Odio o pazzia?

Buonasera,
comprendo le difficoltà nel dare un parere con così poche informazioni.
La persona X ha accusato Y di un gesto ai danni di Z ancora minorenne.
X mente. Il suo obiettivo è mandare in carcere Y(con cui non c'era un legame di sangue ma c'era un legame affettivo. Almeno così sembrava fino alla falsa accusa).
Ho rivisto X dopo 9 anni dal fatto. Z nel frattempo ha fatto un periodo di terapia per ristabilire un equilibrio che può cadere improvvisamente se le nominiamo (o ancora peggio se rivede) X, che da quando è successo il fatto è andato a vivere ad 800 km di distanza.
Mi sto chiedendo se sia giusto dargli un' altra possibilità... è una persona sola... nei suoi occhi si vedono tutti i 9 anni di solitudine.
Ai tempi del fatto alcuni Vostri colleghi dissero "X non ha alcuna malattia, c'è solo un profondo odio... e l' odio non è una malattia". Altri Vostri colleghi hanno parlato di personalità disturbata.

Ora chiedo a Voi:

Fino a che punto può spingere l 'odio? una persona può arrivare ad un gesto tanto estremo senza alcuna malattia psichica?
grazie
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Fino a che punto può spingere l 'odio? una persona può arrivare ad un gesto tanto estremo senza alcuna malattia psichica?

La sua domanda è molto acuta, ma non conosco una risposta univoca.

Nella sciarada di menzogne, fatti di rilevanza penale, danni psichici e tentativi di ritrovare equilibrio e serenità che ne derivano e che lei ci racconta, mi viene in mente una domanda per lei.

Ma se lei pensa che il comportamento da lei descritto è stato un tentativo premeditato di creare un danno ad una persona, che sia frutto di patologia o semplicemente di odio, cosa cambierebbe per lei?

Cordialmente
[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
dalla sua descrizione sembra che questa persona pur avendo fatto un periodo di psicoterapia sia ancora molto fragile e che sia proprio questa fragilità ad indurla a rivedere il suo atteggiamento nei suoi confronti.
E' importante che lei provi a fare chiarezza dentro di sé chiedendosi cos'è che la spinge a riaprire il rapporto con questa persona.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Ringrazio entrambi e rispondo alla domanda del Dott. Calì, con un' altra domanda.

L' odio si cura?

Se io sapessi che Lui ha un problema psichico, posso chiedergli di farsi curare... Se è solo odio, come posso accettare tutto quello che ha fatto?
c'è un problema di fondo che mi tortura...E' sangue del mio sangue.E ora non so se è giusto abbandonarlo a sè stesso.Ma del resto, sono umana anche io. E un gesto tanto estremo, fatto con tanta lucidità, non lo accetterei. Se invece avesse agito per una personalità disturbata "non è stata colpa sua". (Forse sbaglio... Non so, ditemi Voi).
Ancora grazie
[#4]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
E' difficile darle una risposta dato che non sappiamo di cosa stia parlando.
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Se è solo odio, come posso accettare tutto quello che ha fatto?

Gentile signora, cercare spiegazioni quando non abbiamo elementi sufficienti per comprendere la situazione ci mette nella sua stessa posizione.

Lei, come noi, non può spiegare a sè stessa cosa è accaduto, può solo "raccontarselo".

E si sta raccontando che questa persona è sola: al pensiero di questi "9 anni di solitudine", le sue emozioni sono ambivalenti. Da una parte, quel legame affettivo che lei viveva prima del "fattaccio", dall'altra la dolorosa esperienza che ha portato una persona, all'epoca minorenne, ad un difficile percorso per riconquistare un (seppure precario) equilibrio.

A quale lato dell'ambivalenza dare ascolto? Alla paura ed alla rabbia per ciò che questa persona ha deliberatamente fatto o alla tenerezza ed all'affetto che vi legava?

Sciogliere le ambivalenze (o imparare a viverle) non è un percorso facile. Come tutte le scelte ha dei costi.

Lei quali costi è disposta a pagare?
[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Sono stata un giorno a pensare ad una risposta alla domanda del Dott.Calì, ma io una risposta non ce l'ho.
Con quale "peso e misura" posso io scegliere tra la sofferenza di un fratello e quella di una sorella?
La rabbia per quello che aveva fatto era tanta. Mi sono autoconvinta di non aver più un fratello. Ma se ci fosse 1 possibilità su 1000 di recuperare non solo il rapporto ma anche la persona, io non posso ignorarlo... Ma poi penso a mia sorella... e devo tutelare anche lei... E non so come posso fare entrambe le cose... o se sono costretta ancora una volta a scegliere tra l' uno e l'altro.

So che la mia non è una domanda, ma solo uno sfogo. Vi ringrazio per l' ascolto.
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>E non so come posso fare entrambe le cose... o se sono costretta ancora una volta a scegliere tra l' uno e l'altro

Gentile signora, il suo essersi fermata a riflettere è un punto di partenza importante.

Le auguro di trovare una risposta alle sue domande, tenendo a mente che, se ne sentirà l'esigenza, potrà contattare un professionista per cominciare a dipanare le matasse che ingombrano la sua esperienza.

Cordialmente