Utente
Utente
Senza indicare il motivo per cui l'ha conosciuto... Supponiamo solo che abbia conosciuto una persona che riesca a farle provare dei sentimenti paragonabili a quelli che prova per me. Se fosse così, io potrei accettare questa persona nella famiglia nel momento in cui lei mi dimostrasse con il suo modo di fare che ci tiene a me allo stesso modo in cui ci tiene a lui. E' chiaro che se mi sentissi meno amato rispetto all'altro, non accetterei la cosa, ma in tal caso sarei io a mettermi da parte. Il problema in questo caso è che lei non può dire che io la metto da parte o la faccio sentire meno importante dell'altra. Io non credo che sia qualcosa di impossibile. So anzi che ci sono alcune situazioni di questo genere e che non è detto che non possano funzionare. Anche perché la monogamia non è che sia una regola universale sul nostro pianeta e quindi non voglio partire dal presupposto che se finora è stato così in Italia, allora devo per forza dire che è l'unica cosa possibile. Io credo che nella situazione opposta, io non rischierei di perdere la persona che amo, fintanto che lei riuscisse comunque a farmi sentire il suo amore nei miei confronti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se lei fosse davvero disponibile a mettersi da parte come dice, significherebbe che in fondo non sarebbe poi così legato a sua moglie. Quindi il problema di un eventuale allontanamento fra voi - indipendentemente da quale delle due parti venga la richiesta - non dovrebbe essere troppo doloroso.

Ragionando per ipotesi in modo davvero "liberale", se lei decidesse di lasciare sua moglie e stare con l'altra, che problema ci sarebbe? Potrebbe sempre trovarne una terza o una quarta, in futuro. Perché tutto quest'attaccamento verso sua moglie, se davvero ha una mentalità così aperta?

Voglio dire, il vero poligamo non si fa tutti questi problemi a lasciare o essere lasciato.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Certamente la monogamia non è l'unica forma di convivenza esistente, esistono anche poligamia e poliandria: mi sembra però che lei stia imbastendo grandi discorsi antropologici e filosofici a supporto di un desiderio che magari prima di trovarsi in questa situazione avrebbe censurato o giudicato illegittimo.
Non penso che nel momento in cui vi siete sposati lei pensasse "ora scelgo questa donna e rinuncio alle altre, ma siccome a cuor non si comanda se mi innamorerò anche di un'altra che ci sarà di male? E lo stesso varrà per mia moglie!".
O pensava questo?

Il punto non è se è possibile o no provare sentimenti per più di una persona, e l'ingente numero di coppie in cui uno o entrambi i partner hanno un amante lo testimonia.
Il punto è se un adulto può pensare di seguire ogni proprio desiderio o deve mettere dei limiti per garantirsi una stabilità e anche un comportamento serio e corretto nei confronti degli altri soggetti coinvolti.
In fondo di persone analoghe al/alla proprio/ partner è pieno il mondo, con i quali ci può essere una sintonia altrettanto forte, ma (quasi) nessuno agisce come se stesse allestendo un casting permanente, alla ricerca di partner compatibili in serie.
C'è chi lo fa, ma sorvoliamo sulle problematiche di vario genere che in fondo lo affliggono.
Detto ciò, forse il nuovo incontro le ha fatto dimenticare che crescere significa anche fare delle rinunce e delle scelte, e che le scelte non sono sempre facili perchè comportano ogni volta una rinuncia.

Il problema è soprattutto che lei vive con tutta questa angoscia la necessità di una rinuncia, anche se:
- quando si è sposato ha deciso di fare una scelta ben precisa che comportava la rinuncia a tutte le altre donne, e non era un problema
- non parliamo di una sua "esigenza", dal momento che prima di conoscere la seconda donna non la sentiva.

Perché non è capace di scegliere?
In futuro potrebbe poi incontrare altre partner altamente compatibili, e come si comporterà con loro?

A mio parere lei dovrebbe rivolgersi ad uno psicoanalista, più che procedere con la lista dei plus e dei minus di entrambe, perchè la possibilità che sussistano consistenti problematiche edipiche è tutt'altro che peregrina, e per questo genere di questioni deve essere adottato un certo tipo di approccio, più profondo di quello che sta seguendo ora.
[#18]
dopo
Utente
Utente
Non ho capito bene la risposta, forse. O forse non mi sono spiegato bene.
Io ho parlato di mettermi da parte in una situazione ideale in cui il triangolo fosse formato da mia moglie con me e un altro uomo, ma ci fosse la consapevolezza da parte mia che mia moglie ama più l'altro che me. In tal caso non ho detto che non ne soffrirei, ma mica potrei costringere mia moglie ad amarmi più di qualunque altro. In quel caso mi sentirei di troppo e quindi mi allontanerei, perché verrebbe meno la forza del rapporto tra me e mia moglie non dal lato mio, ma dal lato suo. Ma, ripeto, queste non sono le condizioni reali, perché né io, né mia moglie vogliamo allontanarci l'uno dall'altra, in quanto il sentimento che ci unisce è sempre presente.
Per quanto riguarda la liberalità, io non sto dicendo che vorrei sentirmi libero di amare 5-6 donne e convivere con tutte, ma di concretizzare gli unici due rapporti amorosi della mia vita con la possibilità di viversi quotidianamente. Quello che è successo a me, ovvero di innamorarmi profondamente di due donne, credo che sia qualcosa di molto raro, perché è raro che si possano trovare due persone che ti completano in modo pressoché perfetto, figuriamoci se mi potrebbe capitare di trovarne 3 o 4 addirittura. Sono una persona di gusti molto difficili e che difficilmente si lascia andare così tanto con delle donne.E' successa questa cosa e non credo che possa risuccedere in futuro con altre donne, anche perché vedendo quello che è successo, difficilmente andrei a rimettermi in una condizione tale da rendere possibile un altro innamoramento. Il secondo innamoramento è successo proprio perché ero bisognoso di comunicazione e non credevo di potermi innamorare di più persone insieme. In futuro non si potrebbero verificare di nuovo queste condizioni.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"è raro che si possano trovare due persone che ti completano in modo pressoché perfetto"

Forse lei non ha presente quante donne stanno con uno perchè è intelligente, sensibile e affidabile e con l'altro perchè muscoloso, brillante ed estroverso, e "ovviamente" li amano entrambi perchè messi assieme hanno tutte le caratteristiche dell'uomo perfetto.
Stessa cosa per gli uomini.
Nessun partner completerà mai al 100% l'altro, sul piano ipotetico ci sarà sempre un Terzo che ha proprio le caratteristiche che mancano al partner attuale.

L'amore si caratterizza per il desiderio di esclusività, come converrà anche se lei se metterà da parte la trattazione del suo caso specifico, quindi non penso che il forte legame che prova sia un tipo di amore adulto e maturo.
Anche i sentimenti di attrazione, comunione, vicinanza possono essere molto intensi e forse lei li percepisce come amore.
Ad ogni modo mi sembra che lei cerchi a tutti i costi una giustificazione per il suo desiderio, e resto dell'idea che rivolgersi ad uno psicoanalista sarebbe la scelta più opportuna per fare chiarezza.
[#20]
dopo
Utente
Utente
In risposta alla dottoressa Flavia Massaro: potrei dirle che quando mi sono sposato, non immaginavo minimamente che potesse succeder quello che è poi successo. Questo vorrebbe solo dire che col senno di poi non mi sarei dovuto legare a nessuna? Diciamo che sì, mi sono sposato, ma per me sarebbe anche andata bene la convivenza. Non sono una persona che pensa che dietro una carta ci sia qualcosa in più rispetto a quello che c'è in un rapporto di fatto. In quel momento io stavo solo esprimendo il mio sentimento di amore verso mia moglie e pensavo che questo fosse sufficiente a dire che non vorrò mai nessun'altra. Se poi col tempo mi sono dovuto ricredere, non mi può far tornare indietro. In quel momento quindi non c'era l'esigenza, né sentivo che sarebbe stata per me una rinuncia. Per quanto mi riguarda ora sono arrivato a pensare che non è vero che il matrimonio possa essere l'unica forma possibile per sancire dei sentimenti così importanti. Mi viene chiesto perché non sia in grado di scegliere, ma se non riesco a scegliere non è perché io sia rimasto ancora immaturo o bambino, perché se fossi un bambino non mi renderei nemmeno conto che continuando così rischio di perderle entrambe. Se non riesco a scegliere è proprio perché entrambe mi danno quel soffio di vita che è difficile non notare quando ti colpisce.
E potrei invece obiettare: perché loro non riescono a rinunciare all'idea di dover essere l'unica? In fin dei conti non è mica detto che le regole che sono state create dai nostri avi debbano per forza essere la soluzione ottimale e migliore al modo di vivere i sentimenti. Se loro si basassero solo su quello che riuscirebbero ad avere da me e non su quello che pensano di perdere a causa della presenza dell'altra, magari non cercherebbero di demonizzare l'idea di vivere a tre senza nemmeno aver fatto un tentativo. Io invece c'ho provato a non vedere la mia amica, ma qualcosa dentro di me la riportava sempre alla mia mente.
E, come ha detto lei, il mondo è pieno di persone che hanno un'amante e questo è sì un modo di comportarsi poco serio e scorretto, in quanto tutto viene fatto di nascosto e molto spesso si resta con una moglie/marito per il quale non si prova più nulla. Nel mio caso invece, non credo di comportarmi scorrettamente, dato che le mie idee sono manifeste e sto cercando di vedere se esiste una soluzione che possa rendere felici tutti. Ma se si parte dal preconcetto che questa soluzione non è possibile e che non possa dare stabilità, senza nemmeno provarci, è chiaro che si arriverà a una situazione stabile, ma che potrebbe non essere soddisfacente al 100%. Ma è pur vero che per un po' di stabilità la gente sacrifica un po' di felicità... il problema è che io non sono fatto così. Io sto solo cercando di vedere se si può essere più felici eliminando degli atteggiamenti, quali la gelosia, il possesso e la competizione, che non è che siano per forza ascrivibili tra le cose più positive dell'uomo. Ma forse siamo ancora troppo lontani dal momento in cui potrà avvenire ciò.
[#21]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> io non sto dicendo che vorrei sentirmi libero di amare 5-6 donne e convivere con tutte
>>>

Ma lei non può sapere chi conoscerà in futuro e di quante ancora s'innamorerà. Perché illudersi una seconda volta? La prima è stata quando ha sposato sua moglie: "tu sarai l'unica". Ora dice: "voi due sarete le uniche". Perché porre limiti alla provvidenza? Chissà cosa succederà in futuro, nessuno può saperlo.

Se dipendesse solo da lei ("starò ben attento in futuro a non rimettermi in una situazione simile") sarebbe riuscito a evitare anche questa, fatto sta che non c'è riuscito. Le cose s'imparano, è vero, ma in amore è particolarmente facile ricascarci.

La strada della poligamia è complicata, non è adatta a chiunque. Per essere poliamorosi non basta voler bene a più persone, bisogna essere disposti a sopportarne anche le conseguenze, cosa che lei non sta riuscendo a fare. Si ricorda quella canzone di qualche anno fa, "Ci vuole un fisico bestiale"? Ecco, per stare con più persone sono richieste qualità eccezionali, non comuni, di resistenza e sopportazione. Lei si sentirebbe di dire che ce l'ha?

La realizzazione di questo suo desiderio dipende molto più da lei che da loro. Prima deciderà di smettere di formulare il problema nei termini di "sono loro che dovrebbero accettare", prima inizierà a capire.

Cordiali saluti
[#22]
dopo
Utente
Utente
Ok terrò presente il suo consiglio, anche se non sono d'accordo sul fatto che l'amore sia caratterizzato dall'idea dell'esclusività e che in mancanza di questo attributo, si debba per forza parlare di amore immaturo. Non credo che si possa dare una definizione univoca dell'amore. Ognuno sa quello che prova di fronte all'altra persona e capisce se ama o meno. Che poi qualcuno possa non arrivare a capire come sia possibile, questo credo sia più probabile. Credo che il mio modo di amare non sia assolutamente inferiore a quello della stragrande maggioranza delle altre persone, per cui se io fossi patologico solo perché provo questo sentimento per due persone che, differentemente da quanto da lei ipotizzato, sono in realtà molto simili tra loro e differiscono solo per alcuni piccoli aspetti caratteriali, allora dovrebbe essere indagata psicologicamente la gran parte della popolazione mondiale. In fin dei conti io vedo poche persone che sanno dare amore, la maggior parte delle coppie spesso mal si tollera e si tradisce, quindi io metterei sotto indagine prima queste persone e poi un'altra persona solo perché riesce a dare e prendere amore da due persone diverse. Che poi questo possa far male, perché non è concepito dalla nostra società, questo è un altro discorso, credo.
[#23]
dopo
Utente
Utente
In effetti il fatto è che io mi sento di potercela fare. Ho già considerato molte delle difficoltà che vengono da un rapporto di questo genere, chiaramente non posso pensarle tutte, ma sono disposto a farlo. E anche loro secondo me sono persone che sarebbero in grado di poterlo fare. Il problema è che loro hanno più paura di me. Paura nel senso che sono spaventate da questa cosa così insolita per loro, motivo per cui la rifuggono. Non ho capito cosa intende quando dice che io non sto riuscendo a prendermi le conseguenze di questo mio voler amare due persone...
[#24]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Avere più partner/amanti è concepito eccome dalla società: una volta era consentito solo agli uomini e ultimamente è tollerato anche se accade alle donne, perchè l'instabilità dei rapporti e il narcisismo patologico sono in aumento.
Alla base però c'è sempre una mancata rinuncia e l'idea che si abbia diritto ad avere tutto.
Nelle società che relegavano la donna ad un ruolo socialmente ininfluente agli uomini era consentito avere più mogli, proprio perchè non gli si chiedeva di scegliere e questo era il privilegio riservato a chi deteneva il potere e sostanzialmente si rapportava alle proprie donne come a delle fabbriche di figli. Non si parlava certo di amore.

Lei sta cercando una legittimazione per qualcosa che le donne coinvolte non vogliono accettare, quindi il discorso è infruttuoso già in partenza, e dovrebbe apprezzare il fatto che sua moglie non abbia fatto le valigie dopo aver scoperto la sua relazione.
Non è detto che ogni desiderio abbia il diritto di essere soddisfatto.
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Utente
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Accomunare quello che io vorrei fare agli harem del passato di sicuro non è proprio corretto, altrimenti, come dice lei, mia moglie avrebbe già fatto le valigie e sarebbe partita. Se è rimasta è sicuramente perché non si sente relegata ad un ruolo marginale o uno strumento per avere figli, dato che almeno finora lei non ha mai voluto averne e io rispetto questa sua scelta.
Detto questo lei ha ragione. Il problema non si pone in quanto loro non vogliono accettarlo ed è quanto ho concluso con il mio psicologo e che in un certo senso ho accettato, dato che sto pensando di farla questa scelta. Il problema è appunto che non so come posso fare a fare una scelta, se il mio cuore non mi aiuta a vedere chi devo mettere sul gradino più alto. E io non pretendo assolutamente che il mio desiderio sia soddisfatto. Era solo uno sfogo perché non riesco a trovare una vera ragione per dire che questo mio desiderio non possa portare a qualcosa di buono non solo per me, ma anche per loro.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ribadisco che le sarebbe utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad orientamento analitico per approfondire la questione, lo prenda in considerazione dal momento che se ha ritenuto di scrivere a noi probabilmente il percorso che sta seguendo non la sta aiutando fino in fondo.
Non vorrei poi che scambiasse le nostre risposte per rimbrotti moralistici: lo psicologo lavora ad un livello diverso, aiuta le persone a capire cosa sta succedendo loro senza giudicare dal punto di vista morale, ed è per questo che il mio consiglio va nel senso di un diverso approfondimento della questione, che ritengo le potrà essere d'aiuto.
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Utente
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Grazie per tutte le risposte che mi avete dato. In realtà se ho deciso di scrivere dopo tutto questo tempo, è perché volevo capire se il punto di vista del mio psicologo, che mi sta indirizzando verso la decisione di fare una scelta, piuttosto che verso quella di tentare di portar avanti l'idea della vita a 3, fosse condiviso da altri esperti. A quanto pare, sì e per questo continuerò per ora con lui.
Io penso di capire cosa mi è successo (ed anche lo psicologo che mi ha in cura non mette in dubbio i miei sentimenti) perché non credo di non saper capire cosa vuol dire quello che sento. Forse quello che non riesco a capire è solo il perché dei sentimenti positivi debbano essere surclassati da altri sentimenti negativi fino al punto da dover arrivare ad una rinuncia per almeno due delle 3 persone coinvolte. Inoltre ho paura del fatto che, dopo aver fatto questa scelta, io non riesca più ad essere quello che sono stato finora. Scusate se mi sono dilungato oltremodo. Buona serata e ancora grazie.
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 217 6
(..) Forse quello che non riesco a capire è solo il perché dei sentimenti positivi debbano essere surclassati da altri sentimenti negativi fino al punto da dover arrivare ad una rinuncia per almeno due delle 3 persone coinvolte. (..)

Gentile ragazzo, la tendenza dei sentimenti negativi a prevalere nei confronti di quelli positivi è qualcosa che accade ogni qual volta all'interno di un rapporto si creano degli squilibri.

Nella vostra situazione c'è uno squilibrio fondamentale: lei ama due persone che non si amano fra loro. Le correnti affettive, sentimentali e sessuali positive non sono equamente distribuite fra le 3 persone. Come si può ragionevolmente pensare che potrebbe funzionare?

Le persone che lei ama non traggono alcun beneficio da questa situazione: il numero 3, per ognuna di loro, non aggiunge nulla al numero 2, ma anzi, toglie quel senso di esclusività che da parte sua invece è conservato, in quanto lei non si trova a dividere nessuna delle due con uno o più terzi.... altro fattore di squilibrio, e quindi di fonte di sofferenza e negatività.

Altra negatività ancora è legata alla situazione di tradimento "doppio", vissuta da sua moglie, che è stata tradita sia da lei che dalla persona che aveva iniziato a considerare come una propria amica...

E' vero che lei ora è chiaro con loro, ma questa chiarezza non esisteva fin dall'inizio: ha detto che sua moglie ha "scoperto" il tradimento. In sostanza, sua moglie non è stata messa in condizione di poter scegliere se il rapporto a 3, nel momento in cui c'erano i prodromi per la sua creazione, potesse essere un'opzione accettabile: prima lei e la sua amica (la quale, mi pare di capire, si illudeva di poter diventare "l'unica") avete creato il rapporto a 3, poi sua moglie ne ha dovuto prendere atto, suo malgrado. Quanti squilibri possiamo rintracciare in una situazione del genere?

Il problema della responsabilità e della maturità, a mio avviso, non si pone tanto rispetto al saper comprendere tutte le conseguenze a cui tale situazione può portare (compreso il rischio di perdere entrambe le persone da lei amate), quanto soprattutto alla capacità di rimediare alla situazione che lei ha creato (si stava accorgendo che la sua amica stava diventando più di un'amica, ma non ha voluto fermarsi.... ricorda? Lei ha scelto di non fermarsi, e con lei anche la sua amica, ma sua moglie non ha potuto scegliere...)

La scelta che le viene chiesta attualmente credo rappresenti, almeno per sua moglie che sta cercando di perdonarla, un modo di rimediare, ed un'assunzione di responsabilità in questo senso.

In ogni caso, se tutto ciò è nato dall'allontanamento, per motivi lavorativi, di sua moglie per due anni, la radice della situazione attuale va rintracciata in seno alla coppia, al modo in cui le decisioni lavorative sono state assunte e gestite, ed in particolare al fatto che lei abbia cercato "fuori" quel che le è venuto a mancare da sua moglie. Riflettere su questo forse non servirà a risolvere la situazione attuale, ma forse sarà d'aiuto nel prevenire ulteriori problemi futuri, con qualsiasi persona lei dovesse vivere un rapporto.

Poliandria e poliginia solitamente "funzionano" nelle culture in cui sono sostenute da particolari assetti economici e di potere. Nella nostra società, possono al limite funzionare fra persone che hanno bisogno, per il loro peculiare assetto psichico, di rapporti fortemente asimmetrici (non a caso li si rintraccia più facilmente in ambienti bdsm, dove esistono rapporti di dominanza e sottomissione profondamente asimmetrici).
Infine, potrebbero al limite funzionare dove esiste una perfetta circolarità di amore fra le 3 persone coinvolte, ma si tratta comunque di situazioni il cui potenziale di destabilizzazione è notevole. E' esperienza comune quanto sia già difficile conservare equilibri abbastanza appaganti fra sole 2 persone: se il numero di persone aumenta, le dinamiche in gioco si moltiplicano, e il risultato a lungo termine è sempre più imprevedibile.

Si, penso anch'io che dopo aver fatto una scelta (sempre che lei riesca a farla, perché mi rendo profondamente conto di quanto possa essere difficile, nel momento in cui si vivono sentimenti così forti) lei non sarà più la stessa persona. Quest'esperienza, comunque vada a finire, le potrà insegnare molte cose. La sofferenza aiuta a crescere; è forse la sola cosa buona che può fare.

Molti auguri a lei ed alle persone coinvolte con lei in questa difficile situazione.
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Utente
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Gentile dottoressa Di Muro, ho letto con grande interesse il suo parere. C'è molta verità in quel che dice... anche se le cose sono accadute in maniera così graduale, che praticamente quando ho presentato a mia moglie questa ragazza, e loro sono diventate amiche, io non ero ancora innamorato di lei così come sono ora. Lo squilibrio allora c'era nel fatto che la mia amica era innamorata di me, anche se io non la ricambiavo fino al punto in cui la ricambio ora. Ed intanto che mia moglie non ha potuto capire al 100% quello che era il mio sentimento per questa donna (e che io non ho capito di essere innamorato anche di questa ragazza, manifestandole questo sentimento), abbiamo vissuto molti momenti a 3 molto belli, in cui c'era una buona complicità tra loro, perché da una parte mia moglie non si preoccupava troppo dell'amica e l'amica non riusciva a credere che avrei potuto innamorarmi alla fine di lei. All'epoca, quindi, il "rapporto a 3" funzionava in quanto, come dice lei, anche loro riuscivano a guadagnarci qualcosa dal rapporto reciproco. Purtroppo, nel momento in cui si è innescata la gelosia e il desiderio di esclusività, tutto questo non è bastato. E, come dice lei, mia moglie non ha potuto fare alcuna scelta, motivo per cui si sente tradita da me e, se in breve tempo non dovessi fare la scelta che lei vuole, penso che non resisterà più al mio fianco. Il problema principale ora è che mi viene richiesta una scelta rapida, per dimostrare quanto vale l'amore che provo nei confronti dell'una o dell'altra, ma io non riesco a fare rapidamente una scelta del genere. E questo viene preso come indecisione e mancanza d'amore, cosa che non mi fa stare bene. Penso che mia moglie ormai non potrà più volermi bene come prima, mentre l'altra donna è più disposta a ricominciare qualcosa da zero con me. Ma si può basare una scelta solo su quella che è la situazione attuale? E magari ora non sono nemmeno lucido per valutare bene ogni cosa. E come fare per dimenticare il passato e ricominciare? Soffro tantissimo quando vedo mia moglie che mi dice che l'ho presa in giro e che non la amo, perché se l'amassi, non tituberei ancora... perché penso che lei non riesca a immaginare quanto anche io stia soffrendo e quanto le lacrime che verso anch'io siano amare, perché mi sento carnefice nonostante i miei sentimenti siano totalmente opposti. Ho paura anche che tutto quello che c'è stato finora con mia moglie venga sminuito e pensato da lei come qualcosa di effimero, quando sappiamo entrambi quanto siamo stati felici e quanto ci siam dati l'un l'altro
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
qui non si tratta di fare a gara tra chi sta soffrendo di più o stabilire se si c'è un sentimento di serie A e uno di serie B.
La sua convinzione di poter creare un rapporto a tre si è amaramente scontrata con la realtà e non è praticabile,
prima riuscirà ad accettare questa cosa e prima riuscirà a fare chiarezza dentro di sé.
In questo senso potrebbe esserle molto utile fare dei colloqui con uno psicologo-psicoterapeuta che può facilitare in lei un percorso di crescita personale, perché ho la sensazione che lei stia "girando in tondo" cercando una soluzione che arrivi dall'esterno quando non può che arrivare dalla sua capacità di assumersi la responsabilità di fare una scelta e di accettarne le conseguenze, diventare adulti significa proprio questo.
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Gentile dottoressa Camplone, per quanto riguarda la mia consapevolezza di non poter creare un rapporto a tre, devo dire che oramai questa cosa l'ho accettata. Con mia moglie stiamo pensando a un periodo di distacco. Ho pensato di prendere in affitto una piccola casa per poter riflettere in maniera più lucida su questa situazione, perché penso che vivendo quotidianamente le tensioni con mia moglie non posso arrivare a una scelta equilibrata. Lei pensa che dividersi ora possa essere qualcosa che può aiutare a fare la cosa giusta? O pensa che potrebbe solo far precipitare le cose?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Questa è una valutazione che può fare soltanto lei, è per questo che parlavo di assunzione di responsabilità in prima persona, in ogni caso se è arrivato a questa conclusione è probabile che la ritenga la scelta più opportuna in questo momento.
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Salve,

sono passati oramai tre mesi dal giorno in cui ho scritto l'ultima volta. Alla fine ho fatto la scelta di rimanere con mia moglie. Ho parlato con entrambe, di quello che ho pensato possa essere la causa di quello che è successo e del motivo per cui sono giunto a questa decisione. Ho cercato di salvare almeno un rapporto di "amicizia" con l'altra donna, ma evidentemente questa cosa non dev'essere possibile. Sono due mesi che ormai praticamente non la sento più. L'ho sentita solo 3 volte, l'ultima delle quali mi ha detto che stava male e che io nn potevo aiutarla in alcun modo, per cui dovevo lasciarla in pace. Io allora le ho detto che se non ci parliamo più ora, difficilmente ci riparleremo il giorno in cui finalmente starà meglio, perché la paura di stare nuovamente male la tratterrà dal ricontattarmi. Le avevo chiesto quindi di sentirci ogni tanto, per non interrompere del tutto il rapporto e lasciare uno spiraglio ad un nuovo ipotetico futuro rapporto che sia più sano di quello creato finora. Ma lei non mi ha più chiamato e io ho deciso di rispettare la sua scelta.
Ora ho però un grosso problema... il rapporto con mia moglie si sta pian piano ricostruendo e ce la sto mettendo tutta per vivere al meglio ogni attimo con lei, per non farle sentire più nessuna ombra e farle capire che io cmq la amo e l'ho sempre amata. Lei mi guarda con aria indagatrice, ma poi vede che non le mento, che sono felice quando sto con lei ed è felice anche lei.Tuttavia quando sono solo o nei sogni, il pensiero torna ossessivamente anche all'altra.Cerco in tutti i modi di avere informazioni su di lei,senza che lei sappia nulla di me e non riesco a pensare che non la rivedrò mai più.Ogni tanto non riesco a resistere e vado a vedere le nostre foto insieme e non riesco a trattenere le lacrime e non riesco a capire che senso abbia amare una persona e doverlo nascondere, perché solo così si riesce ad essere felici, mentre se si palesano questi sentimenti tutto va in malora... spero solo che se lei ha deciso di scomparire per sempre dalla mia vita, il mio cervello in qualche modo riesca a farsene una ragione...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Tuttavia quando sono solo o nei sogni, il pensiero torna ossessivamente anche all'altra."

Gent.le utente,
il suo vissuto difficilmente sarà metabolizzato tenendosi tutto dentro, se al contrario, si concede la possibilità di esplorarlo all'interno di un contesto terapeutico, eviterà il rischio di idealizzare ricordi ma sopratutto entrerà in contatto con gli aspetti più significativi della sua esperienza apprendendo da questa sofferenza molte cose sul suo modo di essere.
[#35]
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Utente
E' passato un altro anno e scrivo solo per chi si dovesse avventurare per caso in questo thread e volesse sapere com'é finita. Non chiedo altro ai dottori, mi scuso se vi sto rubando altro tempo. alla fine non ce l'abbiamo fatta a rimanere distanti. Dopo 3 mesi e mezzo abbiamo iniziato a risentirci e dopo 6 mesi a rivederci sempre più frequentemente. La mia "amica" aveva detto che non poteva fare a meno di me e alla fine, dopo aver soppesato tutto, ci siamo rivisti. Mi fidavo di lei e quando mi ha detto di voler provare a vivere una storia a tre, ho cercato di convincere mia moglie, la quale presa dalla disperazione, mi ha lasciato.Io sono caduto in depressione e non me la sono sentita di iniziare un nuovo rapporto con l'altra. le ho chiesto tempo, ma poi le ho confidato che anche se ci fossimo messi insieme, avrei sempre continuato a pensare anche a mia moglie. Mentre stavo male, ci sentivamo ogni giorno, lei mi veniva a trovare 2-3 volte al mese. Ha iniziato nel frattempo a uscire con un gruppo di amici. Io le dicevo che se si fosse interessata a qualcuno m'avrebbe dovuto dir tutto sui suoi sentimenti, così come io l'avevo detto a lei. Lei smentiva ogni interessamento. Poi un bel giorno, dopo l'ultimo incontro in cui sono emersi i problemi della mia e nostra situazione, del fatto che io amassi due persone, lei mi ha chiamato e mi ha detto che non dovevamo sentirci più. Non riuscivo a credere alle sue parole, perché il giorno prima progettavamo un viaggio insieme. Ho poi scoperto che dopo soli 4 giorni ha iniziato a uscire con uno di questi suoi nuovi amici. L'ho chiamata per sapere da quanto andava avanti la storia, ma lei minimizzava. Ho rischiato un infarto quando mi ha poi detto che dopo 20 giorni avevano già fatto l'amore, quando per mesi m'aveva detto che non le piaceva proprio. Ho investigato. Ho scoperto che dopo avermi ricontattato (dopo quei 3,5 mesi di silenzio dell'anno scorso) aveva iniziato a far capire di essere interessata ad altri 3 uomini, dei quali non m'aveva mai detto nulla. Poi quando ha capito che questa persona, a cui lei diceva di non essere interessata, era invece interessata a lei, ha mollato tutto e mi ha scaricato. Credo di essere stato usato nell'ultimo anno come passatempo, in attesa che lei trovasse uno che si interessasse a lei, della quale lei si accontenterà, dato che è una persona completamente immatura e diversa da quella che lei diceva di cercare. Ora con lui lei scherza, ride, si diverte come se nulla fosse. Io non la chiamo più... ogni tanto guardo una foto del passato... se è del passato remoto mi sembra di vedere una persona. Se è dell'ultimo anno, mi viene la nausea, come se si trattasse di due persone diverse. Sono sotto psicofarmaci. Spero di venirne fuori al più presto. Solo e malconcio, ma fuori. Penso ancora a come è potuto succedere tutto ciò e non riesco a trovare una risposta. Per quanto riguarda mia moglie so che anche lei sta male, sotto cura anche lei. Non credo che potrà mai perdonarmi, anche se ogni tanto lo spero, visto che ora come ora ho capito che lei vale più dell'altra e di me insiem. Credo che il mio errore sia stato nel legarmi così tanto a una persona, quando dovevo immaginare che ne sarebbe venuto un grosso problema. Forse tutto dipende da quell'adolescenza particolare in cui sono cresciuto e che mi ha portato ad amare nel modo in cui ho amato entrambe. Ma ognuno ama a modo proprio... non esiste un unico modo di amare. Per questo la risposta alla domanda del titolo potrebbe essere: non si può limitare l'amore, ma sarebbe meglio farlo... se non si vuole rischiare di finire come sono finito io.
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