Ansia, e problemi vari

Buongiorno, molto velocemente riassumo la mia storia ho 23 anni all'eta di 16 ho perso mio padre per un melanoma,partito da un neo sulla schiena e poi andato a polmoni e in fine cervello;ho sofferto molto anche perche sono stato molto in ospedale accanto a lui con mia madre pur avendo una giovane eta e ho purtroppo frequentato reparti di oncologia vedendo molta gente malata e sofferente, ma soprattutto ho visto morire mio padre nel suo letto,davanti ai miei occhi spegnendosi in pochi giorni all'eta di 45 anni.
Ora sono passati 5 anni ma sto sempre peggio perche faccio fatica a dimenticare e i ricordi fanno male in piu siamo in una brutta situazione con i fratelli di mio padre (i miei zii)con i quali non andava d'accordo, cioe siamo in causa per delle proprieta in comune, in piu mia madre delle volte mi parla male di mio padre e non lo sopporto.
In piu ho un lavoro a tempo determinato che va sempre peggio, non parlo mai dei miei problemi perche voglio essere visto come una persona forte nella famiglia come punto di riferimento l'unica cosa bella che ho e la mia fidanzata che purtroppo sto trascurando un po per questo.
Dopo questa premessa quello che sento e un senso di dolore per la perdita e tutte le vicende che si trasforma alcune volte in difficolta a respirare,morale sotto i piedi ,non voglia di fare nulla,una pesantezza allo stomaco , non riesco a concentrarmi rimarrei "imbambolato" per ore a pensare a non so cosa ho un senso di malessere generale come se nessuno potesse aiutarmi e capirmi.
Spero voi possiate aiutarmi, chiedo scusa per la scrittura se non si capisce cio che voglio dire e vi ringrazio
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo è perfettamente chiaro ciò che dice, tuttavia il malessere non si sconfigge con l'attesa di qualcosa che venga dall'esterno ma solo attivandosi. Comprendo le difficoltà che vive ma da qualche parte bisogna partire pur senza provare alcuna emozione e/o motivazione. Essa arriverà strada facendo con le esperienze pratiche che metterà in campo. Cosa cominciare a fare? Parlarne con un professionista è il primo passo. ma cominci .
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile ragazzo,
Lei ha scritto << voglio essere visto come una persona forte nella famiglia come punto di riferimento>>.
Questo è stato certamente un bel gesto da parte sua, ma forse si è voluto assumere una responsabilità eccessiva per chiunque, ma soprattutto per chi è giovane come Lei.
Suo padre non potrà mai essere sostituito da nessuno.
Perdere il proprio padre così prematuramente e ad un'età così delicata, è ovviamente doloroso...Si è concesso di provare questa sofferenza per poi pian piano "metabolizzarla"?
Inoltre, cosa significa "essere forti"?
Il desiderio di fuga dal peso che lei sente (<<rimarrei "imbambolato" per ore a pensare >>) è probabilmente emblema del fatto che qualcosa nella sua vita attuale vada modificato.
Come già il collega le ha suggerito, non può aspettarsi che questo cambiamento avvenga al di fuori di Lei: cerchi di riconoscere la necessità di un aiuto specialistico per trovare un cammino più sereno.
Tanti auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissimo

Leggo che sua madre parla male del suo papà,questo va rivisto,assoluttamento per nulla attinente al contesto che sta vivendo ora,
Il consiglio sempre valido e che la relazione tra sua madre e suo padre va vissuta tra loro,lei dovrebbe esserne fuori da questi giochi manipolativ!!!!

Intanto può cominciare un suo percorso di sostegno presso qualchè psicologo della sua zona,male non le farà!!

Saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio sono coscente del fatto che dovrei farmi aiutare, ma è difficile partendo dal fatto che non parlo mai sono molto chiuso semplicemente perche non voglio ricordare queste brutte cose.
[#5]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Il problema è proprio questo: per poterle "mettere da parte" in modo costruttivo, non deve voler reprimere i ricordi (tornerebbero sempre più vividi e dolorosi...), ma parlarne con qualcuno per cercare di rielabolarli e trovare anche in essi nuova forza.
Prendersi in primo luogo cura di sé e della propria sofferenza potrebbe essere davvero il primo passo per essere più forte.
Ancora auguri.
[#6]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
mi associo ai colleghi che già le hanno dato valide indicazioni.

Lei scrive:
<<non parlo mai dei miei problemi perche voglio essere visto come una persona forte nella famiglia come punto di riferimento>>

Ma scrive d'altronde anche:
<<Ora sono passati 5 anni ma sto sempre peggio>>

Si direbbe che lei voglia essere un sostegno emotivo per sua madre dimenticandosi che lei stesso ha bisogno di sostegno:
per fare ciò sta richiedendo a sé stesso uno sforzo sovrumano (nel senso letterale del termine: superiore alle forze degli esseri umani).

Dice che sta sempre peggio
<<perche faccio fatica a dimenticare e i ricordi fanno male>>

Non potrà mai dimenticare, non ci riuscirà mai, semmai può riuscire a ricordare in modo meno doloroso.
Ma per riuscirci è importante che si permetta di dare voce al suo enorme dolore, di condividerlo e farlo "sgorgare",
altrimenti prima o poi quasi sicuramente LA SPEZZERA'!!

Lei è certo un ragazzo forte ma nessuno è invulnerabile.
So che lei vuol aiutare sua madre,
ma se lei gentile ragazzo si spezza,
come potrà a quel punto aiutare sua madre?!

Scrive anche:
<<sono coscente del fatto che dovrei farmi aiutare, ma è difficile partendo dal fatto che non parlo mai sono molto chiuso semplicemente perche non voglio ricordare queste brutte cose>>

su un punto ha certamente ragione, dare voce alla propria sofferenza in terapia richiederà contattare tale sofferenza in profondità, sperimentarla tutta, e, ha ragione lei, sarà estremamente doloroso, soffrirà molto, non glielo nascondo, .... lei lo intuisce e di ciò ha paura, di conseguenza ha timore di iniziare una psicoterapia,

ma è un male necessario, passando attraverso il quale lei avrà la possibilità di riaffacciarsi alla vita,

se non farà una psicoterapia quel dolore che non trova voce, che non ha modo di rielaborarsi, continuerà a logorarla, come sta già facendo .... fino probabilmente a sgretolarla.

Infine, lei in realtà sta già dimostrando gradualmente di essere capace di esprimere quei dolorosi ricordi:
ha infatti già cominciato a dar voce a quell'estremo dolore, perchè ha avuto la forza di iniziare a scriverne in questo consulto.

La invito di cuore a volersi più bene e a fare quindi il passo successivo,
rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta.

Dr. Andrea Biserni
Psicologo Psicoterapeuta - Sessuologo Clinico
Terapia Rogersiana - www.sessuologia-psicologia.org

[#7]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio ancora
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